Lo scorso 3 luglio era stata trovata morta nel cortile di un’ex fabbrica di Preganziol, nel Trevigiano: Vincenza Saracino, 50 anni, sarebbe stata uccisa da un uomo che conosceva. Un uomo che, secondo le ultime notizie, dopo il delitto sarebbe fuggito in Sudamerica. Ecco cosa ne sappiamo.

Vincenza Saracino trovata morta nel Trevigiano, le ultime notizie: individuato il presunto assassino

I fatti risalgono al 2 luglio scorso. Vincenza Saracino, 50 anni, era scomparsa nel nulla dopo essere uscita dal sexy shop De Sade, gestito dal marito a Preganziol, nel Trevigiano, ed essersi recata a fare un po’ di spesa al supermercato vicino casa, acquistando, tra le altre cose, una bottiglia di vino.

Alle 17.30 era stata avvistata in sella alla sua City Bike elettrica di colore azzurro con cestino e portapacchi nero nelle vicinanze di un tabaccaio; poco dopo, in un messaggio inviato alla figlia, aveva scritto: “Ci vediamo a casa per cena”. Ma non era mai tornata.

I familiari, preoccupati, avevano allertato le autorità, che il giorno dopo, nel corso delle ricerche, avevano trovato il suo corpo senza vita nel cortile di un’ex fabbrica. L’autopsia ha stabilito che la donna è stata accoltellata tra la mandibola e il collo per almeno quattro volte, morendo per dissanguamento dopo la recisione della carotide; probabilmente al culmine di una lite: in più punti presentava, infatti, segni di percosse.

Sulle braccia, graffi riconducibili a un tentativo di difesa. L’ipotesi è che conoscesse il suo assassino; che addirittura i due avessero un appuntamento. Il motivo non si sa. Stando a quanto riporta Il Gazzettino Veneto, si tratterebbe però di un uomo straniero che in qualche modo avrebbe gravitato attorno all’attività commerciale del marito della 50enne. Un cliente del negozio che subito dopo il delitto si sarebbe allontanato dall’Italia, trovando rifugio in un Paese del Sudamerica.

Cosa sappiamo dell’uomo sospettato dell’omicidio

La pista di un delitto familiare e quella di una rapina (la borsa della vittima era accanto al corpo, al momento del ritrovamento) erano state escluse subito. La svolta sarebbe arrivata, sempre secondo Il Gazzettino Veneto, dall’analisi delle telecamere di videosorveglianza installate nei pressi della scena del crimine ma anche dagli accertamenti eseguiti sul telefono cellulare della 50enne e sulla sua bicicletta, nascosta tra i rovi dell’ex fabbrica.

È sicuramente una buona svolta,

secondo l’avvocato del marito della donna, Luigi Fadalti. A breve nei confronti del presunto assassino potrebbe essere emesso un mandato di cattura internazionale.

Ancora lontano da una svolta il caso di Alex Marangon

Se il caso di Vincenza Saracino sembra essersi ormai avviato a una risoluzione, resta avvolto dal mistero quello di Alex Marangon, il 25enne che sempre nel Trevigiano ha perso la vita dopo aver partecipato a un rito sciamanico all’abbazia Santa Bona di Vidor.

Il suo corpo, rinvenuto su un isolotto del fiume Piave (come quello di Susanna Recchia e della figlia Mia), presentava vistose ferite: l’ipotesi dei familiari – che, assistiti dagli avvocati Stefano Tigani e Nicodemo Gentile, hanno già lanciato diversi appelli per la verità – è che il ragazzo, con problemi d’ansia, sia stato ucciso per essersi opposto a qualche pratica che non condivideva.

Il test tossicologico eseguito durante l’autopsia ha confermato che aveva assunto un decotto a base di ayahuasca. Chi era con lui sostiene che poco dopo si sia alzato di scatto e sia uscito dall’abbazia, venendo seguito dallo sciamano e dal suo aiutante, che però sarebbero tornati indietro sostenendo di non essere riusciti a trovarlo. Nella sua auto c’erano possibili tracce di sangue. Cosa gli è successo davvero? Dovranno chiarirlo le indagini.