Dove si trova e qual è la storia di Mirabella Eclano? C’è grande attesa nel comune di Mirabella Eclano, scelto per ospitare il prossimo G7. Il paese infatti sarà completamente blindato dal 2 al 4 ottobre per l’importante summit tra gli esponenti dei maggiori Stati mondiali.
La scelta di organizzare il G7 in Irpinia è stata fortemente sostenuta dall’attuale Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, che ha spiegato come la riunione possa diventare un importante evento di rilancio per tutta la regione.
Il comune di Mirabella Eclano è stato dunque selezionato perché profondamente ricco di storia, cultura e tradizioni, oltre che la sua eccezionale bellezza paesaggistica. La decisione segue quanto già avvenuto nel recente passato da parte dell’attuale Governo, con un progetto di rilancio e valorizzazione di preziose realtà sul nostro territorio.
Dove si trova e qual è la storia di Mirabella Eclano: la città che ospiterà il G7
Mirabella Eclano è un comune della Regione Campania, appartenente alla provincia di Avellino. Sorge in una zona strategica dell’Irpinia, incastonata tra il corso del fiume Calore e la valle dell’Ufita.
Il suo territorio collinare si estende tra diverse altitudini, passando da un minimo di 190 metri sul livello del mare ad una quota massima di 665 metri. Il borgo principale è ubicato a quasi 400 metri di altezza, ma dalla contrada di Santa Caterina, situata molto più in alto, si riesce ad avere una spettacolare vista di tutta la valle.
Rispetto ad Avellino, Mirabella Eclano è dunque in posizione più nord-orientale, con una distanza di circa 20 chilometri. La stessa misura separa il borgo dal confine con la Regione Puglia.
Essendo ubicato nell’entroterra appenninico, il paese risente di un clima fortemente influenzato dalle escursioni termiche. La conformazione del territorio fa sì che questa zona sia meno piovosa e ventosa di aree più occidentali della regione.
La storia di Mirabella Eclano
Il nucleo urbano dove Matteo Piantedosi e le altre cariche governative si ritroveranno i primi giorni di ottobre nacque su insediamento dei Sanniti che presso battezzarono il borgo con il nome di Aeclanum. Successivamente il paese venne colonizzato dall’espansione del Popolo Romano. In seguito ad un’insurrezione sociale, nell’89 a.C. il centro abitato venne completamente distrutto per volere dell’allora militare romano Lucio Cornelio Silla.
Successivamente i romani la ricostruirono e divenne una colonia fortificata, crocevia di passaggio della tratta mercantile che attraversava la via Appia.
Intorno al V secolo e con il dominio dei Longobardi, Eclano venne annessa al Ducato di Benevento. Nel 663 venne completamente distrutta da un attacco dell’esercito bizantino. Quel che rimase diede vita ad un piccolo borgo, chiamato Quintodecimo, per identificare la sua distanza in miglia da Benevento.
Tra il X e il XI secolo il nucleo venne trasferito e ribattezzato prima in Aquaputrida e dal XIV secolo in Mirabella.
Come ben noto la fascia Irpinia è fortemente soggetta ad eventi sismici. Il borgo infatti subì nel corso della sua storia due devastanti distruzioni causate dal terremoto. La prima avvenne in conseguenza del sisma di Benevento del 1702, ma conseguenze più catastrofiche si ebbero con il successivo terremoto dell’Irpinia datato 1732.
Il borgo venne pertanto ricostruito, questa volta nella sua attuale sede. Solo nel dicembre del 1862 Vittorio Emanuele II autorizzò il comune ad assumere il nome di Mirabella Eclano.
Nel periodo della seconda guerra mondiale, il borgo in mano alle autorità fasciste fu destinato ad accogliere i profughi ebrei in internamento civile. Alcuni di essi provenivano dalla Polonia e dalla Slovacchia. L’arrivo dell’esercito alleato nel settembre del 1943 liberò la zona dal dominio fascista.
Il simbolo della comunità
Uno degli eventi più attesi dalla comunità locale è senza dubbio la cosiddetta Grande tirata. Si tratta di una manifestazione di folklore che si unisce alla spiritualità, per festeggiare Maria S.S. Addolorata nel giorno del terzo sabato di settembre.
Un obelisco rivestito di paglia intrecciata e dall’imponente altezza di 25 metri viene trasportato su un carro, trainato da sei coppie di buoi, per le vie del centro, dalla zona di Santa Caterina fino al borgo.
Arrivato al centro del paese, gli abitanti iniziano a issare la maestosa struttura e fissano il tutto con tradizionali corde di canapa, mentre alla sommità viene posta la statua della Madonna Addolorata.