Le già turbolente relazioni tra Caracas e Madrid hanno raggiunto un nuovo picco nella crisi diplomatica. La recente decisione del Congresso della Spagna di chiedere il riconoscimento della vittoria di Edmundo Gonzalez Urrutia, avversario anti-chavista, ha esacerbato ulteriormente la situazione. La tensione è aumentata dopo che la ministra della Difesa spagnola ha etichettato il governo di Maduro come una “dittatura”. In risposta, il Venezuela ha chiamato il proprio ambasciatore a Madrid per consultazioni, mentre il ministro degli Esteri venezuelano ha convocato l’ambasciatore spagnolo a Caracas, segnando un ulteriore deterioramento delle relazioni tra i due paesi.
La crisi diplomatica tra il Venezuela e la Spagna
Dopo la partenza di Edmundo Gonzalez per asilo politico a Madrid, le relazioni tra il Venezuela e la Spagna sono segnate da una forte crisi diplomatica. Sebbene inizialmente sembrasse che l’arrivo di Gonzalez potesse ridurre le pressioni sul presidente Maduro dopo le elezioni del 28 luglio, la situazione è invece peggiorata.
Dopo le elezioni, nonostante il Consiglio Elettorale abbia convalidato la sua vittoria, il mancato rilascio dei verbali ufficiali del voto ha messo in dubbio la leggittimità della vittoria del leader venezuelano. L’opposizione, basandosi sui documenti in possesso, che sostengono la vittoria del proprio candidato, Edmundo Gonzalez, continua a contestare il risultato. Gonzalez ha lasciato il paese dopo un mandato d’arresto emesso nei suoi confronti.
Dopo l’arrivo di Gonzalez, il Congresso spagnolo ha votato, mercoledì 11 settembre, una proposta avanzata dal Partito Popolare, la principale forza dell’opposizione spagnola, chiedendo al governo socialista di Pedro Sanchez di riconoscere Edmundo Gonzalez come presidente eletto del Venezuela. Questa mossa ha scatenato una reazione da parte del regime venezuelano. Il presidente del Parlamento del paese sudamericano, Jorge Rodriguez, ha sollecitato Maduro a interrompere le relazioni diplomatiche, consolari e commerciali con la Spagna, aprendo una nuova fase della crisi tra i due Paesi.
La posizione del Venezuela
A complicare ulteriormente la crisi diplomatica tra Venezuela e Spagna è stato il commento della ministra della Difesa spagnola. Margarita Robles, durante un intervento, ha definito il governo di Nicolas Maduro una “dittatura“, sottolineando come milioni di venezuelani abbiano dovuto abbandonare il loro Paese a causa delle condizioni attuali.
Non ha tardato ad arrivare la risposta dell’amministrazione venezuelana. Il ministro degli Esteri, Yvan Gil, ha affermato che tali parole rappresentano un “deterioramento delle relazioni” tra i due Paesi. Caracas ha richiamato la sua ambasciatrice a Madrid, Gladys Gutierrez, per consultazioni, e ha convocato l’ambasciatore spagnolo a Caracas, Ramon Santos, per affrontare la questione.
Gli sforzi della Spagna
Le file del partito al governo PSOE mirano a mantenere relazioni stabili con Caracas e per questo non hanno votato a favore della proposta dell’opposizione. La mozione approvata, inoltre, non è vincolante. Tuttavia, la situazione resta delicata. Il ministro dell’Economia, del Commercio e degli Affari spagnolo, Carlos Body, ha già messo in guardia contro le possibili conseguenze di una rottura delle relazioni commerciali tra i due Paesi. In Venezuela, infatti, operano diverse grandi aziende spagnole, tra cui Repsol, Santander, BBVA e Inditex, che potrebbero essere colpite da un eventuale deterioramento delle relazioni diplomatiche.
Il ministro degli Esteri spagnolo, Jose Manuel Albares, ha risposto alla mossa del Venezuela con toni concilianti, sottolineando l’importanza di mantenere buone relazioni con il popolo venezuelano. Albares ha ribadito che l’obiettivo della Spagna è promuovere un dialogo costruttivo, nonostante le recenti tensioni diplomatiche.
Secondo i dati ufficiali, all’inizio del 2023, in Spagna risiedevano circa 278mila venezuelani ma si ritiene che questo numero sia cresciuto considerevolmente nell’ultimo anno.