Ha chiesto il patteggiamento Angelika Hutter, la 33enne tedesca che il 6 luglio del 2023 investì e uccise con un’Audi A3 presa a noleggio il piccolo Mattia Antoniello, 2 anni, il padre Marco, 48 anni, e la nonna materna Maria Grazia Zuin, 65 anni, mentre passeggiavano sul marciapiede a Santo Stefano di Cadore, nel Bellunese. Il sostituto procuratore Simone Marcon ha già dato il suo “ok”, chiedendo che la pena riconosciuta all’imputata non sia, comunque, inferiore a 4 anni e 8 mesi.
Sta alla difesa adesso decidere: potrebbe accettare, evitando il processo, oppure rifiutare. La nuova udienza – dopo il rinvio disposto dalla giudice Elisabetta Scalozzi, che nel frattempo acquisirà la relazione clinica della struttura che sta seguendo la 33enne, giudicata seminferma di mente – è stata fissata per l’8 ottobre prossimo. Abbiamo fatto il punto della situazione con l’avvocato Alberto Berardi, che rappresenta i familiari delle vittime – Elena Ponente e il padre Lucio, miracolosamente scampati alla strage -, già risarciti e quindi esclusi come parti civili. Ecco cosa ci ha detto.
Strage di Santo Stefano di Cadore, Angelika Hutter verso il patteggiamento. Le domande all’avvocato Berardi
La reazione dei familiari delle vittime
D: Avvocato, come hanno preso i suoi assistiti la notizia della richiesta di patteggiamento per Angelika Hutter? Era uno sviluppo che si aspettavano? Sono delusi?
R: “Sono sincero, gli ho scritto ma non li ho ancora sentiti, quindi non sono in grado di trasmettere alcun termometro sulla reazione. Non so se siano delusi o se se lo aspettassero, di certo io avevo segnalato loro che questo poteva essere un possibile approdo del procedimento: gli estremi normativi per arrivare – se si arriverà, perché non so cosa farà la difesa dell’imputata – a questo risultato (il patteggiamento, ndr) c’erano”.
D: La prossima udienza è stata fissata per l’8 ottobre prossimo. Si aspetta l’esito dell’altro procedimento penale a carico della 33enne (per le lesioni inferte al personale medico-sanitario dell’ospedale in cui è stata ricoverata in psichiatria)…
R: “Sì e no. È stata l’occasione per consentire il rinvio dell’udienza, ma secondo me le due vicende sono totalmente autonome. Senza entrare nel merito del perché, in quanto non difendo l’imputata (e quindi non esprimo valutazioni sulla condotta processuale della sua difesa), ritengo che fare l’udienza tra un mese non cambi niente. Aspettiamo, comunque. La difesa deciderà se aderire alla proposta di patteggiamento del pm oppure no e poi bisognerà capire se secondo il giudice va bene. Non posso prevedere cosa succederà”.
La condanna a 4 anni e 8 mesi chiesta dalla Procura
D: Lei come valuta la richiesta della Procura?
R: “Va specificato che quella in cui mi trovo io è una posizione totalmente marginale: sono un semplice spettatore, perché la famiglia ha già ottenuto un risarcimento del danno (di 3,5 milioni di euro, ndr) dall’assicurazione e quindi non ha titolo per costituirsi parte civile. Come difensore delle persone offese ho diritto di partecipare all’udienza, ma non ho titolo formale per interloquire su un rapporto processuale tra imputato e pubblico ministero.
Quello che penso, comunque, è che, almeno da un punto di vista formale, la proposta della Procura sia ineccepibile, corretta. Una proposta molto articolata, con la pena base, le diminuzioni per tutte le attenuanti, l’aumento per la pluralità di vittime, la riduzione per il rito abbreviato. È strutturata in modo assolutamente rigoroso. Poi se la difesa dirà sì o no non posso dirlo…”.