Fisco, via all’adempimento collaborativo: il provvedimento ministeriale del 31 luglio indica l’iter procedurale che mira ad instaurare un rapporto collaborativo tra Fisco e società.
Il provvedimento ministeriale di fine luglio mira ad indicare la procedura consentita per i periodi di applicazione del regime di adempimento di collaborazione, che mira ad instaurare un rapporto di fiducia tra Agenzia delle Entrate e società. Il provvedimento entrerà in vigore a partire dal 25 settembre. I contribuenti titolari di Partita IVA che si accorgono di aver commesso irregolarità e omissioni possono sanare in modo del tutto spontaneo.
Fisco, via all’adempimento collaborativo: ecco cosa cambia per i contribuenti
In Gazzetta Ufficiale è stato pubblicato il provvedimento ministeriale n. 136, che indica l’iter procedurale con cui i contribuenti possono regolarizzare le violazioni in modo del tutto agevolato. Si tratta del regime di adempimento collaborativo, che ha la finalità di instaurare un rapporto di collaborazione e di fiducia tra Fisco e società.
I contribuenti ammessi al regime di adempimento collaborativo che si accorgono di aver commesso irregolarità ed omissioni nel pagamento di importi dovuti all’Agenzia delle Entrate oppure che mirano a regolarizzare la propria posizione ricorrendo al ravvedimento operoso. Il provvedimento ministeriale indica l’iter procedurale ad hoc che è permessa per i periodi di applicazione del regime di adempimento di collaborazione. Il provvedimento entrerà in vigore a partire dal 25 settembre.
Come spiegato dal sito dell’Agenzia delle Entrate, i contribuenti interessati hanno la possibilità di presentare all’ufficio competente una comunicazione che contenga tutte le informazioni utili che consentono una disamina esaustiva. Inoltre, gli elementi informativi devono permettere all’ufficio di computare le sanzioni, le imposte e gli interessi correlati alla violazione o omissione commessa. I contribuenti devono farlo entro e non oltre i nove mesi dalla scadenza dei termini di accertamento fiscale.
Fisco, via all’adempimento collaborativo: la modalità di invio e la risposta dell’AdE
La comunicazione deve essere redatta in carta libera presentata all’ufficio competente. Tale comunicazione deve essere spedita con lettera raccomandata o tramite PEC oppure deve essere consegnata a mano. Entro 90 giorni dal ricevimento della comunicazione, l’Agenzia delle Entrate notifica al contribuente uno schema di ricomputo con l’importo delle maggior sanzioni, imposte e interessi dovuti.
Sempre il Fisco italiano assegna una scadenza non inferiore a 60 giorni per ulteriori osservazioni. Una volta trascorsi due mesi dalla scadenza del termine, l’ufficio procede a valutare le osservazioni del contribuente e a notificare un atto di ricomputo con indicazione delle imposte, interessi e sanzioni. Inoltre, è necessario comunicare la data non inferiore a 15 giorni, entro cui il contribuente deve effettuare il versamento.
Fisco, via all’adempimento collaborativo: come si conclude l’iter procedurale
L’iter procedurale si conclude con il versamento degli importi dovuti in base all’atto di ricomputo e con la presentazione della dichiarazione integrativa. Il contribuente ha la possibilità di anticipare la conclusione dell’iter procedurale pagando le sanzioni, imposte ed interessi indicando lo schema di ricomputo.
Fisco, via all’adempimento collaborativo: programma di cooperative compliance
Il programma di cooperative compliance è stato previsto con il Decreto Legislativo n. 128 del 5 agosto 2015. Possono aderire al programma tutti i contribuenti che sono dotati di un sistema di misurazione, rilevazione e controllo del rischio di operare in violazione alla normativa di natura fiscale. Lo scorso anno tale normativa ha subito un potenziamento: le novità sono entrate in vigore a partire da inizio anno.
Il sistema di misurazione, gestione e di controllo del rischio di natura fiscale deve essere certificato da parte di professionisti iscritti all’albo dei legali, dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili. La certificazione consentirà un controllo più semplice e veloce da parte dell’Agenzia delle Entrate. La normativa ha ridotto la soglia del fatturato: da 750 milioni del corrente anno a 100 milioni a partire dall’anno 2028.