Il 19 gennaio del 1979 fu trovata morta in una buca situata a bordo strada davanti all’azienda per cui lavorava ad Arso di Chiampo, in provincia di Vicenza: Nadia Chiarello aveva 17 anni; nove giorni prima, dopo aver terminato il suo turno di lavoro, era scomparsa nel nulla. A circa tre anni dalla riapertura delle indagini, la svolta: il prossimo 20 settembre il suo corpo, infatti, sarà riesumato.

Chi era Nadia Chiarello, trovata morta ad Arso di Chiampo nove giorni dopo la sua scomparsa nel 1979

L’obiettivo di chi indaga è escludere che dietro la morte della giovane, archiviata, all’epoca, come un “incidente“, possa nascondersi altro. I familiari, assistiti dai legali dell’Associazione Penelope, non hanno mai creduto, in effetti, alla pista di un’auto pirata e nei mesi scorsi hanno presentato alla Procura una consulenza firmata dal criminologo Edoardo Genovese, ipotizzando che in realtà la 17enne sia stata uccisa.

I fatti risalgono al lontano 1979. Il 10 gennaio, dopo essere uscita dalla conceria Italia di Chiampo, dove da qualche tempo lavorava come segretaria, Nadia Chiarello sparì nel nulla, non presentandosi all’appuntamento che aveva con un vicino di casa che avrebbe dovuto riaccompagnarla. Il suo corpo fu cercato ovunque, senza successo. Nove giorni più tardi fu rinvenuto, alla fine, in un fosso, una buca situata a bordo strada proprio davanti all’azienda. Si pensò che potesse essere stata investita. 45 anni dopo, la svolta.

La riesumazione del corpo 45 anni dopo i fatti

Il 20 settembre prossimo il corpo di Nadia sarà riesumato. L’anatomopatologo Giovanni Cecchetto, a cui domani, 19 settembre, la pm Maria Elena Pinna conferirà l’incarico, dovrà analizzarne le ossa in presenza di un consulente nominato dalla difesa della famiglia.

Sappiamo bene che arrivare a una verità giudiziaria sarà molto complicato, però vogliamo almeno arrivare alla verità storica, ovvero a dimostrare che Nadia non è stata investita da un’auto, ma che è stata uccisa,

spiega l’avvocata Chiara Parolin. A riportarlo è Il Giornale di Vicenza. L’obiettivo dei nuovi accertamenti sarebbe, quindi, quello di risalire all’entità delle fratture e lesioni riportate dalla giovane (che, secondo l’autopsia eseguita all’epoca dei fatti, sarebbe morta a causa di un trauma cranico) e all’eventuale presenza di tracce di agenti chimici.

Se ci fossero, potrebbero confermare che il corpo della 17enne fu tenuto, per un certo periodo di tempo, all’interno di una botte per le pelli (come emergerebbe da alcune testimonianze di allora, secondo Il Corriere del Veneto). Si spiegherebbe così perché nessuno lo notò subito in strada: potrebbe esserci stato portato in un secondo momento.

Sarà riesumato anche il corpo di Amedeo Matacena

La notizia della riesumazione del corpo di Nadia Chiarello – che potrebbe finalmente fare luce su quanto accaduto alla ragazza – segue di appena un giorno quella della riesumazione dei corpi di Amedeo Matacena e della madre Raffaella De Carolis.

A deciderlo è stata la Procura di Reggio Calabria, che sospetta che entrambi possano essere stati uccisi e ha iscritto nel registro degli indagati la seconda moglie dell’ex parlamentare, Maria Pia Tropepi. Gli accertamenti dovrebbero prendere il via il prossimo primo ottobre.

Da chiarire se davvero i due – morti a distanza di tre mesi l’uno dall’altro nel 2022 – siano deceduti per cause naturali (Matacena, in particolare, per un infarto del miocardio, come vuole la ricostruzione ufficiale).

All’epoca si trovava a Dubai. Da qualche anno, infatti, era latitante perché fuggito prima che venisse arrestato (e messo in carcere) per concorso esterno in associazione mafiosa per aver favorito la ‘ndrangheta. La madre lo aveva raggiunto per stargli vicino.