L’alba di un nuovo partito? Difficile dirlo. Potrebbe essere questo il destino dell’associazione culturale ‘Noi con Vannacci’ che il generale ed europarlamentare presenta oggi, 19 settembre 2024, a Viterbo.
Del resto, le voci di corridoio in questo senso si susseguono da mesi, mai del tutto smentite dallo stesso Vannacci con risposte ambigue e sibilline sulla questione. Sta di fatto che la ‘due giorni’ organizzata nella Tuscia ha visto una presenza non proprio esaltante di partecipanti ai panel e alle iniziative proposte, probabilmente a causa della pioggia che si è abbattuta sull’Italia centrale in questi giorni.
Almeno fino all’evento con protagonista il generale, che ha visto invece la sala conferenze dell’Hotel Salus Terme gremita in ogni ordine di posti. Tra i presenti spicca Gianni Alemanno, oltre a qualche esponente della Lega e a molti ex militari. E i più attenti hanno notato la presenza di qualche esponente di Casapound.
A Viterbo si riunisce l’associazione ‘Noi con Vannacci’, il promotore Fusco: “Nuovo partito? Non so, resterò al fianco del generale”
La sala piena è la testimonianza del vasto seguito di cui gode Vannacci da queste parti, dove è stato in grado di superare la soglia dei 4mila voti alle passate Elezioni europee che lo hanno visto eletto nelle fila della Lega.
Un risultato che ha spinto Umberto Fusco, ex senatore leghista, a dar vita all’associazione nel territorio della Tuscia che si propone di lavorare “al fianco dei cittadini“, seguendo le idee del generale, come spiega ai molti giornalisti presente, tra cui Michele Lilla di TAG24.
Fusco, però, si ritrae dietro il più classico dei ‘no comment’ quando gli viene domandato se l’associazione rappresenterà davvero la base per il futuro partito di Vannacci, confermando però che lui resterà al suo fianco “sia che rimanga nella Lega, sia che faccia un nuovo partito“.
Il generale sul suo nuovo partito: “In futuro non escludo nulla…”
La questione del suo partito diventa, ovviamente, una delle domande principali quando il generale finalmente arriva, trovandosi di fronte il solito capannello di giornalisti.
Come nelle precedenti occasioni, comprese le celebrazioni della Lega a Pontida dello scorso agosto, il generale conserva l’ambiguità e dimostra la sua abilità nel ‘politichese’ definendo l’idea del partito “un’invenzione della stampa di sinistra“. In un ping pong di ammissioni e smentite, Vannacci prima spiega di non escludere la possibilità per il futuro, salvo poi aggiungere di non escludere neanche “che un domani potrei imparare a fare la torta con le mele“.
Il generale dice ai cronisti di non essere rammaricato per la sospensione dal ruolo di vicepresidente del gruppo dei Patrioti europei e propone la sua tesi sulle alluvioni che hanno colpito l’Emilia Romagna, improntata non sulla lotta ma sull’adattamento ai cambiamenti climatici. Vannacci sottolinea di non averli mai negati ma di criticare “la soluzione a questo problema“:
“Le misure di mitigazione per quanto possano essere importanti, avranno effetto probabilmente tra 150 anni perché se ci abbiamo messo questo tempo a far crescere la temperatura di 1,3 gradi, probabilmente ce ne metteremo altrettanti per farla scendere. Se oggi vogliamo agire rapidamente, ci dobbiamo adattare al clima, facendo ponti, dighe, contrafforti, argini, il più solidi possibili”.
‘Noi con Vannacci’, dal palco il generale blinda il governo: “Rosicate pure, ma durerà fino alla fine della legislatura”
Sul palco, di fronte al suo popolo, il generale si lascia andare a valutazioni a 360 gradi, dalle polemiche sul suo libro alla situazione politica interna ed estera, a cominciare dall’Unione europea e alla rielezione di Ursula Von der Leyen.
“Non me lo aspettavo” commenta Vannacci, dicendosi “perplesso” dalle nomine della sua commissione. In particolare, viste le sue posizioni sui cambiamenti climatici, contesta la scelta di Teresa Ribera alla guida del Green Deal che la ministra della Transizione ecologica spagnola intende portare avanti con decisione.
Sullo stato di salute del governo, poi, il generale si dice certo che “sta bene e durerà fino alla fine della legislatura“ nonostante le discussioni recenti al suo interno che perVannacci sono “il sale della democrazia“, per poi chiudere la sua riflessione con un tranchant “rosicate pure“.
Poi un nuovo attacco alle minoranze che “devono essere tutte rispettate” ma che non devono prevaricare “il senso comune della maggioranza“. Da qui, l’europarlamentare della Lega si scaglia anche lui, come i suoi colleghi della destra, contro la fantomatica ideologia gender dicendo: “Non voglio che ai miei figli venga insegnata“.