Estate piena per l’Italia, meta fra le preferite per molti – forse troppi – turisti, che piovono sulle località balneari e montane o sulle città d’arte. Per descrivere il fiume in piena di appassionati viaggiatori e la saturazione di questo o quell’altro luogo di villeggiatura, rimbalza sulle pagine dei giornali l’ennesimo inglesismo: “overtourism“, mostro multiforme contro combattono alcune città italiane, come Firenze. Il capoluogo toscano, quindi, si difende a suon di nuove strategie e regole.

Tag24 ha raggiunto al telefono l’assessore Jacopo Vicini, assessore alle Deleghe allo Sviluppo economico, al Turismo e a Fiere e Congressi, che ha spiegato la reale e attuale situazione della culla del Rinascimento.

Pioggia di turisti su Firenze, ma l’overtourism è davvero un incubo?

Che siano nostrani o stranieri, i turisti straripano da tutti i lati. Mare, montagna, città d’arte, tour eno-gastronomici o Spa immerse nel verde: qualsiasi sia la destinazione da raggiungere, non c’è difficoltà che tenga. Potrebbero volerci ore di macchina o 3 cambi d’aereo, se c’è qualcosa che alle persone piace più – o quasi – di ogni altra cosa è andare in vacanza. Anche solo per una settimana.

Viaggiare arricchisce l’animo e il bagaglio di esperienze, fa muovere l’economia ed è uno strumento, a volte, essenziale per trainare il compimento di opera. Pure che sia la “semplice” sostituzione e manutenzione delle scale mobili della metropolitana o il riempimento delle buche di una strada.

Insomma, dove l’amministrazione quotidiana o le lamentele dei cittadini autoctoni non arrivano, riescono nell’impossibile proprio i turisti. O meglio, l’idea del loro arrivo. Sì, perché i mesi e le settimane che precedono l’apertura della stagione diventano il campo di battaglia in cui si scontrano la gestione cittadina, le vere risorse impiegate e il raddoppiamento del lavoro da fare.

Ecco, quindi, che le aziende addette ai servizi ecologici devono raddoppiare gli sforzi per la raccolta dei rifiuti o per la pulizia delle spiagge. Oppure che le imprese dei trasporti triplicano le corse giornaliere e attività alberghiere e ristoratori assumono nuovo personale.

Il bilancio estivo, Vicini: “Servono azioni concrete e mirate, basta ottimizzare e distribuire il flusso di turisti”

Però, non sempre le risorse umane e materiali permettono tutto questo. Non a caso, infatti, tante città italiane si ritrovano a metà dell’opera quando arrivano i viaggiatori, con conseguenti ritardi e disagi. Da ultimo il fatto che da dopo il Covid a farla da padrone è la frenesia della ritrovata libertà. Le persone, infatti, hanno cominciato a riversarsi su hotel e attività extra-alberghiere, come B&B, Air B&B e case vacanze per trascorrere qualche giorno di relax.

Gli affitti brevi, perciò, hanno messo le ali ai piedi: da qui al trovarsi sommersi dall’incontrollata e spasmodica nascita proprio di questi ultimi tipi di alloggio il passo è stato molto breve. Non a caso, già a ottobre 2023, Firenze ha ipotizzato un veto sull’apertura di nuovi Air B&B nel centro storico della città.

Così, “distribuzione e ottimizzazione” è il nuovo mantra dell’amministrazione fiorentina. Firenze sta perseguendo, ormai da qualche tempo, un percorso di educazione al turismo”. Fondamentale il rispetto non solo della città intesa come strutture, ma anche della sua storia passata e quotidiana. Come, infatti, afferma Jacopo Vicini, assessore alle Deleghe allo Sviluppo economico, al Turismo e a Fiere e Congressi, intervistato da Tag24:

“Stiamo lavorando con più azioni per fronteggiare il fenomeno dell’overtourism che riguarda Firenze. Come tutte le grandi città, puntiamo invece a un turismo di qualità. Lo vogliamo fare attraverso svariati strumenti, uno è Destination Florence, una fondazione che tiene assieme soggetti pubblici e privati proprio per elaborare una strategia condivisa di destagionalizzazione e delocalizzazione dei flussi.

