Sono giorni di intenso lavoro per la manovra 2025: alcune misure potrebbero scomparire, altre cambiare, ma quale sarà il destino dell’Assegno unico?

L’obiettivo del Governo è quello di garantire sempre più sostegno alle famiglie con figli, ma alcune misure necessitano di una revisione. L’Assegno sarà modificato, non nell’ottica di una riduzione, ma per portare benefici maggiori alle famiglie più numerose. Tra le diverse proposte, c’è quella di non far pesare la misura nel calcolo Isee, concedendo alle famiglie la possibilità di accedere anche ad altre agevolazioni. Un’altra ipotesi, forse più costosa e difficile, è quella di introdurre detrazioni per scaglioni di reddito.

Ma vediamoci meglio.

Le ipotesi sull’Assegno unico nella Manovra 2025

Il Governo sta lavorando per la manovra 2025 e uno degli aspetti principali, se non più importanti per l’Esecutivo stesso è proprio il capitolo dedicato al sostegno alla famiglia.

Le misure per la famiglia, soprattutto con molti figli, potrebbero essere rinnovate e modificate anche per il prossimo anno, affinché si possa dare tutto il sostegno economico possibile per incoraggiare la natalità. Tra le diverse, si sta pensando anche all’equazione più figli meno tasse.

In quest’ottica, tra le ipotesi circolanti nelle scorse ore, c’è anche quella di potenziare l’Assegno unico oppure di introdurre detrazioni specifiche per i figli. Ora come ora, la detrazione è presente, ma solo dopo i 21 anni d’età.

L’Assegno unico è sotto la lente d’ingrandimento dell’Europa e anche per evitare una condanna è bene che le modifiche sulle quali si sta ragionando diventino presto realtà, probabilmente, già con la prossima Legge di Bilancio.

La prima ipotesi è quella di rimpinguare la misura e anche di non farla pesare troppo sull’Isee, almeno per quanto riguarda le famiglie numerose. Questa strategia potrebbe consentire alle famiglie con due o più figli di accedere anche ad altre misure, attualmente precluse proprio perché richiedono un Isee più basso.

La seconda strada al vaglio delle ipotesi è l’introduzione di detrazioni per scaglioni di reddito. Si tratta di una soluzione che dipenderà molto dalle risorse a disposizione, oltre che, naturalmente, dalla fattibilità tecnica, ancora tutta da vedere.

Come funziona l’Assegno unico

Attualmente, l’Assegno unico è un sostegno economico per le famiglie, di tipo universalistico. Ciò vuol dire che spetta a tutte le famiglie con figli, anche con Isee molto alti. L’indicatore è solo un parametro per determinare l’importo spettante. Con Isee superiore a 45.574,96 euro o in assenza viene corrisposto l’importo minimo di 57 euro.

La misura spetta per ogni figlio fino al compimento dei 21 anni d’età e senza limiti di età per i figli disabili.

Secondo i dati dell’INPS, attualmente beneficiano dell’Assegno unico oltre 6 milioni di nuclei familiari per un totale complessivo di 9.549.571 figli raggiunti.

Si tratta di una misura molto importante per le famiglie con figli e un suo potenziale potenziamento potrebbe rivelarsi più importante di quanto si possa immaginare, considerando le ingenti spese che, mensilmente, devono sostenere le famiglie con figli.

Il nodo manovra-risorse

Come al solito, il problema maggiore è rappresentato proprio dalle risorse. Nel capitolo delle misure per la famiglia da rifinanziare, ci sono due misure chiave del 2024 e anche molto costose: il taglio del cuneo fiscale e la riforma delle aliquote e scaglioni IRPEF.

Si pensi che solo il taglio del cuneo fiscale costa 11,7 miliardi l’anno, mentre la rimodulazione dell’IRPEF costa 4,3 miliardi. Nonostante gli ingenti costi, queste rimangono le priorità del Governo. Bisogna considerare che la manovra dovrebbe valere circa 23/25 miliardi di euro.

Il tema della famiglia è prioritario, accanto a quello della natalità. Le misure, quindi, dovrebbero essere rifinanziate, seppur con qualche modifica e variazione.