C’è la possibilità di agganciare le pensioni con età di anticipo a 64 anni, unitamente ad almeno 20 anni di contributi versati, anche per i lavoratori che abbiano contributi prima del 1996. Si sfrutta il computo con relativa domanda all’Inps, ovvero il meccanismo previdenziale che, a determinate condizioni, consente di allargare la platea di chi può andare in pensione con i requisiti riservati ai contributivi puri. A tali parametri di pensionamento accedono ai lavoratori che abbiano iniziato a lavorare e a contribuire in data successiva al 31 dicembre 1995.

Si faccia l’esempio di un lavoratore che abbia riscattato il servizio militare obbligato svolto a metà degli anni ’80 e che abbia i versato contributi previdenziali tutti in periodi successivi, a partire dal 1° gennaio 1996. Tra i contributi si riscontra anche il versamento, per un anno, nella Gestione separata dell’Inps.

Con l’istituto della pensione anticipata in computo, il lavoratore ha la possibilità di scegliere di uscire all’età di 64 anni, unitamente a 20 anni di contributi e a una pensione futura di almeno tre volte l’importo della pensione sociale.

Pensioni anticipo 64 anni nel 2024, che cos’è e come si esce con il computo

Un’alternativa valida per andare in pensione a 64 anni di età è l’anticipata contributiva in computo. Si tratta di una formula che consente di anticipare l’uscita rispetto alla pensione di vecchiaia dei 67 anni di età e di avere un’alternativa rispetto alla pensione anticipata dei soli contributi, che comporta di raggiungere 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, a prescindere dall’età alla quale si riesca a uscire.

Le condizioni per agganciare il computo dei contributi sono fissate dal decreto ministeriale numero 282 del 1982. All’articolo 3 si stabilisce, infatti, che il cumulo della contribuzione consente di agganciare i requisiti del pensionamento del sistema contributivo puro, di cui alla riforma Dini del 1995.

Quali requisiti servono per il computo dei contributi?

Chi aspiri alla formula di computo, tuttavia, deve soddisfare determinati requisiti. In particolare:

  • un’anzianità contributiva non eccedente i 18 anni, calcolati entro il 31 dicembre 1995, considerando tutta la contribuzione a qualsiasi titolo (obbligatori, volontaria, figurativa e mediante riscatti);
  • un’anzianità contributiva di almeno 15 anni, di cui almeno 5 anni collocati dopo il 31 dicembre 1995;
  • almeno un mese di versamenti contributivi nella Gestione separata dell’Istituto di previdenza.

A queste condizioni, i lavoratori possono manifestare la propria scelta di aderire al pensionamento anticipato con computo e di utilizzare, pertanto, i periodi contributivi maturati presso altre gestioni di previdenza al fine di conseguire un unico trattamento di pensione che scatterebbe in via anticipata. Il trattamento sarebbe a carico della Gestione separata dell’Inps.

Quali vantaggi per le pensioni in anticipo a 64 anni?

Il cambio del sistema di calcolo della futura pensione consente di andare in pensione anticipata con le regole del sistema contributivo puro. Per il 2024, si esce all’età di 64 anni unitamente a 20 anni di contributi previdenziali versati e a un assegno che deve raggiungere l’importo di almeno il triplo rispetto alla pensione sociale. Per le donne con figli, tale soglia scende a 2,8 volte, mentre da due figli in poi il limite si riduce ulteriormente a 2,6 volte.

Rinunciare al sistema misto comporta, tuttavia, il ricalcolo della pensione con il sistema contributivo, meno conveniente. Anche se, in questo modo, il lavoratore ha a disposizione un’opzione in più di uscita anticipata.

Come presentare domanda Inps per il computo contributivo della Gestione separata?

Per presentare la domanda di pensione anticipata con computo della Gestione separata occorre entrare nell’area riservata del portale dell’Inps mediante Spid, Carta di identità elettronica (Cie) o Carta nazionale dei servizi (Cns) e compilare i dati della pratica.

Il percorso da seguire sul portale dell’Istituto di previdenza è “Tutti i servizi” e “Richiesta semplificata di pensione”. Le pagine successive sono già precompilate con i dati che l’Inps prende da altre banche dati.

In ogni modo, il richiedente può inserire o cambiare le informazioni presenti in caso di errori od omissioni. Una volta terminata la compilazione è necessario inviare la pratica per trasmettere la domanda all’Istituto di previdenza.