Il Senato spagnolo ha approvato una mozione promossa dal Partito Popolare, il principale partito d’opposizione, che potrebbe aggravare ulteriormente le relazioni già tese tra Spagna e Venezuela. Il governo venezuelano aveva precedentemente minacciato una possibile rottura dei rapporti diplomatici in risposta alle tensioni politiche che derivano da questa proposta. Nel frattempo, Edmundo Gonzalez Urrutia, candidato dell’opposizione venezuelana esiliato in Spagna, ha rivelato di aver firmato un documento, prima della sua partenza dal paese, dove dichiarava il riconoscimento della vittoria di Nicolas Maduro, aprendo a discussioni sulle circostanze in cui ha preso tale decisione. La crisi tra Spagna e Venezuela sembra destinata ad approfondirsi ulteriormente.

Crisi Venezuela-Spagna, il Senato spagnolo vota per riconoscere la vittoria di Gonzalez

Lo scorso 11 settembre, il Congresso spagnolo ha approvato una mozione che invita il governo di Pedro Sanchez a riconoscere Edmundo Gonzalez Urrutia come presidente eletto del Venezuela. La proposta è stata avanzata dal Partito Popolare (PP), principale oppositore del partito al governo, PSOE. Il partito di estrema destra Vox ha votato a favore della risoluzione, mentre i socialisti hanno scelto di non appoggiare la mozione, segnando una netta divisione tra le principali forze politiche spagnole sulla questione venezuelana.

Il PP è determinato a proseguire nella sua battaglia per il riconoscimento di Gonzalez. La seconda votazione si è svolta ieri, 18 settembre. Il Senato spagnolo, dove l’opposizione detiene la maggioranza assoluta, ha approvato l’iniziativa con 149 voti favorevoli, 102 contrari e 2 astenuti. Questo passo rischia di aggravare le già fragili relazioni diplomatiche tra Spagna e Venezuela. Il PSOE e i suoi alleati hanno votato contro la mozione presentata dal Partito Popolare.

L’approvazione della mozione non è vincolante ma rappresenta un segnale significativo da parte della Spagna, paese con forti legami culturali e commerciali con il Venezuela. Se il governo spagnolo dovesse effettivamente riconoscere Gonzalez come presidente eletto, ciò avrebbe un impatto rilevante sul piano internazionale. Un tale riconoscimento aumenterebbe la pressione su Nicolas Maduro, che si rifiuta di discutere la possibilità di una transizione di potere.

Il presidente del Parlamento venezuelano, Jorge Rodriguez, ha dichiarato che “non interessa quello che dice il Senato spagnolo” in risposta all’approvazione della mozione. Rodriguez ha anche esortato il governo venezuelano a prendere in considerazione una rottura delle relazioni diplomatiche e commerciali con la Spagna, intensificando ulteriormente le tensioni tra i due paesi.

Maria Corina Machado ringrazia il Senato spagnolo

La leader dell’opposizione venezuelana, Maria Corina Machado, ha accolto con favore gli sforzi dei politici spagnoli, esprimendo gratitudine verso il Senato per aver manifestato il proprio sostegno al popolo venezuelano. Machado ha sottolineato l’importanza di questo gesto considerando il voto come un segnale di solidarietà internazionale verso la lotta dell’opposizione contro il regime di Nicolas Maduro.

Gonzalez annuncia: “Ho firmato un documento che convalida l’elezione di Maduro”

Rodriguez ha spiegato, in un discorso televisivo, che i rappresentanti del governo del presidente sono stati contattati dagli interlocutori dell’opposizione per stabilire comunicazioni per prendere il volo per la Spagna. Questo è avvenuto proprio nel momento in cui la giustizia venezuelana aveva emesso un mandato di arresto contro Gonzalez.

Il presidente del Parlamento venezuelano ha svelato, mercoledì 18 settembre, una lettera firmata da Gonzalez in cui afferma di attenersi alla decisione della Corte suprema di convalidare la vittoria di Maduro alle elezioni del 28 luglio:

Sono sempre stato e sarò disposto a riconoscere e rispettare le decisioni adottate dagli organi di Giustizia, compresa la già citata sentenza della Camera Elettorale (che ha convalidato la vittoria di Maduro alle urne), che pur non condividendola, lo rispetto.

Jorge Rodriguez sostiene che Edmundo Gonzalez Urrutia ha firmato la lettera volontariamente. Tuttavia, Gonzalez ha dichiarato, in un video diffuso sui social media, di aver firmato il documento sotto “coercizione” per poter lasciare il Venezuela:

In altre parole, o firmavo o ne pagavo le conseguenze. Ci sono state ore molto tese di coercizione, ricatto e pressione. A quel tempo pensavo che avrei potuto essere più utile fuori. Mi hanno rinchiuso e non mi hanno permesso di fare il mio lavoro. Un documento prodotto sotto costrizione non ha valore.