Le carceri del Venezuela negli ultimi due mesi si sono riempite di oppositori dopo la contestata vittoria alle elezioni del 28 luglio del presidente Maduro ma tra i detenuti ci sono anche cittadini stranieri. Tre statunitensi, due spagnoli ed un ceco sono stati fermati a Caracas con l’accusa di aver preso parte ad un complotto contro Maduro.

Washington, Madrid e Praga ha chiesto più volte informazioni su quanto sta accadendo in Venezuela senza però ricevere segnali confortanti dal ministero degli Interni. Il titolare del dicastero Cabello ha spiegato che i sei stavano ordendo un piano volto a destabilizzare il Venezuela e che sono stati sequestrati oltre quattrocento fucili. La questione inerente gli stranieri detenuti a Caracas potrebbe provocare una crisi diplomatica: Repubblica Ceca, Spagna e Washington infatti non riconoscono la vittoria di Maduro.

Sei stranieri detenuti in Venezuela: la situazione

Lo scorso fine settimana la polizia di Caracas ha annunciato l’arresto di tre cittadini statunitensi, due spagnoli e un ceco dicendo di aver sequestrato circa 400 fucili dagli Usa. Il ministro degli Interni Cabello ha parlato di un presunto piano per destabilizzare il Paese. L’obiettivo dei sei stranieri era colpire il presidente Maduro ed altri funzionari del suo governo.

Le autorità venezuelane sono convinte che dal 28 luglio, data della vittoria alle elezioni presidenziali di Maduro, l’Occidente stia cercando di destabilizzare il Paese. Questa convinzione è stata fomentata anche dall’atteggiamento dell’Ue e degli Usa alla riconferma di Maduro che non hanno riconosciuto la vittoria del presidente chavista.

Aumentano le tensioni tra Washington e Caracas: chi sono i detenuti e di cosa sono accusati?

Il ministro degli Interni venezuelano ha dichiarato che tra le sei persone fermate nella capitale venezuelana figurava anche un ufficiale dell’esercito statunitense, Wilbert Castaneda. Gli altri due americani come David Estrella e Aaron Barren Logan. Gli spagnoli invece si chiamano Jose Maria Basoa e Andres Martinez Adasme. Secondo le autorità di Caracas, questi uomini sarebbero legati ai servizi segreti americani e spagnoli.

Anche il presidente Maduro ha commentato la vicenda dei sei stranieri detenuti nel suo Paese. Il capo di Stato ha detto che la polizia venezuelana ha arrestato “il capo delle operazioni terroristiche contro il Venezuela“. Secondo Maduro, i sei carcerati erano pronti a piazzare bombe ed ha ironizzato sulle loro presunte attività terroristiche:

“Il governo degli Stati Uniti non si aspettava che avremmo avuto la capacità di catturare il capo delle operazioni del piano terroristico contro il Venezuela. Questi turisti terroristi erano pronti a piazzare bombe nel loro tempo libero, sono venuti per un nuovo tipo di turismo, turismo d’avventura come si potrebbe chiamare, turismo esplosivo”

Washington, che ha chiuso i rapporti con Caracas da ormai cinque anni, ha smentito categoricamente ogni coinvolgimento di suoi cittadini in azioni terroristiche. Il Venezuela potrebbe interrompere le relazioni anche con Madrid dato che la Spagna ha accolto l’avversario alle elezioni di quest’anno Gonzalez Urrutia. Ora si valuta una proposta del Partito Popolare spagnolo per riconoscere Gonzalez come vincitore e decidere di non portare avanti i rapporti con il governo di Caracas.