Come una doccia fredda, ieri la Roma ha deciso di esonerare Daniele De Rossi. Qualche frizione tra il tecnico e la proprietà c’era già stata in estate, ma poi si era deciso si andare avanti insieme e di dar vita ad un progetto di almeno 3 anni. A far scoccare la scintilla non sono stati neanche i 3 punti in 4 giornate di campionato, ma piuttosto la gestione del gruppo e soprattutto di Paulo Dybala. È vero che i giallorossi non hanno ancora mai vinto, ma qualche segnale positivo nelle ultime 2 settimane era arrivato, eppure non è bastato. A segnare la fine del rapporto tra il mister e il club, sarebbe stata infatti una discussione con la Ceo, Lina Souloukou. E allora, senza guardarsi indietro, è arrivato l’esonero di De Rossi e la Roma ha affidato la panchina a mister Juric, ma l’ex Torino è il tecnico giusto? L’ex calciatore e allenatore, Ciccio Graziani, che ha vestito anche la maglia giallorossa nel corso della sua carriera, è intervenuto in esclusiva a Tag24. 

Esonero De Rossi, la Roma si affida a Juric: scelta giusta? Ciccio Graziani a Tag24

D: È arrivato l’esonero di De Rossi e la Roma ha deciso di affidare la panchina a Juric. Lei è sorpreso?

R: Non me lo aspettavo assolutamente, anche perché l’esonero è arrivato dopo le ultime due partite, in cui la Roma sul campo ha dato dei segnali positivi. Io ho visto piuttosto bene i giallorossi, sia con la Juventus, ma soprattutto nel primo tempo con il Genoa. Parliamo di una squadra che al 94° stava vincendo 1-0 e all’ultima possibilità, sugli sviluppi di una palla inattiva, ha preso il gol del pari. Nonostante l’1 a 1, però, la squadra ha fatto la prestazione e non credo ci fossero i presupposti per mandare via De Rossi. Evidentemente è successo qualcosa tra lui e la proprietà.

D: Non crede quindi alla possibilità che si possa trattare di una questione tecnica?

R: Assolutamente no, la questione tecnica non c’entra nulla. Ho visto tanti tifosi dare la colpa ai calciatori, ma penso che siano fuori strada. Nessuno ha influenzato il club per far esonerare De Rossi, e sono convinto che non ci sarebbero stati i presupposti per una mossa del genere.

L’esonero improvviso

D: Molti si sono indignati per il modo in cui è arrivato questo esonero, soprattutto nei confronti di un uomo che ha scritto la storia di questo club. Che ne pensa?

R: Purtroppo il calcio non ha memoria, soprattutto per proprietà che non hanno cuore. Qui parliamo di imprenditori che vanno in giro per il mondo. Non a caso volevano comprare anche l’Everton, nonostante la Roma avesse un passivo non indifferente. Mi sembra che si voglia fare solo business, comprare a una cifra e provare a raddoppiarne il valore. Questi con il calcio non c’entrano nulla, ma vanno solo alla ricerca di profitti, anche se non sempre ci riescono. Nessuno dei Friedkin è tifoso della Roma, ma è qui solo per investire.

D: Spesso gli esoneri portano con sé una reazione da parte della squadra, ma in questo caso rischia di non esserci neanche questo? L’ambiente è infuocato…

R: Se quando parliamo di ambiente ci riferiamo ai tifosi è una cosa, ma se parliamo della squadra è totalmente un’altra. Io dico sempre “morto il re, viva il re“. Sai quante volte ho visto esoneri in cui i calciatori sembravano dispiaciuti, e dopo due giorni si abbracciavano, giocavano e ridevano con il nuovo tecnico? Ognuno fa il suo mestiere. Mi dispiace solo che questa società, non più tardi di tre mesi fa, ha rinnovato il contratto di De Rossi e questo vuol dire che aveva fiducia in lui. In un momento di difficoltà lo avrebbe dovuto difendere, standogli vicino. 

D: E invece lo hanno esonerato… 

R: Questo è davvero un esonero asettico, perché non c’era nulla che faceva presagire un risvolto del genere. Altrimenti dovremmo mandare via Fonseca subito, così come Palladino o Italiano. Oltretutto dopo due buoni segnali sul campo, nonostante non fosse ancora arrivata nessuna vittoria. Trovo veramente assurdo ciò che fanno queste società, ma posso anche dire che, nel momento in cui mandi via De Rossi e prendi Juric, comunque vai sul sicuro perché parliamo di un bravo allenatore.

L’esperienza di Juric

D: Quindi dal punto di vista tecnico, Juric la convince?

R: Nella disgrazia, per noi tifosi romanisti, arriva comunque un allenatore bravo, che ha una chiara idea di calcio, che sa motivare sicuramente la squadra. L’unica cosa che rimprovero a Ivan è che quando si arrabbia, non sa contare fino a 10.

D: Questo rischia di essere un aspetto importante in una piazza delicata come Roma?

R: Esatto, perché rischi di mettere confusione nella confusione. Lui è un allenatore molto bravo, ma dovrebbe essere più riflessivo. In alcune situazioni, in conferenza stampa, rischia di essere pericoloso se non conta fino a 10. Questo però è il suo carattere, si può migliorare ma non si cambia. Spero che l’esperienza che ha acquisito a Torino, in questo senso, possa avergli fatto capire cosa importanti.