“Gli attacchi di panico sono tempeste improvvise che si abbattono sulla mente e sul corpo, scatenando un uragano di sensazioni fisiche, e psicologiche intense”, li ha definiti così il professor Antonio Picano. Sdoganati da personalità molto conosciute del mondo dello spettacolo, come Violante Placido, Carlo Verdone, Emma Stone, Adele, e quest’estate dal meteorologo australiano Nate Byrne, il disturbo continua a subire uno stigma sociale che pesa su chi ne soffre: possono essere considerati una malattia?

L’attacco di panico è il segnale di un disagio profondo

“L’attacco di panico è il sintomo di un disagio profondo. Non è una malattia mentale in senso stretto, ma può essere associato a disturbi come l’ansia generalizzata, il disturbo da stress post-traumatico o la depressione. Se non trattato può portare a conseguenze invalidanti, limitando la libertà e la qualità della vita di chi ne soffre – ha aggiunto lo psichiatra Picano – chi li ha vissuti sa bene quanto possano essere terrificanti: il cuore sembra voler esplodere dal petto, il respiro si fa corto e affannoso, il sudore, freddo inonda la pelle, si ha la netta sensazione di perdere il controllo, impazzire o morire. È un’esperienza che lascia un segno profondo, e chi l’ha provata vive nel costante timore che possa ripetersi, innescando un circolo vizioso di ansia e paura.”

Perché vengono gli attacchi di panico?

“Perché il sistema nervoso accumula tensione e, superata una certa soglia, si verifica un cortocircuito, un sovraccarico improvviso che si manifesta con i sintomi tipici dell’attacco di panico. Questo sovraccarico è legato a periodi prolungati di forte stress, eventi traumatici o a situazioni di vulnerabilità emotiva. Non possiamo trascurare anche fattori biologici e genetici, che possono predisporre alcune persone a sviluppare questo tipo di disturbo.”

Le cure

Le cure farmacologiche rappresentano un intervento tempestivo che interrompe i sintomi, e allevia la sofferenza del paziente. “I farmaci, come le benzodiazepine, possono essere utili per ristabilire rapidamente un senso di calma e controllo, ma per lavorare sulle cause profonde del disturbo, e prevenire nuovi attacchi e aiutare la persona a sviluppare una maggiore resilienza emotiva è necessaria la psicoterapia. In particolare, la terapia cognitivo-comportamentale si è dimostrata efficace nell’insegnare alle persone a riconoscere i segnali premonitori, gestire l’ansia e sviluppare strategie di coping per affrontare le situazioni difficili. I farmaci sono come un salvagente che ci aiuta a restare a galla durante la tempesta, ma non ci insegnano a nuotare. La psicoterapia, invece, ci fornisce gli strumenti per navigare anche in acque agitate, per affrontare le sfide della vita con maggiore fiducia e serenità.”

Parlarne aiuta

Il fatto che diversi vip siano usciti allo scoperto, e che lo stesso meteorologo australiano sia apparso nel video, divulgato nei giorni di Ferragosto proprio nel momento dell’episodio “aiuta a normalizzare queste esperienze, a far capire che non c’è nulla di cui vergognarsi e che chiedere aiuto è un atto di coraggio, non di debolezza. L’attacco di panico può colpire chiunque, in qualsiasi momento, anche sotto i riflettori. Vedere una persona affrontare questa situazione in diretta, con coraggio e vulnerabilità, può aiutare a sfatare molti miti e pregiudizi legati al disturbo e può mostrare al pubblico che anche chi sembra avere tutto sotto controllo può essere sopraffatto dall’ansia.”