Aveva 20 anni, frequentava la facoltà di Giurisprudenza e aveva un sogno nel cassetto: diventare magistrato. Ecco chi era Elena Russo, morta la sera del 30 gennaio 2022 in un terribile incidente stradale nella frazione di San Bartolomeo a Reggio Emilia. Stava consegnando delle pizze a domicilio. A distanza di oltre due anni dalla tragedia, i titolari della pizzeria sono stati rinviati a giudizio. L’accusa è di omicidio colposo.

Chi era Elena Russo, la 20enne morta in un incidente a Reggio Emilia mentre consegnava pizze: rinviati a giudizio i titolari

Elena Russo viveva a Reggio Emilia ma studiava all’università di Modena: per non gravare sulla famiglia lavorava come rider per una pizzeria. La madre Elena la ricorda come una ragazza solare e altruista, che voleva sempre il bene degli altri.

La sera del tragico incidente stava consegnando delle pizze con una Fiat Punto fornita dal ristorante: finì per scontrarsi con un albero, perdendo la vita.

Ieri, 9 settembre 2024, i soci della pizzeria – un 49enne e un 33enne- sono stati rinviati a giudizio: dovranno rispondere di omicidio colposo, con violazione delle norme per la sicurezza sul lavoro e del codice stradale.

Infatti, secondo l’accusa, avrebbero fornito alla ragazza un’auto non sicura. I genitori della vittima si sono costituiti parte civile.

Le gomme usurate e l’elevata velocità

La decisione della Procura è arrivata dopo la perizia, eseguita sull’auto, che ha stabilito come gli pneumatici fossero gravemente usurati. Erano di quattro marche e disegni differenti, presentavano delle crepe ed erano privi di battistrada; vetusti e con oltre 16 anni di utilizzo.

Avrebbero quindi, secondo la Procura, causato la perdita di aderenza del mezzo al terreno, portando la giovane a non controllare più l’auto.

La difesa dei titolari della pizzeria insisteva invece sulla velocità: secondo una perizia di parte, infatti, la giovane viaggiava a 130 chilometri orari in un punto dove il limite è di 50.

La prima titolare del fascicolo, la sostituto procuratrice Laura Galli, aveva iscritto i due uomini nel registro degli indagati, per poi richiedere l’archiviazione.

Successivamente il gip Andrea Rat ha rigettato la domanda in modo da procedere alle verifiche tecniche che hanno portato all’imputazione coatta dei due indagati.

Lo scorso giugno un rider è stato investito e ucciso a Milano: un 22enne è ora accusato di omicidio stradale.