Nuovo e doloroso capitolo nel lungo procedimento ai fratelli Gabriele e Marco Bianchi, condannati a 24 anni di reclusione per l’omicidio del 21enne Willy Monteiro Duarte: la Corte di Cassazione ha annullato e rinviato il processo per contraddizioni interne sulla concessione delle attenuanti.
I “gemelli di Colleferro” – così soprannominati il 26enne Marco e il 30enne Gabriele – potrebbero nuovamente rischiare l’ergastolo per aver brutalmente picchiato, insieme ai loro amici Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, il giovane fino a ucciderlo nella notte fra il 5 e il 6 settembre 2020.
Omicidio Willy, per la Cassazione i motivi per le attenuanti ai fratelli Bianchi sono insufficienti: processo annullato con rinvio
Dalla loro cella nel carcere di Rebibbia, a Roma, Gabriele e Marco Bianchi attendono il proseguimento del processo che li vede imputati per il brutale e fatale pestaggio di Willy Monteiro Duarte, il giovane 21enne romano e di origine capoverdiana, ucciso la notte fra il 5 e il 6 settembre 2020.
Oggi, 17 settembre 2024, l’ennesima svolta: la Corte Suprema di Cassazione ha disposto un appello bis ai due fratelli, annullando e rinviando – di fatto – l’udienza perché le motivazioni fornite dalla Corte d’Assise d’appello di Roma alla concessione delle attenuanti generiche sono da considerarsi insufficienti.
La decisione, in realtà, risale allo scorso 9 aprile 2024, tuttavia, i motivi della Cassazione sono trapelati solamente oggi. Dunque, i due fratelli di Artena potrebbero vedersi nuovamente prolungare la pena e anche la possibilità della condanna all’ergastolo torna i gioco. Così la presidente della I sezione penale della Corte di Cassazione, Monica Boni:
Accolto il ricorso proposto dal procuratore generale territoriale che ha denunciato la violazione di legge e il vizio della motivazione della sentenza di primo grado decisa dalla Corte di assise di appello, nella parte in cui ha riconosciuto a Gabriele Bianchi e Marco Bianchi le circostanze attenuanti generiche con la corrispondente mitigazione del relativo trattamento sanzionatorio
Le ragioni della Corte di Cassazione
Secondo i giudici della Corte di Cassazione, le ragioni espresse in aprile, durante la sentenza di primo grado, dalla Corte d’Assise d’appello di Roma non sarebbero sufficienti a spiegare la riduzione della pena a 24 anni di reclusione, né per l’applicazioni delle attenuanti generiche.
Nelle 107 pagine delle motivazioni della Cassazione, infatti, si spiega chiaramente che l’accoglimento delle circostanze attenuanti avanzate dai legali difensori dei due fratelli, non trova un valido e concreto fondamento e, anzi:
La motivazione viziata per contraddittorietà interna e per sua strutturale carenza rispetto alla giustificazione puntuale e adeguata delle conclusioni raggiunte dalla Corte d’Assise. In Appello tali imputati sono stati meritevoli delle circostanze attenuanti generiche perché: rilievo assumeva il dolo eventuale, forma meno intensa, con conseguente necessità di adeguare la sanzione al fatto.
I Bianchi erano estranei alla lite iniziale, da cui era scaturita l’aggressione, la loro condotta si era esaurita in un breve lasso di tempo e il pestaggio era ascrivibile anche agli altri imputati; la negativa personalità dei Bianchi non era cosi soverchiante e non si poteva distinguere la finzione dalla realtà e la devianza dal cattivo gusto
La ricostruzione del primo processo: i Bianchi condannati all’ergastolo
Un omicidio avvenuto per futili motivi in soli 50 secondi. Meno di un minuto e la vita di Willy è stata spezzata per sempre da due esperti lottatori di MMA e dai loro amici, condannati a 23 anni e 21 anni di carcere.
Dopo quella terribile notte di settembre del 2020, i quattro sono finiti sotto i riflettori dell’opinione pubblica e dei media. Ma, soprattutto, sono venuti i a galla i comportamenti violenti e vessatori che da anni terrorizzavano Colleferro e i paesi limitrofi.
Il primo processo a carico degli imputati – Gabriele e Marco Bianchi, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli – è avvenuto il 10 giugno 2021. In udienza, i Comuni di Colleferro, Paliano e Artena si costituiscono parte civile, insieme alla famiglia Monteiro.
Dal Tribunale, Pincarelli viene condannato a 21 anni e Francesco Belleggia a 23 anni. Per i Bianchi la Corte d’Assise di Frosinone dispone l’ergastolo. Una sentenza, quella della Corte d’Assise, che ai picchiatori della chat “La gang dello scrocchio” non è andata giù. Da qui, il ricorso in Appello.
Il 12 luglio 2023, la Corte d’Appello di Roma ha accolto il ricorso e le attenuanti generiche avanzate dai difensori del 26enne e del 30enne. Nelle motivazioni, poi pubblicate, i giudici hanno dichiarato che i Bianchi sarebbero stati estranei alla lite iniziale, sfociata nel pestaggio e che, per questo, non avrebbero avuto colpe da dividere con gli altri imputati.
A ciò si è aggiunto il fatto che per la Corte non si potesse ritenere la negativa personalità dei fratelli Bianchi un elemento così soverchiante da prevalere perfino “sull’elemento soggettivo del reato“. Visto che il clamore mediatico della vicenda avrebbe distorto ed esasperato la loro immagine pubblica.