La società madre cinese di TikTok, ByteDance, è attualmente coinvolta in una battaglia legale con il dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti. La disputa è emersa dopo che, nel mese di aprile, gli Usa hanno approvato una legge che potrebbe portare al divieto della piattaforma nel paese, alimentando così una crescente tensione tra Washington e Pechino. Lunedì 16 settembre si è tenuta la prima udienza del processo. Ecco i dettagli principali di quanto accaduto.

Usa, verso il divieto TikTok: perché è partito il processo?

È iniziata la battaglia legale sul futuro di TikTok negli Stati Uniti, una delle piattaforme più popolari del paese, che ora rischia di essere vietata. Il 24 aprile scorso, il Senato americano ha approvato una legge che stabilisce una scadenza di nove mesi per il trasferimento della proprietà dell’app da ByteDance ad un acquirente approvato. Se il passaggio non avverrà entro la scadenza del 19 gennaio, la società cinese potrebbe trovarsi di fronte a un divieto negli app store statunitensi. Questo non comporterebbe un blocco diretto ma porterebbe alla sospensione dell’accesso alla piattaforma per circa 170 milioni di utenti americani.

I legislatori statunitensi hanno approvato il regolamento a seguito di preoccupazioni riguardanti la sicurezza nazionale, sostenendo che la misura è necessaria per proteggere i dati degli utenti. Tuttavia, ByteDance, la società cinese proprietaria di TikTok, sostiene che il governo degli Stati Uniti ha evitato di partecipare ai negoziati per risolvere le preoccupazioni sollevate dalle autorità statunitensi sin dal 2022. Inoltre, la società contesta l’eventuale divieto, affermando che potrebbe rappresentare una violazione della libertà di parola.

La prima udienza del processo sul divieto TikTok

È iniziato, lunedì 16 settembre, il processo sul futuro di TikTok negli Stati Uniti presso la Corte d’appello federale per il Distretto di Columbia. Durante la prima udienza, il legale del dipartimento di Giustizia ha ribadito la posizione del governo, sostenendo che TikTok rappresenta una minaccia per la sicurezza nazionale a causa dell’accesso che la piattaforma ha a enormi quantità di dati personali degli utenti americani. L’avvocato ha sostenuto che la Cina potrebbe alterare segretamente le informazioni a cui gli utenti hanno accesso, sollevando preoccupazioni riguardo alle possibili influenze e ai rischi per la sicurezza.

Il legale di ByteDance ha contestato le accuse, dichiarando che l’amministrazione statunitense non ha fornito prove concrete che dimostrino che la società cinese rappresenti effettivamente dei rischi per la sicurezza nazionale. TikTok aveva precedentemente annunciato di aver investito oltre 2 miliardi di dollari per migliorare la protezione dei dati degli utenti, cercando di dimostrare il proprio impegno nella sicurezza e nella privacy.

La disputa tra Washington e Pechino su TikTok rappresenta una delle questioni più importanti nell’equilibrio tra libertà di parola e sicurezza nazionale. Le parti hanno richiesto una decisione entro il 6 dicembre e si prevede che il caso possa eventualmente arrivare alla Corte Suprema. Questa scadenza lascerebbe il tempo necessario per presentare un ricorso. È improbabile che il conflitto si risolva prima delle elezioni presidenziali del 5 novembre.