L’Emilia Romagna annega sotto le incessanti piogge che stanno investendo tutto il nord Italia negli ultimi giorni: fra le zone più colpite dall’alluvione c’è Faenza, con allagamenti e smottamenti. Ma la Regione torna sotto i riflettori, soprattutto, per le polemiche sulla sicurezza e i fondi stanziati – e forse spesi – dopo il terribile disastro dello scorso maggio 2023.
A “Che rimanga tra noi” il programma con Alessio Moriggi e Francesca Pierri su Radio Cusano Campus, l’assessore alla protezione civile e alla Sicurezza del Comune di Faenza, Massimo Bosi. Incredulo l’assessore davanti alle parole del ministro per la protezione civile, Nello Musumeci, che hanno provocato non poche polemiche.
Ministro Musumeci contro l’Emilia Romagna, le dichiarazioni dopo l’alluvione per il maltempo a Faenza: “Qualcosa non torna”
In un momento in cui occorrerebbe solamente solidarietà e aiuto fioccano le polemiche. È guerra al Governo per le frasi di alcune dichiarazioni rilasciate dal ministro per la protezione civile Nello Musumeci, il quale avrebbe, infatti, detto:
In questo momento la polemica non serve assolutamente, né credo di averla alimentata, ma in 10 anni la Regione ha avuto 600 milioni per mettere in sicurezza il territorio. Se ogni volta che piove in Emilia Romagna avviene il finimondo qualcosa non torna
Questo il suo intervento a Sky Tg24, dove, però, ribadisce di non voler puntare il dito, ma di voler capire cosa sia andato storto:
Da Governo nazionale voglio tendere la mano alle strutture del territorio, alla Regione, per dire: “Sediamoci attorno a un tavolo, ragioniamo confrontiamoci, lo Stato non eroga solo risorse, ma verifica anche come sono state spese”. Se un fiume esonda tre o quattro volte nonostante gli interventi fatti, vuol dire che l’intervento non è stato fatto bene, bisogna andare a monte
Alluvione e maltempo in Emilia Romagna, Bosi (ass. Faenza) contro Musumeci: “Parole fuori contesto. Fondi alle urgenze, ma aspettiamo risposta per la messa in sicurezza”
Dichiarazioni, comunque, che fanno storcere il naso davanti alle terribili immagini che da giorni si inseguono sui giornali e sui social. Ma dubbi sull’erogazione dei fondi e sul modo in cui siano stati spesi affollano la mente di non poche persone.
Chiaro e diretto il commento dell’assessore Massimo Bosi, responsabile della sicurezza proprio di Faenza, che dice:
“Sono allibito, già dal fatto che un ministro se ne esca con dichiarazioni simili. Lui venne qui a maggio dell’anno scorso, durante la prima alluvione – questa per noi è la terza -, e ci disse che il nostro problema erano gli abusi. Io ho mandato un messaggio dove chiedo rispetto per l’Emilia Romagna e per i cittadini. Perché lui è stato presidente di una Regione dove questo fenomeno è più ampliato che da noi“.
E aggiunge:
“Rispondo con un esempio classico. Noi, a febbraio, abbiamo presentato un progetto per salvare il quartiere, che per tre volte è andato sotto alluvione, sia all’Agenzia Regionale che all’Autorità di Bacino e alle Strutture commissariali, che lo dovevano finanziare. A oggi, l’ordinanza 13bis per la ricostruzione deve ancora uscire.
Quindi, dire che non si usano i fondi per le opere di messa in sicurezza è assolutamente fuori contesto. Sono stati spesi i soldi per l’assistenza alla popolazione nell’immediato, ma per la messa in sicurezza del territorio il piano con le linee guida per la ricostruzione non è ancora approvato. Doveva esserlo il 30 di giugno. Quindi, riteniamo queste parole fuori luogo e di polemica“.
Il muro per arginare il Lamone: i tentativi per contingentare l’emergenza
Tentativi su tentativi per fermare la furia dell’acqua, però, sono stati fatti eccome dalle amministrazioni locali dell’Emilia Romagna durante la prima e la seconda alluvione. Non a caso, la stessa Faenza ha cercato di costruire un muro per arginare il fiume Lamone.
Anzi, proprio la repentina risposta della città ai primi segnali di pericolo ha impedito che l’alluvione si trasformasse in tragedia. E proprio quel muro, infatti, ha impedito che la corrente spazzasse via l’area, come conferma Bosi:
“Quella è una delle opere che abbiamo suggerito e che hanno inserito nella somma urgenza. E noi, insieme alla Regione, le abbiamo fatte immediatamente. Stesso lavoro abbiamo fatto con il progetto che abbiamo pensato per difendere l’area e ancora sta lì che aspetta. Quindi, di cosa parliamo?“
E conclude:
“Abbiamo la fortuna di vivere in un territorio che reagisce e, ancora una volta, sta reagendo alla grande. In questo caso, ovviamente, – per malaugurata sorte – un coordinamento che ci permetterà di essere ancora più operativi, ma questo non giustifichi il fatto che alcune cose vadano fatte prima e che debba esserci un commissario sul territorio. Noi non abbiamo mai avuto i commissari sul territorio costantemente: a Faenza è venuto il 20 settembre 2023 e, poi, è tornato a inaugurare un ponte temporaneo sul Lamone.
Se venire due volte su un territorio vuol dire conoscerlo e fare le ordinanze giuste, allora non ci siamo. Qualche suo collega (del commissario ndr.), a forza di stimoli, è venuto qui, ma serve una struttura. Questa è a Roma, con qualche dislocamento, e questo dice tutto su come il Governo vuole affrontare questo tipo di emergenze“.
Maltempo e alluvione in Emilia Romagna, Bosi: “A Faenza ancora strade allagate, ma la situazione è stabile”
Saranno stanziati ben 20 milioni di euro all’Emilia Romagna per tentare di ripristinare i servizi di prima necessità e fornire gli aiuti necessari alla popolazione in sofferenza, dopo la dichiarazione dello stato d’emergenza diramato per l’alluvione che ha sommerso la regione dallo scorso 16 settembre 2024.
La situazione, infatti, si configura sempre di più come un’emergenza sociale con strade invase dal fango, fiumi straripati e quasi 3mila persone evacuate. Interessate soprattutto le zone e i paesi limitrofi ai fiumi Senio e Lamone, in particolare, i comuni di Lugo e Traversara di Bagnacavallo, in provincia di Ravenna, e Idice nel bolognese.
Protezione civile e soccorritori all’opera anche a Faenza, dove sono intervenuti anche 40 volontari provenienti dal Veneto. La città, infatti, rappresenta la zona di maggiore criticità, nonostante il sole abbia cominciato a fare capolino da dietro le nuvole.
Avviata una raccolta fondi per aiutare i cittadini di Faenza e delle altre zone più colpite dalla terza alluvione, nel giro di un anno e mezzo. Al momento non si registrano morti né feriti, tuttavia, pare che due persone risultino disperse nel Ravennate.