La reazione di Matteo Salvini alla richiesta della Procura di Palermo di infliggergli sei anni di detenzione per sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio per il caso Open Arms non si è fatta attendere. Anzi, per come si è concretizzata, si capisce che è stata pensata e costruita già da tempo. Sui suoi canali social, l’attuale vicepremier del Governo Meloni appare in un video con sfondo nero. Come un martire. Dà la ricostruzione dei fatti dal suo punto di vista. E alla fine si dichiara colpevole. Colpevole, sì: ma solo di “aver difeso l’Italia e gli italiani” da uno sbarco, che stava avvenendo nel 2019, durante il governo giallo-verde di Giuseppe Conte, di 147 migranti salvati nelle acque del Mediterraneo dall’Ong spagnola Open Arms. Migranti che Salvini nel video continua a definire “clandestini”. Del resto, l’Italia, sempre per il leader della Lega, non poteva essere trasformata “in un immenso campo profughi”.
Open Arms, il video shock di Salvini in cui si dichiara colpevole
Sta di fatto che il tenore del video è davvero durissimo contro la magistratura e la Procura di Palermo che oggi ha chiesto per lui una condanna a sei anni di detenzione. Se inizia con Salvini che dà le proprie generalità, il finale è letteralmente da brividi perché sullo sfondo nero il leader della Lega scompare e l’immagine si focalizza su quella che si percepisce essere una sedia rimandante alla mente una di quelle con le quali vengono giustiziati i condannati a morte. Vedere per credere
Per l’attuale ministro dei trasporti, in ogni caso,
“Sei anni di carcere per aver bloccato gli sbarchi e difeso l’Italia e gli Italiani sono una follia. Difendere l’Italia non è un reato e io non mollo, né ora né mai”
Le reazioni di Giorgia Meloni e Antonio Tajani
A fare quadrato attorno a Salvini sono stati subito sia la premier Giorgia Meloni che l’altro vicepresidente del consiglio Antonio Tajani.
La presidente del Consiglio ha diffuso questo post
Il leader di Forza Italia Antonio Tajani si è accordato sulla stessa linea
Lo scontro tra il Governo e la magistratura, insomma, è servito. Del resto, dopo le congetture dell’estate, quando ambienti vicino a Palazzo Chigi si aspettavano un attacco della magistratura ad Arianna Meloni, la realtà si è rivelata potenzialmente ben più pericolosa per la tenuta dello stesso esecutivo.