Il mondo è in ginocchio per la crisi climatica: ed è una tra le più gravi della storia dell’umanità. Ormai l’Italia è spaccata in due tra Nord e Sud. Assistiamo a una continua alternanza di lunghi periodi di siccità e alluvioni violente, disagi, eventi meteorologici estremi che non solo provocano danni all’agricoltura, ma anche parecchi disagi per la nostra vita quotidiana, tra risorse idriche al limite ed ecosistemi interi distrutti.

Tag24.it ha intervistato Luca Brocca, dirigente di ricerca al Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), ed esperto in siccità, precipitazioni e gestione delle risorse idriche, per offrire una panoramica chiara e concreta di come far fronte ad una situazione tanto tragica.

Siccità e alluvioni in Italia, due fenomeni sono collegati? Risponde il dirigente CNR Luca Brocca

Le temperature continuano a crescere, insieme a modelli di precipitazione imprevedibili che ci fanno preoccupare sempre più.
Negli ultimi anni abbiamo assistito a periodi di siccità, seguiti poi da eventi di maltempo di una violenza spaventosa. Ci si chiede quali siano, a questo punto, i fattori principali che collegano questi due fenomeni e se si influenzino a vicenda. Il dirigente CNR risponde:

“Si, i cambiamenti climatici influenzano entrambi i fenomeni. Sebbene l’impatto dei cambiamenti climatici sulle piogge sia un po’ più incerto rispetto a quello sulle temperature, sappiamo già da parecchio tempo che il riscaldamento globale influenza la circolazione atmosferica e, di conseguenza, anche come si creano le piogge. Quindi avviene molto più frequentemente che ci siano periodi lunghi senza precipitazioni, seguiti da periodi in cui piove molto più del normale.

Questo accade soprattutto in alcune zone del pianeta, in particolare nella regione mediterranea, e l’Italia ne è un esempio. Clima più caldo significa mari più caldi, e un mare Mediterraneo con temperature più elevate comporta che ci sia più energia disponibile per l’atmosfera. Questo fa sì che, quando si verificano le precipitazioni, siano molto più intense. Il cambiamento climatico induce dunque il prolungamento di periodi di siccità, come è avvenuto nel nord Italia tra il 2022 e il 2023, e in Sicilia e Sardegna per questa estate del 2024.

Nel nord Italia piove e a sud non c’è acqua: un problema persistente

La situazione è tra le più critiche e non bisogna fermarsi all’impatto evidente delle piogge e pensare che la siccità sia risolta. Luca Brocca ci invita così a riflettere su eventi degli ultimi periodo:

“Se ci ricordiamo bene, nel 2023, al Sud, tra maggio e giugno ha piovuto tantissimo, una cosa che non si vedeva da almeno 70 anni. Poi, da giugno in poi, ha smesso completamente di piovere. Ad agosto, per fortuna, c’è stata un po’ di acqua. Tuttavia, in alcune zone, come in Sicilia e in Sardegna, la situazione resta critica. Anche se l’estate è finita e non c’è più la necessità di utilizzare l’acqua per l’agricoltura, il problema è solo rinviato al prossimo anno.

C’è stato un primo periodo di piogge, ma da giugno dell’anno scorso fino a luglio di quest’anno, le condizioni sono state pessime in termini di quantità di pioggia.”

Come prevenire i danni delle alluvioni in Italia?

Teniamo presente che le alluvioni sono eventi che si manifestano rapidamente e, per quanto riguarda invece la siccità, è possibile prevenire più accuratamente, in quanto si verificano in modo più graduale.

Ma allora quali sono le strategie o le tecnologie più efficaci per monitorare o prevenire i danni causati da siccità e alluvioni? Brocca ce lo spiega così:

“Siccità e alluvioni sono fenomeni completamente diversi. Le alluvioni sono eventi rapidi, e in quel caso ci sono due possibilità di intervento. Non possiamo impedire che piova, ma possiamo fare interventi strutturali, come alzare gli argini dei fiumi o creare casse di espansione dove l’acqua può defluire. Questi interventi permettono di regolare il flusso d’acqua.

