Il decreto Coesione ha in serbo due misure rivolte al lavoro autonomo, tra cui l’incentivo all’autoimpiego Centro Nord Italia: a chi spetta? La misura è rivolta ai giovani con meno di 35 anni d’età in condizioni di difficoltà economica, che decidono di avviare un’attività di lavoro autonomo, imprenditoriale e libero-professionale.
La seconda misura è rivolta esclusivamente al Mezzogiorno d’Italia. Parliamo di Resto al Sud 2.0, rivolto ai giovani con meno di 35 anni in condizione di difficoltà o di marginalità.
Nel testo, ci occuperemo dell’incentivo all’autoimpiego, spiegando come funziona e cosa prevede. Infine, daremo uno sguardo generale ai dati sull’occupazione in Italia.
Cos’è e come funziona l’incentivo all’autoimpiego
L’incentivo all’autoimpiego è una misura contenuta nel decreto Coesione che punta proprio a incentivare le professioni e l’attività d’impresa.
Le attività possono essere avviate secondo due modalità:
- In forma individuale, aprendo la Partita Iva. Dove richiesta, anche l’iscrizione all’Albo professionale per la costituzione di impresa individuale o per lo svolgimento di attività libero-professionale;
- In forma collettiva, con la costituzione di società cooperativa, società in accomandita semplice, società in nome collettivo, società a responsabilità limitata o società tra professionisti.
La misura prevede diverse forme di finanziamenti. È possibile ottenere un voucher di 30.000 euro per l’acquisto di beni, strumenti e servizi per l’avvio dell’attività di lavoro autonomo, imprenditoriali e libero professionali, in forma individuale o collettiva.
In alcuni casi, il voucher può arrivare anche a 40.000 euro, ma solo se si acquistano beni e servizi innovativi, tecnologici e digitali o beni che assicurano la sostenibilità ambientale o il risparmio energetico.
In alternativa, si può ottenere un aiuto in regime de minimis. Come funziona? Si può beneficiare di un contributo a fondo perduto fino al 65% dell’investimento per programmi di spese sotto i 120.000 euro. Qualora si ecceda la cifra, ma senza superare l’importo di 200.000 euro, il contributo scende al 60%.
A chi spetta l’incentivo all’autoimpiego contenuto nel decreto coesione
La misura è rivolta al lavoro autonomo. L’incentivo all’autoimpiego spetta ai giovani aspiranti imprenditori under 35 dell’Italia centrale e settentrionale. Per poter fruire dell’incentivo, i giovani devono trovarsi in condizioni di difficoltà e marginalità oppure essere:
- Inattivi;
- Disoccupati;
- Senza lavoro che ricevono l’assistenza del programma Garanzia di occupabilità dei lavoratori (GOL).
Dati sull’occupazione e sui neolaureati in Italia
Uno sguardo complessivo sui dati sull’occupazione e sui neolaureati italiani potrebbe essere molto utile per capire la situazione reale del Paese.
Nel 2024, secondo i dati dell’ISTAT del 30 agosto, l’occupazione è aumentata del 2,1%, con una crescita complessiva di 490.000 unità. Di queste:
- 437.000 sono lavoratori dipendenti pubblici;
- 249.000 sono lavoratori autonomi.
I lavoratori con contratto a termine sono solo 196.000.
Un discorso molto diverso va fatto per i neolaureati. Il Belpaese si colloca sul gradino più basso della classifica europea. In base alla nota dell’Eurostat del 21 agosto, la percentuale di impiego dei neolaureati (tra i 20 anni e 34 anni) risulta essere mediamente dell’83,5% dell’Unione europea.
Come funziona l’incentivo all’autoimpiego per il Sud
Resto al Sud 2.0, ovvero l’incentivo all’autoimpiego per il Mezzogiorno, è una misura volta a favorire la costituzione di nuove attività localizzate nelle seguenti regioni:
- Abruzzo;
- Basilicata;
- Calabria;
- Campania;
- Molise;
- Puglia;
- Sardegna;
- Sicilia;
- Nelle regioni dell’Italia centrale colpite dagli eventi sismici del 2009 e del 2016.
Gli incentivi, in questo caso, sono costituiti da:
- Un voucher d’avvio compreso tra i 40.000 euro e i 50.000 euro;
- Un contributo a fondo perduto, per programmi di spesa fino a 120.000 euro (75% dell’investimento) oppure, se superiore a 120.000 euro e inferiore a 200.000 euro, pari al 70% dell’investimento.