Parole dure come macigni, nello stile del ceo di Tesla, abituato a non tenere a freno la lingua, specialmente nei commenti pronunciati ‘in casa’. Sulla piattaforma di sua proprietà X (ex Twitter), infatti, Elon Musk interviene sul processo contro Matteo Salvini sul caso Open Arms. E lo fa a suo modo, pronunciando parole di fuoco contro i pm che accusano il vicepremier di sequestro di persona e anche contro la stessa ong spagnola.

Il leader della Lega incassa un nuovo commento di sostegno, dopo quelli ricevuti dalla presidente del Consiglio Meloni e dal segretario di Forza Italia Tajani.

Processo Open Arms, Musk difende Salvini su X e attacca “quel pazzo pubblico ministero”

Sui social network i freni inibitori si annullano o quasi, si sa. Un fenomeno studiato ormai anche dalle neuroscienze che analizzano da anni la nostra tendenza a commentare compulsivamente in quell’ambiente virtuale eppure così reale.

Un ‘case study’ particolarmente interessante potrebbe essere quello di Elon Musk che non solo è un utente di X (ex Twitter) ma anche il suo proprietario. Una posizione che lo rende particolarmente incline alla condivisione dei propri pareri e delle proprie opinioni, spesso con toni accesi e provocatori.

Tra le ultime, in ordine di tempo, spicca quella riguardante il processo in corso a Palermo contro il suo amico Matteo Salvini e la richiesta dei pm, pronunciata ieri 14 ottobre 2024, di condannarlo a 6 anni di carcere per la sua decisione, nell’agosto del 2019, di impedire l’approdo sulle coste italiane a una nave della ong spagnola Open Arms con a bordo 147 migranti, costretti a restare sotto il sole cocente per 19 giorni.

Musk non si è limitato, ovviamente, a una difesa dell’amico italiano, con il quale condivide la simpatia comune per Donald Trump. Più nel suo stile andare all’attacco dei suoi accusatori, con parole che si giudicano da sole:

“Dovrebbe essere quel pazzo pubblico ministero a finire in carcere per 6 anni”.

Non contento, l’amministratore delegato di Tesla ha usato parole altrettanto pesanti nei confronti di Open Arms, la ong che aveva tratto in salvo nel Mediterraneo i migranti bloccati nel porto di Lampedusa dalla decisione dell’allora ministro dell’Interno leghista.

Musk ha chiesto ai suoi follower il nome della ong “che faceva entrare clandestinamente in Italia” i migranti (e già sull’uso del termine ‘clandestino’ ci sarebbe da discutere…) e chi siano i finanziatori della sua “attività illegale, sostenendo che “dovrebbero essere citati in giudizio“.

Prossima udienza a ottobre con la replica della difesa

Un’uscita sopra le righe a dir poco, quella dell’imprenditore sudafricano. Non l’unica, per la verità, nelle ultime ore, in merito al caso.

Oltre al video dello stesso Salvini, evidentemente preparato con un certo anticipo rispetto al pronunciamento della richiesta dei pm, a giudicare dalla cura con cui è stato realizzato, anche i suoi colleghi di maggioranza hanno fatto sentire la propria voce.

La premier Giorgia Meloni ha espresso la propria solidarietà al suo vicepremier, definendo incredibile” e “un precedente gravissimo” la richiesta dei pm, posizione cui si è accodato anche l’altro vicepremier Antonio Tajani. Esternazioni che hanno, poi, scatenato la protesta delle opposizioni contro l’evidente ingerenza degli esponenti del governo su una decisione della magistratura, a sfregio della divisione dei poteri sancita dalla Costituzione.

L’attesa, ora, è per la prossima udienza del processo, prevista per il 18 ottobre e nella quale sarà la difesa a pronunciare le proprie istanze in un clima che si annuncia infuocato.