L’Amazzonia è in fiamme e l’intera regione sta lottando disperatamente contro gli incendi. Non è solo il Brasile a soffrire ma anche il Perù, la Bolivia e la Colombia stanno affrontando questo devastante disastro ambientale. Le foreste bruciano e con loro la speranza di preservare uno dei polmoni verdi più importanti del pianeta. Questi incendi, ancora una volta, ci pongono di fronte alla dura realtà degli effetti del cambiamento climatico e della deforestazione, ricordandoci quanto sia urgente agire.
Il Brasile brucia: almeno 11 milioni di persone in pericolo
Il Brasile è devastato da una serie di incendi che, nel 2024, hanno raggiunto il livello più grave degli ultimi 14 anni. Dall’inizio dell’anno, sono stati registrati oltre 188.500 incendi che hanno messo in pericolo circa 11,2 milioni di persone. Il paese continua a fronteggiare circa 3.500 focolai attivi. Le fiamme non stanno solo distruggendo l’Amazzonia, ma si stanno diffondendo anche oltre agevolate dalla siccità. Anche il Pantanal, la più grande zona umida del mondo, e il Cerrado, la vasta savana tropicale, sono coinvolti in questa catastrofe ambientale.
Dall’inizio del suo mandato, gennaio 2023, l’amministrazione di Lula da Silva ha ribaltato le politiche del suo predecessore, Jair Bolsonaro, che favorivano la deforestazione e l’espansione delle attività minerarie illegali. Grazie agli sforzi del governo federale, la deforestazione è diminuita del 62 per cento in un anno. Tuttavia, questa riduzione, sebbene significativa, non è sufficiente, da sola, a contrastare gli effetti del cambiamento climatico causato dall’uomo.
I governatori e i vicegovernatori delle regioni colpite si sono riuniti per discutere le azioni necessarie a contrastare le catastrofi ambientali in corso. Secondo il presidente brasiliano, gli incendi sarebbero di natura dolosa, appiccati intenzionalmente e legati a interessi politici.
In tutte le regioni amazzoniche colpite, la vastità degli incendi, che siano dolosi o meno, rappresenta un grave pericolo per la biodiversità e per le attività economiche. Le aree maggiormente interessate, come quelle dedite all’agricoltura e all’allevamento, subiscono danni ingenti, mettendo a rischio non solo gli ecosistemi locali ma anche i mezzi di sussistenza delle comunità che dipendono da queste risorse.
La situazione in Perù
Il Perù è uno dei paesi più gravemente colpiti dagli incendi. Secondo le autorità, almeno 16 persone hanno perso la vita e oltre 160 sono rimaste ferite. Le fiamme, alimentate dalla siccità, hanno devastato più di 3.300 ettari di aree naturali e terreni agricoli. Gli sforzi per domare gli incendi continuano, con circa 19mila ettari già distrutti e 97 focolai ancora attivi nella regione amazzonica.
La presidente peruviana, Dina Boluarte, ha dichiarato lo stato di emergenza mercoledì 18 settembre in tre regioni amazzoniche gravemente colpite dai roghi. Questa decisione è stata presa per affrontare la crisi e facilitare gli interventi necessari per contenere le fiamme e proteggere le comunità locali.
La presidenta de Perú, Dina Boluarte, declaró este miércoles estado de emergencia en 3 regiones amazónicas afectadas por incendios forestales, que han dejado 16 muertos y miles de hectáreas de cultivos destruidas.
— InformaES 🇸🇻 (@InformaESV) September 18, 2024
Las regiones en emergencia son Amazonas, San Martín y Ucayali. 🚨 pic.twitter.com/quaPs2jGvS
Gli altri paesi
Diversi paesi della regione amazzonica sono stati colpiti dagli incendi. In Colombia, sono stati distrutti oltre 5mila ettari di foresta, mentre in Paraguay il fuoco ne ha devastati quasi 200mila, causando danni significativi alle risorse naturali e all’ecosistema.
La situazione in Bolivia è altrettanto drammatica. Nel 2024, sono stati segnalati oltre 63mila incendi nel paese, portando il governo a dichiarare lo stato di emergenza nazionale. Le fiamme hanno già bruciato più di 4 milioni di ettari di foreste. Il fumo denso ha obbligato la chiusura di diversi aeroporti e in numerose regioni le lezioni in presenza nelle scuole sono state sospese.