Il caso Open Arms, con la richiesta di condanna a sei anni per il ministro Matteo Salvini, ha aperto un nuovo fronte di scontro tra maggioranza e opposizione sul tema della giustizia soprattutto dopo le dichiarazioni critiche del Governo, e di diversi esponenti della maggioranza, nei confronti della magistratura.

Una vicenda su cui, non a caso si innesta anche il dibattito sulla riforma della Giustizia con la maggioranza che coglie l’occasione per sottolineare la necessità di riformare o addirittura ‘rifondare’ il prima possibile il sistema.
Tra attacchi ai giudici e accuse di voler politicizzare la vicenda lo scontro tra maggioranza e opposizione – su due fronti diametralmente opposti – è servito.

Nella serata di lunedì 16 settembre, intanto, il vicepremier Matteo Salvini, è intervenuto nuovamente sulla vicenda e annunciando di non avere intenzione di patteggiare.

Open Arms, Salvini parla in tv: “Provano a mettere in difficoltà il Governo. Non patteggio”

In serata, il segretario della Lega Matteo Salvini è intervenuto alla trasmissione Quarta Repubblica su Rete 4, ribadendo il suo punto di vista sulla vicenda Open Arms e sottolineando come – a suo avviso – stiano
“provando in ogni maniera a mettere in difficoltà questo governo, e quindi attaccano me”.

Ricordiamo che all’epoca dei fatti contestatigli, Salvini era Ministro degli Interni nel primo Governo Conte.

Il vicepremier ha anche annunciato che intende andare fino in fondo nel procedimento giudiziario.

“Io non patteggio, vado fino in fondo, fino alla Cassazione. Credo nella magistratura, cerco di dirlo senza sorridere troppo. Ma c’è una parte della giustizia politicizzata, ci sono magistrati e Pm che fanno politica”.

Caso Open Arms, Bonelli: “Meloni apre un grave conflitto costituzionale nel nostro Paese”

Un appello alla destra a evitare lo scontro tra poteri, arriva dal presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia, che a Cinque minuti su Rai1 ha sottolineato il rischio di “trascinare il potere giudiziario in un conflitto”.

“C’è un processo, deciderà la magistratura e ricordo che ci sono tre gradi di giudizio. Auguriamo a Salvini di dimostrare la sua innocenza in tribunale, ma la condanna politica per ciò che ha fatto è inappellabile. Alla destra però dico ‘fermatevi’, lo scontro tra poteri è pericoloso”.

Per il leader di Avs, Angelo Bonelli, intervistato dagli inviati di Tag24.it, con le sue parole Giorgia Meloni avrebbe aperto un conflitto costituzionale nel Paese.

“Chi sta politicizzando è la destra perché quello che ha fatto Salvini è vergognoso. Salvini dice di aver difeso i confini nazionali. Ma non ha fermato una nave da guerra. Ha fermato 147 persone, naufraghi in mezzo al mare. Quello che ha fatto Giorgia Meloni intromettendosi nelle decisioni dell’autorità giudiziaria apre un grave conflitto costituzionale nel nostro paese.”

ha dichiarato Bonelli.

La Premier, poche ore dopo la richiesta di una pena di sei anni per Salvini, scriveva sui suoi canali social:

“Trasformare in un crimine il dovere di proteggere i confini italiani dall’immigrazione illegale è un precedente gravissimo. La mia totale solidarietà al Ministro Salvini”.”

Donzelli: “Abbiamo fiducia nel sistema giustizia, ma lo stiamo anche riformando”

Una lettura che, naturalmente, trova in disaccordo il centrodestra che, da sabato 14 settembre, si è stretto a protezione del Ministro dei Trasporti.

Il deputato Giovanni Donzelli, Responsabile dell’Organizzazione di Fratelli d’Italia ha definito ‘abnorme’ la richiesta di sei anni per Salvini.

“Lui ha fatto il suo dovere come ministro e penso sia incredibile che qualcuno ipotizzi di metterlo in galera per questo. Io ho massimo rispetto della magistratura che come istituzione ha il nostro massimo rispetto, ma all’interno ci sono persone che sbagliano. È legittimo in democrazia evidenziare se non si è d’ accordo. Nella giustizia come sistema abbiamo fiducia, ma la stiamo anche riformando.”

Ha concluso Donzelli con un richiamo alla Riforma della Giustizia che rappresenta uno dei punti principali del patto di Governo.

Il senatore Lucio Malan, invece, ha evidenziato che

“Le scelte politiche non dovrebbero essere oggetto di processo. Noi contiamo che non ci sia una condanna perché pensiamo che valga la divisione dei poteri.”