Il governo dei Paesi Bassi sta spingendo verso una sorta di “Nexit”, con l’obiettivo di ottenere maggiore autonomia in materia di immigrazione. L’esecutivo, dominato dall’estrema destra, sta facendo passi concreti per limitare l’afflusso migratorio nel paese. Oggi, 18 settembre, la ministra dell’Asilo e Migrazione, Marjolein Faber, ha richiesto all’Ue un “opt-out” per escludere i Paesi Bassi dalle politiche comuni sull’immigrazione.

I paesi bassi chiedono l’esenzione dalla politica migratoria Ue

I Paesi Bassi hanno ufficialmente richiesto l’esenzione dai propri obblighi in materia di immigrazione, segnando un passo significativo e atteso dal nuovo governo olandese. L’esecutivo aveva già annunciato l’intenzione di ignorare alcune parti delle attuali norme sull’asilo, evidenziando un impegno a ridurre drasticamente l’ingresso di migranti nel paese. Questa richiesta rappresenta una sfida alle politiche migratorie comuni dell’Unione Europea e potrebbe innescare ulteriori tensioni con Bruxelles.

La ministra dell’Asilo e Migrazione ha inviato mercoledì 18 settembre una lettera alla Commissione Europea chiedendo ufficialmente l’esenzione dei Paesi Bassi dalle regole sull’accoglienza dei rifugiati, sottolineando la determinazione del governo a ridisegnare la politica migratoria olandese.

Cosa accadrà ora?

Il potere decisionale riguardo l’opt-out in materia di immigrazione spetta ai 27 Stati membri dell’Unione Europea, rendendo l’uscita dal patto sull’immigrazione un processo complesso e non rapido. Non si prevede una revisione immediata delle norme esistenti, poiché la procedura richiede tempo e negoziazioni. Tuttavia, la richiesta del governo olandese evidenzia una crescente sfida agli accordi europei sull’immigrazione.

L’agenda del governo olandese

Il nuovo governo olandese, guidato dal partito dell’ultranazionalista Geert Wilders, sta seguendo un piano preciso per ridurre drasticamente il numero di migranti. Sebbene Wilders non guidi l’esecutivo, la sua influenza è evidente nelle politiche migratorie adottate. Faber ha annunciato il 13 settembre che il governo intende dichiarare lo stato d’emergenza per evitare l’applicazione di alcune norme europee sull’asilo.

Nonostante la retorica forte sul tema dell’immigrazione, i numeri non sembrano giustificare una tale emergenza. Non è chiaro, quindi, se il piano del governo olandese sarà attuabile, poiché i dati mostrano che il numero di richieste di asilo nel paese non ha registrato picchi significativi.