Poi ci sono gli interventi non strutturali, che consistono nella previsione, sia meteorologica che idrologica, di dove e quando avverrà un’alluvione. In Italia, come in molte altre parti del mondo, questo tipo di monitoraggio viene fatto da molti anni. Ad esempio, nel caso dell’Emilia Romagna, durante un evento eccezionale, la previsione è stata precisa con almeno due giorni di anticipo, permettendo di salvaguardare beni e aziende situate vicino ai fiumi. Questo ha portato a un notevole risparmio economico, senza contare che, purtroppo, ci sono state delle vittime, ma in numero molto ridotto rispetto alla gravità dell’evento.”

Come gestire il problema della siccità?

Per quanto riguarda la siccità, la lotta è completamente diversa, chiarisce Brocca:

“Perché si sviluppa lentamente nel tempo. Il problema non è tanto prevederla, quanto gestirla. Attualmente, quello che ci manca è un monitoraggio efficace per capire dove si trova l’acqua: nei fiumi, nel sottosuolo o sotto forma di neve. Questo è importante, così come sapere quanta acqua utilizziamo, soprattutto in agricoltura, che è il settore che ne consuma di più. Prevedere una siccità non è difficile, ma il problema è gestire le risorse idriche disponibili. Parliamo comunque di un fenomeno naturale, ma con il cambiamento climatico stiamo assistendo a siccità che durano per più anni, come quella che ha colpito l’Italia di recente. Il sistema attuale non è preparato per gestire questo tipo di problemi, perché utilizziamo le risorse idriche in modo inefficiente per l’agricoltura, l’industria e anche per il consumo civile.”

La vera soluzione alla crisi idrica? L’adattamento

E come si potrebbe, allora, affrontare la questione della siccità a lungo termine? Il dirigente CNR ci dice dov’è che sbagliamo e dove possiamo migliorare. In realtà, l’unico sistema di soluzione possibile e realistico è quello dell’adattamento:

“Affrontarla a lungo termine è ancora più complesso. Spesso cerchiamo soluzioni tecnologiche, come la desalinizzazione dell’acqua marina, che però ha dei costi elevatissimi. La vera soluzione è l’adattamento. Se manca l’acqua, dobbiamo usarne meno. Questo significa, ad esempio, coltivare piantagioni che richiedano meno acqua e ridurre gli sprechi a livello domestico. In Italia, siamo il paese europeo che consuma più acqua potabile. Un esempio lampante è l’uso dell’acqua potabile per fare la doccia: utilizziamo 70 litri di acqua potabile per ogni doccia. In realtà, potremmo riutilizzare l’acqua scaricata dalle nostre case per l’agricoltura, dopo un adeguato trattamento. Israele, ad esempio, riceve un terzo delle precipitazioni dell’Italia eppure riesce a esportare acqua ai paesi vicini.”

“Ma se piove perché si parla di siccità?” Cosa ci aspetta in futuro

Ora che andiamo incontro all’autunno e all’inverno, la situazione migliorerà? Dobbiamo preoccuparci ancora?

Brocca spiega che certamente il problema non finirà con le prime piogge. “Alcuni pensano che la siccità finisca appena inizia a piovere, ma la realtà è ben diversa. Il cambiamento climatico è una realtà con cui dobbiamo imparare a convivere e adattarci.
Le previsioni indicano che il problema non è destinato a scomparire così. Alcune persone, erroneamente, pensano che la siccità finisca appena inizia a piovere. Ma questo è sintomo del fatto che non vogliamo accettare di affrontare il problema. La realtà è che il cambiamento climatico è in corso, e dobbiamo adattarci. Le soluzioni stanno nell’adattamento, nel risparmio dell’acqua e in una gestione più responsabile delle risorse. Non possiamo aspettare che la tecnologia risolva tutto, dobbiamo cambiare il nostro comportamento.”

Tag24 ha già affrontato il tema dell’emergenza siccità con la dottoressa Mariagrazia Midulla (WWF).