Domani, 18 settembre 2024, è stata messa in agenda la prima seduta della commissione parlamentare di inchiesta sull’emergenza Covid: appuntamento alle 8,30 in Parlamento per eleggere il presidente, i vicepresidenti e i segretari. Sta di fatto che le opposizioni al Governo Meloni la boicotteranno. Non ci sarà alcun rappresentante di Pd, Movimento Cinque Stelle e Avs a celebrarne i lavori. Il motivo lo spiega a Tag24.it il capogruppo di Alleanza Verdi e Sinistra Peppe De Cristofaro.

Che cos’è la commissione d’inchiesta sull’emergenza Covid, perché il centrosinistra la boicotta e i militari russi

Perché è nata l’esigenza di istituire questa commissione d’inchiesta? A febbraio scorso, fu votata in maniera compatta dal centrodestra. Essa prevede la partecipazione di 15 deputati e di altrettanti senatori con il compito di indagare, per tutta la durata di questa legislatura (quindi, fino al 2027), se le misure adottate per prevenire e affrontare l’emergenza pandemica sono state efficaci. Lo scopo è “di valutarne la prontezza, l’efficacia e la resilienza anche al fine di fronteggiare una possibile e futura nuova pandemia di analoga portata e gravità”. La Commissione, poi, sarà tenuta a presentare alle Camere una relazione sulle attività di indagine svolte e, naturalmente, sui risultati dell’inchiesta.

I punti caldi

Sta di fatto che le zone d’ombra dell’azione dell’allora Governo Conte dal febbraio-marzo 2020 a emergenza finita, all’inizio del 2022, sono tanti. Si va dalle mascherine acquistate dalla Cina ai banchi a rotelle per le scuole. Più precisamente. nel testo di legge che istituisce la commissione, si citano questi:

“L’accertamento delle ragioni del mancato aggiornamento del Piano pandemico redatto nel 2006; la verifica dei compiti e la valutazione dell’efficacia e dei risultati delle attività della task-force istituita presso il ministero della Salute e del Comitato tecnico-scientifico e degli altri organi, commissioni o comitati di supporto; la valutazione della tempestività e adeguatezza delle indicazioni e degli strumenti forniti dal Governo e dalle sue strutture di supporto alle Regioni e agli enti locali in ciascuna fase dell’emergenza pandemica; la valutazione della tempestività e adeguatezza delle misure adottate sotto il profilo del potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale; l’indagine su eventuali abusi, sprechi, irregolarità o illeciti sulle procedure di acquisto e la gestione delle risorse destinate al contenimento e alla cura del Covid-19 da parte del governo; l’accertamento e la valutazione di alcuni specifici aspetti relativi alla gestione dell’emergenza, tra i quali l’acquisto di dispositivi di protezione individuale prodotti in Cina per la spesa complessiva di 1,25 miliardi di euro, la realizzazione dell’applicazione “Immuni”, la gestione della fase iniziale della campagna di vaccinazione, l’acquisto di banchi a rotelle; la valutazione delle misure di contenimento adottate dal governo, compreso il rispetto dei diritti umani e delle libertà costituzionalmente garantite nella loro applicazione”

Cosa c’entrano i russi

Non è tutto: sull’intera vicenda della Commissione, in realtà, aleggia il fantasma dell’esercito russo. Proprio così: nel marzo 2020, un accordo tra l’allora premier italiano Giuseppe Conte e Vladimir Putin incredibilmente spalancò le porte di un Paese Nato ai militari di Mosca: all’aeroporto di Pratica di Mare, in pieno lockdown, atterrarono tredici quadrireattori Ilyushin decollati dalla Russia. Ad attenderli c’era il ministro degli Esteri Luigi Di Maio. Sta di fatto che trasportavano solo 28 tra medici e infermieri mentre erano ben 104 gli uomini ai comandi del Generale Sergey Kikot, vice comandante del reparto di difesa chimica, radiologica e biologica dell’esercito russo. 

Ora: la delegazione esplicitò la volontà di entrare non solo nei presidi ospedalieri e nelle Rsa per dare una mano dal punto di vista medico, ma anche “di entrare negli edifici pubblici e sanare il territorio”. La qual cosa fu al centro di uno scontro diplomatico al termine del quale l’allora ministro della Difesa Lorenzo Guerini riuscì in qualche modo ad avere la meglio. In ogni caso, i russi scorazzarono per l’Italia fino a giungere anche nell’epicentro internazionale della pandemia, Bergamo, all’insaputa dell’allora sindaco Giorgio Gori. Nel capoluogo orobico rimasero un paio di mesi e andò a finire che il Ministero degli Esteri conferì a un alto graduato dell’esercito russo, Paramonov, anche una onorificenza per la missione di “aiuto” prestato. Sul caso, poi, l’allora premier Giuseppe Conte ha avuto modo già di specificare:

“I direttori delle agenzie di intelligence Aise e Aisi hanno assicurato che non c’è mai stata attività impropria che ha travalicato dai confini sanitari. Lo hanno riferito anche di fronte al Copasir specificando che l’attività dei russi si è svolta nei limiti e nelle forme che sono poi state concordate con le autorità sanitarie. Per questo le insinuazioni, i dubbi e le perplessità mi sembrano assolutamente fuori luogo”

Ma tant’è: considerata l’invasione del 24 febbraio 2022 dell’esercito russo in Ucraina e la conseguente minaccia a tutta l’Europa democratica da parte di Mosca, le inquietudini su quell’episodio non si sono affatto placate.

Peppe De Cristofaro (Avs): “Ecco perché boicottiamo la commissione”

Tornando, in ogni caso, a oggi: perché il centrosinistra, all’epoca dell’emergenza Covid maggioranza con il governo giallo-rosso di Conte, ha deciso di boicottare la commissione? Già ad agosto, annunciatasi la presenza in questo gruppo di lavoro del senatore leghista no-vax Claudio Borghi, si sono scatenate le polemiche. Ma ora, a spiegarlo a Tag24.it, è il senatore Avs Peppe De Cristofaro:

“Abbiamo sempre sostenuto che una eventuale commissione d’inchiesta parlamentare sul Covid avrebbe dovuto coinvolgere tutte le istituzioni coinvolte nell’emergenza, non solo il Governo dell’epoca che si trovò a fronteggiare improvvisamente la più grande emergenza sanitaria della nostra epoca”

Nello specifico: il centrosinistra voleva che ad interessare la commissione parlamentare fossero anche le varie Regioni. Quella più colpita, la Lombardia, era guidata dal leghista Attilio Fontana. E quest’ultimo non fu esente da polemiche per come gestì quei mesi tanto difficili. Ma De Cristofaro la mette così:

“La destra, da questo punto di vista, non ha voluto ascoltare ragioni. Il suo scopo, quindi, dando vita alla Commissione d’inchiesta sull’emergenza Covid, è solo quello di imbastire strumentalmente un processo politico contro un governo di centrosinistra. Per questo non le presteremo il fianco”