Nel 2015 uccise i genitori dell’ex fidanzato Teuta e Shpetim Pasho, ne fece a pezzi i corpi e li nascose in 4 valigie: Elona Kalesha, 40 anni, è già stata condannata a 30 anni di reclusione, ma ora è a rischio ergastolo. Ecco la sua storia.
Uccise i genitori dell’ex, ne fece a pezzi i corpi e li nascose in delle valigie: la storia di Elona Kalesha
Il 2 novembre del 2015 i coniugi Pasho, di 54 e 52 anni, scomparvero improvvisamente nel nulla dopo aver raggiunto l’Italia dall’Albania per salutare il figlio Taulant, che nel giro di qualche giorno sarebbe uscito dal carcere di Sollicciano di Firenze, dove stava scontando una condanna per reati di droga.
Furono avvistati, per l’ultima volta, nei pressi di un appartamento di via Fontana, nella zona di San Jacopino. Appartamento preso in affitto per loro dalla fidanzata del figlio, Elona Kalesha. Quando l’uomo uscì, di loro non c’erano più tracce.
I loro corpi furono trovati solo cinque anni più tardi: erano stati fatti a pezzi e nascosti in quattro valigie abbandonate in un terreno adiacente alla Fi-Pi-Li. Furono riconosciuti solo grazie al tatuaggio di un’ancora che l’uomo aveva sull’avambraccio. I sospetti caddero sulla donna albanese, che oggi ha 40 anni e che, un anno fa, è già stata condannata a 30 anni di reclusione.
Chiesto il massimo della pena in secondo grado
Secondo l’accusa, la donna avrebbe ucciso i due coniugi per evitare che rivelassero al fidanzato che aveva abortito un figlio concepito mentre lui era già detenuto. Ma anche per motivi economici. Per la difesa, che ha presentato ricorso in Appello, la 40enne andava invece assolta.
Non era questo l’esito atteso. Aspetteremo le motivazioni per capire quali sono gli elementi a cui i giudici hanno dato il maggior peso per arrivare a questo convincimento e faremo sicuramente appello. Credo che il processo d’appello possa essere aperto a ogni ipotesi, come lo era questo di primo grado, condotto in modo altamente indiziario,
aveva detto ai giornalisti l’avvocato Federico Febbo, che insieme al collega Antonio D’Orzi la assiste, al termine del processo di primo grado. A riportarlo è Firenze Today. Il procuratore generale Luigi Bocciolini ha chiesto ora per Kalesha il massimo della pena, l’ergastolo. La sentenza è prevista per il 27 novembre prossimo.
Un caso che ne riporta alla mente un altro
Il suo caso ne riporta alla mente un altro: quello di Daniel Belling, il 51enne di nazionalità tedesca residente in Irlanda che è stato condannato a 26 anni di carcere perché ritenuto colpevole di aver ucciso la moglie Xiang Lei Li, scomparsa durante una crociera all’età di 36 anni.
I fatti risalgono al 2017. La donna si trovava insieme al marito e ai figli di 4 e 5 anni su una nave che, dopo essere salpata da Civitavecchia, avrebbe dovuto raggiungere la Grecia, quando, all’improvviso, svanì nel nulla. Ad accorgersene fu il personale di bordo che, nell’atto di contare i passeggeri, non la trovò.
Fu cercata ovunque, senza successo. Secondo la ricostruzione ufficiale, fu uccisa – con modalità mai chiarite – e gettata in mare aperto dopo essere stata nascosta all’interno di una valigia. Il suo corpo non è mai stato ritrovato. Per questo, la difesa dell’uomo, sostiene che egli sia innocente e che la donna, in realtà, abbia approfittato della vacanza per allontanarsi dalla famiglia.
Cosa che, secondo i familiari, non avrebbe mai fatto. Da tempo lei e il marito erano in crisi: sembra che addirittura Belling fosse stato denunciato per maltrattamenti e che rischiasse di perdere l’affidamento dei figli.