Il ministro dell’Istruzione e del Merito, Giuseppe Valditara, è tornata a parlare degli aumenti degli stipendi degli insegnanti per il 2024 dopo le critiche espresse dal segretario del PD, Elly Schlein e della Cgil. Considerando gli aumenti già in busta paga e quelli che arriveranno a breve, nel giro di due anni le retribuzioni faranno registrare un incremento totale del 17%.

Nel calcolo il ministro prende in considerazione il taglio del cuneo fiscale del 6% e 7% che interessa una platea ampia degli insegnanti di scuola, la chiusura del contratto del triennio 2019-2021 – arrivata solo nel 2023 – e lo stanziamento di 3 miliardi di euro per il rinnovo del nuovo contratto con i 160 euro in più che si prevedono nei cedolini degli insegnanti.

Aumenti che, secondo il ministro, non si erano mai visti negli ultimi 20 anni e che fanno recuperare posizioni ai docenti della scuola italiana, rispetto anche ai colleghi francesi e svedesi.

Aumenti stipendi insegnanti 2024, a chi arriveranno gli incrementi retributivi?

Giuseppe Valditara, ministro dell’istruzione e del Merito, ribatte alle recenti critiche circa gli stipendi degli insegnanti della scuola italiana, tracciando cifre e numeri degli incrementi in busta paga degli ultimi tempi e di quelli che stanno per arrivare. “Ho parlato con il ministro Giancarlo Giorgetti del ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) – ha spiegato Valditara – Ha ben presente le nostre richieste ed ha manifestato una notevole sensibilità per il settore della scuola. Non dimentichiamo che questa sensibilità è stata già manifestata l’anno scorso con lo stanziamento di 3 miliardi di euro per gli aumenti degli stipendi dei docenti e del personale scolastico per un totale di 1,2 milioni di lavoratori dipendenti”.

Quanto guadagna un insegnante nel 2024?

Stanziamenti che devono tener conto anche dello sforzo del governo guidato da Giorgia Meloni di aumentare gli stipendi di tutti i lavoratori alle dipendenze, con il taglio del cuneo fiscale del 6% e del 7% per redditi fino a 35.000 euro all’anno. La misura, già confermata dalle scorsa legge di Bilancio per tutto il 2024, sarà di certo riproposta nella Manovra 2025 per consentire di ridurre la percentuale di versamenti di contributi previdenziali a carico dei lavoratori alle dipendenze.

“Agli stanziamenti per gli stipendi – ha spiegato ancora il ministro dell’Istruzione e del Merito – bisogna aggiungere anche la riduzione del cuneo fiscale che interessa gran parte del personale della scuola. Voglio rispondere a qualche giornale che ha preso ad esempio le rilevazioni Ocse sugli stipendi della scuola.

Tali rilevazioni fanno capo all’anno 2021-2022, quindi a prima della conclusione del contratto del comparto dell’Istruzione e della Ricerca dello scorso anno e prima ancora dello stanziamento dei 3 miliardi di euro destinati ad aumentare di 160 euro al mese lo stipendio dei docenti italiani”.

Con il nuovo contratto scuola 2022-2024, in arrivo aumenti stipendi per gli insegnanti di 160 euro al mese

Gli incrementi degli stipendi degli insegnanti della scuola italiana hanno subito un’accelerazione solo negli ultimi anni. Valditara ha ricordato che il personale scolastico ha dovuto attendere circa un decennio per il rinnovo del contratto 2016-2018 – avvenuto solo a inizio del 2018 dopo il blocco dei contratti statali che durava dal 2009 – e per un incremento dei cedolini mensili del 3,48 per cento.

Lo scorso anno è arrivato il nuovo rinnovo del contratto del comparto dell’Istruzione e della Ricerca, quello del triennio 2019-2021, con un incremento delle retribuzioni del 3,9 per cento. Ma, grazie all’ulteriore stanziamento di 300 milioni di euro dei quali Valditara ne reclama lo sblocco, l’incremento medio finale è stato del 4,5 per cento, un aumento che non si era registrato negli ultimi 20 anni.

Di quanto aumenteranno i salari dei docenti?

A queste cifre si devono aggiungere le nuove risorse, pari a 3 miliardi di euro, stanziate per gli incrementi salariali della scuola. Si prospettano buste paga in aumento di 160 euro con la firma del nuovo contratto 2022-2024 e un incremento percentuale del 5,8 per cento rispetto alle attuali retribuzioni medie.

A conti fatti, dunque, per Valditara “non si era mai visto che in due anni si firmassero contratti per il 10,3%, ai quali bisogna aggiungere il 6-7% di taglio del cuneo fiscale”. L’aumento medio è dunque del 17% in due anni rispetto al 3,48% prodotto nel decennio precedente al 2018.