E poi lavorare sull’organizzazione di congressi e grandi eventi, che rendano attrattiva la città sotto altri punti di vista e in diversi momenti dell’anno. Si tratta di gestire i flussi turistici in maniera virtuosa puntando su target specifici e aumentando la permanenza in città, il ché significa anche educare a un turismo sempre più “consapevole” e rispettoso dei luoghi: abbiamo lavorato infatti a una campagna di informazione e sensibilizzazione rivolta  a chi visita la città #EnjoyRespectFirenze

Cambio di abitudini prima e dopo il Covid: il caso di Firenze

Forse la quarantena o il continuo salto fra zone colorate ha destabilizzato un po’ troppo gli italiani, che sulla convivialità e lo stare insieme agli altri fondano la loro stessa natura. La fine dell’emergenza, quindi, è stato un punto di completa rottura, in cui la diga già incrinata da tempo si è disintegrata, lasciando dilagare nel Paese quella moltitudine di persone rimaste imbrigliate troppo a lungo.

Il carico da 90 è finito, soprattutto (ma non solo) sulle spalle delle grandi città, fonti inesauribili di divertimento, cultura, opportunità. E mentre città come Barcellona ancora soffocano fra le masse di turisti, a Firenze la situazione si sta stabilizzando. Sul punto Vicini commenta:

I flussi turistici si stanno pressoché allineando ai livelli pre-Covid, le presenze sono in aumento rispetto allo scorso anno, siamo a un +11% in città nel mese di luglio, ad esempio. C’è, quindi, un tema di gestione dei flussi non tanto per numeri particolarmente elevati in assoluto, quanto per la necessità di ottimizzarli e distribuirli al meglio per evitare una congestione dei luoghi più frequentati. Penso al centro storico. Si registra anche una buona performance dei comuni intorno a Firenze, facenti parte dell’Ambito turistico fiorentino, che ad esempio per il ponte di Ferragosto hanno visto una saturazione dell’offerta ricettiva che superava il 90% contro l’84% della città“.

A vedere la questione dall’esterno, però, potrebbe sembrare che i turisti compongano una massa amorfa tutta uguale. Ma non è così e in questa direzione si muove Firenze contro l’overtourism e promuovere la sua idea di turismo di qualità. Un turismo, quindi, sano sia per il Comune che per il visitatore.

I quartieri più colpiti dall’overtourism a Firenze

L’obiettivo, tuttavia, non può essere raggiunto se non si affronta un altro spinoso nodo: quello dell’alloggio. Posto che i viaggiatori arrivano e trascorrono le loro vacanze, la città è in grado di ospitarli? Qual è il punto di saturazione delle attività ricettive a Firenze per non farsi sommergere dall’overtourism?

Il Comune di Firenze è sceso in campo per cercare di regolamentare il proliferare delle locazioni turistiche brevi. Il primo atto di questa amministrazione è stata la variante al Piano operativo che inserisce nel nuovo strumento urbanistico la norma per bloccare nuovi affitti turistici brevi nel centro Unesco. Obiettivo: favorire la permanenza della residenza in centro storico e migliorare le condizioni di abitabilità attraverso l’inserimento della distinzione residenza temporanea” all’interno della tipologia “uso residenziale” e stabilendo quindi il divieto di insediamento nel nucleo storico Unesco dell’uso per residenza temporanea. Un atto importante che prova, per quanto possibile per i comuni, a dare risposte chiare su questo tema, nonostante sia sempre più urgente una normativa europea e nazionale, come già molti Paesi hanno“.

Queste le parole di Vicini. Sulla stessa scia di Venezia, a essere più colpito è il centro storico. L’assessore spiega:

È il centro storico, ovviamente, la parte di città in cui questo fenomeno si è fatto sentire in maniera più preponderante. Ed è per questa ragione che siamo intervenuti con la variante. È un primo passo e anche un segnale importante per lavorare, da un lato, su un turismo sempre più sostenibile e per avere una città più vivibile e accessibile.

Si deve sempre ricordare la peculiarità di Firenze, una delle città più famose e visitate al mondo, in cui il 98% dei visitatori si concentra nei 5km2 del centro storico. Qui sono raggruppati la maggior parte dei punti di interesse storico artistici, ma non certo tutti. Questa concentrazione, se si considerano i 100km2 complessivi, risulta una delle maggiori criticità da gestire, non solo dal punto di vista degli affitti brevi, ma anche della pressione turistica, dell’offerta commerciale e dell’indotto che viene a crearsi e quindi della percezione che del turismo hanno anche i cittadini“.