La Procura di Reggio Calabria ha aperto un’indagine per accertare la causa della morte di Amedeo Matacena, l’ex parlamentare di Forza Italia che nel 2022 è deceduto mentre era latitante a Dubai. Ecco cosa ne sappiamo.

Chi era Amedeo Matacena? Moglie, figli e padre dell’ex parlamentare

Nato nel 1964 a Reggio Calabria, Amedeo Matacena era noto ai più per le sue origini. Il padre, che si chiamava come lui, controllava, infatti, la storica società di navigazione “Caronte & Tourist”, un colosso del traghettamento nello stretto di Messina.

Ma era noto anche come parlamentare. Nel 1994, anno che segnò l’ingresso in politica di Silvio Berlusconi, diventò deputato con Forza Italia. Fu eletto per due volte, fino al 2001. Nel frattempo, dopo un legame con l’annunciatrice televisiva Alessandra Canale, da cui ebbe un figlio, sposò Chiara Rizzo – da cui ebbe un altro figlio – e successivamente l’ex modella Maria Pia Tropepi.

Nel 2012, al termine di lunghe indagini condotte dalla magistratura calabrese, venne accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. L’anno successivo la Cassazione lo condannò a 5 anni di reclusione. Si riteneva che avesse avuto dei legami con la ‘ndrangheta, offrendole il sostegno economico e logistico necessario per il controllo delle attività nel settore dei trasporti.

Prima dell’arresto, riuscì però a fuggire dall’Italia, trovando rifugio negli Emirati Arabi Uniti, che non concessero la sua estradizione alle autorità del nostro Paese. Una vicenda complicata, che costò all’ex ministro Claudio Scajola una condanna a 2 anni per “procurata inosservanza della pena”.

Aperta un’inchiesta per accertare la causa della morte di Matacena e della madre

È recente la notizia dell’iscrizione del nome della sua ultima moglie, Maria Pia Tropepi, nel registro degli indagati per la sua morte, avvenuta, in circostanze misteriose, il 16 settembre del 2022. Stando a quanto riportano fonti locali, la donna, 43enne originaria di Lamezia Terme, sarebbe sospettata di aver ucciso sia lui che la madre Raffaella De Carolis, morta il 18 giugno del 2022, tre mesi prima di Matacena, sempre a Dubai.

L’uomo, che al momento del decesso aveva appena compiuto 59 anni, è morto, ufficialmente, per un infarto del miocardio. Ora il suo corpo sarà però riesumato insieme a quello della madre. Agli accertamenti, che saranno eseguiti dal medico legale Aniello Maiese e dalla tossicologa Chiara David a partire dal prossimo primo ottobre, prenderà parte anche un consulente nominato dalla difesa dell’indagata, che ancora vive tra l’Italia e l’estero.

Sembra che dopo la morte del marito si fosse opposta alla richiesta di rimpatrio della salma presentata dai suoi familiari, facendo sapere che l’ex parlamentare aveva espresso il desiderio di essere cremato. Cosa che poi non è avvenuta per volontà dei figli, che lo hanno seppellito nel cimitero di Formia. Il legale di uno di loro ha fatto sapere alla Gazzetta del Sud:

Questo procedimento nasce a prescindere dalla nostra attività. Noi non abbiamo fatto nulla […]. Aspettiamo cosa emergerà dall’autopsia e dopo, se ci saranno degli esiti positivi per noi ed evidentemente negativi per gli indagati, ci costituiremo parte civile.

Si aspettano, insomma, sviluppi. L’autopsia potrebbe confermare che Matacena morì per cause naturali, scagionando Tropepi; oppure potrebbe portare alla luce altro, incastrando la donna, che a settembre del 2022, quando il marito morì, portava in grembo i loro due gemelli.

I recenti casi di riesumazione

Si sono già verificati casi simili. Casi in cui i corpi di persone morte, anche da diverso tempo, sono stati riesumati per nuovi accertamenti. Si pensi a Liliana Resinovich, il cui decesso, a distanza di tanti anni, resta ancora un giallo: il cosiddetto “giallo di Trieste”.