Il 12 settembre di 31 anni fa Elisa Claps, 16 anni, uscì di casa per incontrare quello che si sarebbe rivelato essere il suo assassino e scomparve nel nulla; il suo corpo, dopo serrate ricerche e disperati appelli, fu ritrovato nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità di Potenza, a pochi passi dalla sua abitazione. La sua storia, ancora viva nella mente di molti, ha ispirato un libro, un podcast e una serie tv, ma anche una raccolta fondi che ha permesso la realizzazione di un ambulatorio medico a Goma, in Congo. Aprirà oggi. L’obiettivo? Aiutare i bambini in difficoltà, proprio come la ragazza avrebbe voluto fare se ne avesse avuto la possibilità.
Elisa Claps, dalla scomparsa 31 anni fa al corpo ritrovato a Potenza 17 anni dopo
Insieme ai genitori Antonio e Filomena e ai fratelli Gildo e Giuliano, Elisa Claps viveva al civico 69 di via Mazzini, a Potenza, quando, il 12 settembre del 1993, sparì nel nulla dopo essere uscita di casa dicendo ai familiari che sarebbe andata con un’amica in chiesa.
In realtà aveva appuntamento con un giovane che si era invaghito di lei: Danilo Restivo, di 21 anni. Era stato lui a chiederle di poterla incontrare, sostenendo di doverle consegnare un regalo per la promozione agli esami di riparazione. A lei lui non piaceva, ma aveva comunque acconsentito a vederlo.
Fu l’ultimo ad avvistarla. Agli inquirenti disse di averci parlato solo per qualche minuto e di averla vista uscire dal luogo di culto, mentre lui era rimasto a pregare. Si sarebbe scoperto solo tanto tempo dopo che in realtà l’aveva uccisa, nascondendo il suo corpo nel sottotetto della Chiesa della Santissima Trinità.
Il ritrovamento avvenne, praticamente per caso, il 17 marzo del 2010, 17 anni dopo la denuncia di scomparsa presentata dai familiari della giovane. Il sospetto è che il parroco dell’epoca, don Mimì Sabia, abbia deliberatamente coperto la verità, proteggendo l’assassino di Elisa, che conosceva bene (perché amico del padre).
L’arresto dell’assassino Danilo Restivo
Dagli accertamenti eseguiti sul corpo della 16enne si scoprì che era stata colpita con delle forbici. Sui suoi vestiti furono trovate tracce di sangue e di saliva riconducibili a Restivo, che nel frattempo si era trasferito in Inghilterra, venendo arrestato per un secondo omicidio: quello della vicina di casa Heather Barnett, consumatosi a Charminster il 12 novembre del 2002.
La donna, di 48 anni, fu trovata in una pozza di sangue, con la gola tagliata e i seni mutilati, dai figli minorenni. Tra le mani stringeva delle ciocche di capelli, come quelle rinvenute accanto al corpo di Elisa, la firma dell’assassino.
Si arrivò a lui tardi. In realtà, però, era apparso chiaro fin dall’inizio che nascondeva qualcosa: il 12 settembre, poco dopo la scomparsa della 16enne, si era presentato al Pronto Soccorso con delle vistose ferite ad una mano (e i vestiti sporchi di sangue), raccontando, semplicemente, di essere caduto.
Fu creduto, nonostante fosse già stato “attenzionato” per aver tagliato i capelli ad alcune ragazze della zona sui bus cittadini. Il timore è che abbia mietuto anche altre vittime. Al momento è detenuto all’estero. In Italia è stato condannato a 30 anni.
Oggi in Congo apre un ambulatorio medico a lei dedicato
Oggi, nel giorno del 31esimo anniversario della scomparsa della 16enne di Potenza, aprirà a Goma, in Congo, un ambulatorio medico in sua memoria. Lo ha fatto sapere il fratello Gildo al Corriere della Sera, spiegando di aver realizzato il sogno di Elisa, che avrebbe voluto laurearsi in medicina e andare a lavorare in Africa. Un progetto reso possibile grazie al contributo dei tanti che hanno a cuore la sua storia.