Un inferno di acqua fangosa, raffiche di vento e alberi ed edifici danneggiati è ciò che rimane dopo il devastante passaggio del tifone Yagi nel sud-est asiatico: in Vietnam ancora si contano le vittime, mentre l’uragano si sposta in Myanmar. Allerta massima in tutto il Paese, ma la capitale Naypyidaw è già sommersa da acqua e fango.
Myanmar lotta contro il tifone Yagi, mentre in Vietnam sale il bilancio delle vittime
Completamente inagibili le strade sommerse dai detriti trascinati dalla forza impetuosa dell’acqua in Vietnam, dopo che il tifone Yagi ha sepolto il Paese sotto piogge torrenziali e raffiche di vento. In preda al panico la popolazione, mentre i corpi si accumulano: oltre 233 morti solamente nel Paese. In Laos e Thailandia, invece, sono quasi 200.
Il governo di Hanoi continua a monitorare la situazione, ma i dati diffusi sono sempre più scoraggianti. Molte persone, infatti, risultano ancora disperse, quindi il tragico bilancio è inesorabilmente destinato a salire. Quasi 130mila residenti sono stati fatti evacuare all’inizio della settimana e non sono ancora riuscite a tornare a casa.
Il Fiume Rosso che attraversa la capitale registra il livello più alto in 20 anni. Più di 135mila case sono danneggiate secondo le stime fornite dalle autorità.
Protezione civile e forze dell’ordine sono al lavoro incessantemente per cercare di aiutare la popolazione bloccata dal fango. Sui social, intanto, si diffondono a macchia d’olio i video e le immagini terrificanti del tifone.
Nella provincia di Lao Cai sono 177 le persone disperse e morte, investite dalle piogge torrenziali che hanno devastato il nord del Vietnam. Prima di arrivare nel Paese, Yagi ha provocato la morte di 24 persone nel sud della Cina e nelle Filippine.
Distrutti anche ettari di campi agricoli per le esondazioni dei fiumi e le numerose frane che hanno spazzato via case e frutteti. I civili cercano di fare il possibile per liberare dal fango le strade e le case rimaste in piedi, approfittando del sole che ha fatto capolino dopo giorni di pioggia.
Oltre 50mila sfollati in Myanmar: villaggi deserti, campi distrutti e strade invase dall’acqua
In Myanmar la capitale Naypyidaw è sommersa dall’acqua, dopo le piogge degli scorsi. Il tifone, però, si sta spostando sul Paese solamente in queste ore. Le autorità si preparano al terribile impatto di Yagi, ma la popolazione sta fuggendo terrorizzata, abbandonando case e lasciando deserti i villaggi.
Al momento, risultato in 36 le persone che hanno perso la vita in Myanmar, ma sono centinaia le persone disperse. Gli sfollati, invece, sarebbero oltre 50mila: dispiegato l’esercito per aiutare i civili a evacuare le zone più a rischio inondazione.
Tanti villaggi sono completamente allagati. A preoccupare, però, soprattutto la complessa rete di fiumi e torrenti che circondano la Naypyidaw, troppo bassa e ricoperta di melma. Dalla regione di Mandalay, a dorso di elefanti, un gruppo di cittadini ha raggiunto la terraferma: il video pubblicato sui social sta facendo il giro del mondo.
Come riportato in una intervista di AFP, una donna del villaggio di Sin Thay racconta la difficile situazione di crisi:
Stamattina abbiamo camminato nell’acqua alta fino al collo. Siamo molto affamati e assetati. Sono circa tre giorni che non abbiamo cibo
I soldati portano provviste, ma nulla sembra essere sufficiente. Un uomo di un villaggio accanto a Sin Thay afferma che questa “è la prima volta che mi capita un’alluvione del genere“, mentre si raduna con altri concittadini vicino a un ponte e aggiunge: “Non abbiamo avuto il tempo di prepararci. È stata un’esperienza molto spaventosa.