Tutti sull’attenti o quasi, quando a parlare è la senatrice Liliana Segre. Un po’ perché non parla spesso e quando lo fa è sempre bene ascoltarla per tanti motivi, tra cui il rispetto e la saggezza in quello che dice, poi perché è una senatrice e quando esterna il suo pensiero non lo fa mai per secondi fini, ma è quello che pensa, che ha vissuto e che vuole trasmettere proprio perché sulla sua pelle, in senso metaforico e non, c’è la sofferenza e anche voglia di trasmettere sensazioni e ricordi che è sempre bene rammentare e mai dimenticare.

Per questo Liliana Segre quando dice qualcosa è, a detta di molti, una persona da ascoltare con molta attenzione per la sua memoria storica. La senatrice è stata ospite della prima puntata della terza stagione de “Il Cavallo e la Torre” e, visto che in estate si è parlato molto dello Ius Scholae, lei ci tiene a ribadire un concetto semplice, ma molto importante: “Favorevole a dare la cittadinanza tramite la scuola, perché la scuola è molto importante”.

Liliana Segre e il fascismo: “Non penso sia mai morto e qualcuno lo rimpiange ancora…”

E le piace sottolineare che è settembre, un periodo a cui tiene molto perché è il mese del suo compleanno e, ricorda, “nel 1938 compivo otto anni, ero una bambina serena che andava a scuola in via Ruffini a Milano. Mi ricordo quel momento così lontano, come fosse oggi, quei visi di mio papà e dei miei nonni che, con grande tristezza, cercavano di spiegare a questa bambina stupida com’ero io, sciocca, semplice, che per delle leggi, che erano poi le leggi razziste, le leggi razziali, ai bambini ebrei la scuola pubblica era proibita”. Per questo sottolinea quanto sia importante approfondire il discorso sullo “Ius scholae proprio perché io sono stata esclusa e ho piacere che siano inclusi”.

Il tasto dolente, pi, è il ricordo del fascismo e, secondo lei, in qualche modo è ancora e sempre attuale. E se lo dice lei che certi periodi li ha vissuti, magari non è tanto da ricamarci sopra, sottolineando che ancora se ne parla nonostante sia il 2024. E la senatrice a vita su questo argomento è molto circostanziata e non lo accosta a questo governo, naturalmente, ma spiega: “Penso che il fascismo non sia mai morto e che molti l’abbiano sempre molto rimpianto, perché dava questo senso dell’importanza dell’italianità…”.

E poi, con amarezza aggiunge che, a suo dire, certe “simpatie non si sono mai spente”, anche perché, ribadisce nel suo lungo discorso: “Conosco persone che non si limitano più a dire ‘quando si stava peggio si stava meglio’. Quei detti sciocchi, quelle frasi fatte che ho sempre odiato ritornano”.

Infine sul Premierato, argomento che a lei sta molto a cuore, soprattutto nel contrastarlo, tanto che, per l’ennesima volta ribadisce il suo concetto: “Innamorata come sono dell’Articolo 3 della Costituzione, ogni volta che ho sentito che si vuol cambiare questo, che si vuol cambiare quello, si mette a repentaglio quell’etica morale dei nostri padri Costituenti che avevano vissuto la Resistenza. Mi sono battuta e mi batterei con le mie forze rimaste contro il premierato anche domani“.