Nella serata di ieri, mercoledì 18 settembre, la Camera dei Deputati ha approvato – tra le polemiche – il Ddl Sicurezza con 162 voti a favore, 91 contrari e 3 astenuti. Netta la bocciatura del centrosinistra che ha dato battaglia su tutti gli articoli che compongono il decreto, bollato come ‘liberticida’ e repressivo.

Sono circa una ventina, infatti, i nuovi reati introdotti con la ‘riforma’ della sicurezza voluta dal Governo Meloni, dalla norma anti-Ghandi, così ribattezzata perché va a colpire le manifestazioni di ‘resistenza passiva’ al nuovo reato di occupazione abusiva degli immobili privati, ribattezzata invece norma anti-Salis in riferimento all’attivismo dell’europarlamentare di Avs nei Movimenti per la Casa.

La parola adesso passa a Palazzo Madama per l’approvazione definitiva, prima dell’entrata in vigore delle nuove norme in esso contenute.

Approvato il Decreto Sicurezza, quando entreranno in vigore le nuove norme?

Per l’entrata in vigore del Decreto Sicurezza bisognerà attendere la conclusione dell’iter parlamentare che dopo l’approvazione a Montecitorio prevede anche il via libera del Senato. Nei prossimi giorni la conferenza dei capigruppo deciderà la calendarizzazione del provvedimento che difficilmente troverà spazio nel mese di settembre, il cui calendario dei lavori è già stato deciso a inizio mese. Il segretario della Lega, Matteo Salvini, però ha già annunciato che la Lega chiederà per il provvedimento l’esame d’urgenza. Se la richiesta sarà accolta i tempi di approdo a Palazzo Madama potrebbero sensibilmente accorciarsi.

Dopo il via libera del Senato il decreto sicurezza diventa legge delle Stato e le norme in esso contenute entrano ufficialmente in vigore con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale.

Stretta del Governo Meloni, nella riforma sicurezza venti nuovi reati

Un giro di vite necessario secondo la maggioranza, un insieme di norme liberticide per l’opposizione. I giudizi sul Ddl Sicurezza sono diametralmente opposti e riflettono due modi completamente agli antipodi di intendere la gestione della sicurezza.

Più di venti i nuovi reati previsti dal decreto che andranno a incidere e regolare da vicino la vita degli italiani. La discussione in aula si è intrecciata anche con tematiche legate ai diritti a partire dallo spinoso dibattito sullo ius scholae e la cittadinanza italiana, conclusosi con un buco nell’acqua nonostante le premesse della vigilia, con le dichiarazioni di Forza Italia.

Il tema del rispetto dei diritti è stato centrale anche quando si è discusso del carcere per le detenute madri con un duro scontro all’interno della stessa maggioranza tra Lega e Forza Italia. Alla fine è passata la linea dura della Lega che è riuscita a far approvare la norma sul differimento della pena per le detenute in attesa o madri di bambini minori di un anno. In questi casi la legge prevedeva l’obbligo per il giudice di differire la pena, la nuova norma elimina tale obbligo, rendendolo discrezionale.

In extremis, infine, ieri pomeriggio la Lega ha fatto approvare un ordine del giorno con cui impegna il Governo a istituire un tavolo tecnico o una commissione per studiare la fattibilità della castrazione chimica volontaria per chi si macchia di reati sessuali.

Ecco tutti i nuovi reati voluti dal Governo Meloni

La norma sulle detenute madri è solo una delle oltre venti nuove fattispecie di reato e aggravanti contenute nel nuovo decreto licenziato da Montecitorio. Ecco quali sono:

L’articolo 10 del decreto sicurezza prevede l’introduzione nel codice penale italiano del reato di occupazione abusiva di immobili privati a uso abitativo che punisce con una pena fino a sette anni chi occupa abusivamente la casa di altri. L’articolo 10 del decreto, inoltre, introduce anche l’art 132 bis per gli ‘sgomberi celeri’ per i quali non si dovrà più attendere la sentenza di un giudice per liberare l’immobile indebitamente occupato.

C’è poi in reato di sit-in su binari e strade che prevede carcere per i partecipanti ai sit-in che impediscono la circolazione su strada o ferrovia rischiano le manette. Il ddl, infatti, trasforma l’attuale sanzione amministrativa in una fattispecie penale punita con il carcere. Pena ancor più pesante se il fatto è commesso da più persone riunite. In pratica una risposta ai numerosi blocchi stradali e ferroviari attuati negli ultimi mesi da associazioni e attivisti, spesso per protestare contro il cambiamento climatico.

E proprio le proteste pro clima sono state soggette a una severa stretta in caso di reato di danneggiamenti di beni immobili.  Il decreto introduce un’aggravante per chi imbratta o danneggia beni mobili o immobili adibiti all’esercizio di funzioni pubbliche, come ad esempio i palazzi delle istituzioni. La nuova aggravante comporta una pena fino a 5 anni di reclusione.

In tema manifestazioni e proteste, c’è poi la controversa norma anti-Ghandi che va a colpire le manifestazioni tramite resistenza passiva. Il reato introdotto è quello di rivolta e resistenza passiva.

C’è poi la norma anti-proteste Tav e Ponte che di fatto prevede un’aggravante per le “violenza o minacce commesse a fine di impedire la realizzazione di un opera pubblica o di un’infrastruttura”. Un’aggravante appositamente studiata per colpire le manifestazioni anti Tav e Ponte sullo Stretto.

Cambia anche la legislazione in merito alla cannabis Light che diventa nuovamente illegale. Nello specifico viene equiparata alla cannabis stupefacente, con un Thc superiore allo 0,2%. E’ quindi vietato il commercio, la lavorazione e l’esportazione di foglie, infiorescenze, resine e di tutti i prodotti contenenti sostanze derivate dalla pianta di canapa. 

E’ stata introdotta anche una nuova aggravante nel codice penale che scatta quando un reato viene commesso nei pressi di una stazione ferroviaria o metropolitana.

Nel decreto, infine, ha trovato posto anche il divieto di acquisto di una scheda sim per i telefoni cellulari per i cittadini extra UE senza regolare permesso di soggiorno.