Quella di ieri, 8 settembre 2024, a Tag24.it, è stata la sua ultima intervista da membro di Italia Viva. Poi, evidentemente, ha fatto la sua scelta definitiva: Luigi Marattin ha convocato una conferenza stampa e oggi, 9 settembre, ha comunicato di lasciare Italia Viva, di costituire un’associazione (“Orizzonti liberali”) e di gettarsi a capofitto per la costituzione di un nuovo partito liberal-democratico che, da qui a tre anni, quando si tornerà a votare per le politiche, ha l’ambizione di rappresentare il riformismo incarnato da Mario Draghi. Proprio oggi, del resto, l’ex premier ha presentato in sede europea il rapporto sul futuro della competitività del Vecchio continente: una coincidenza non da poco.
Marattin lascia Italia Viva: la polemica contro Matteo Renzi (e Carlo Calenda)
Dopo 15 anni, Luigi Marattin interrompe quindi il suo rapporto politico con Matteo Renzi. Ai microfoni di Tag24.it, ha annunciato che ha già comunicato l’addio al gruppo della Camera di Italia Viva e di iscriversi a quello misto. I motivi dello strappo sono quelli, di merito e di metodo, che ha raccontato già ieri a Tag24. A Marattin non è andata mai giù la scelta (giudicata repentina e solitaria) fatta da Matteo Renzi di abbandonare il Terzo Polo e tornare in grembo al centrosinistra. E se l’ex premier (che lo volle con sè a Palazzo Chigi già nel 2014 da consigliere economico) gli ha fatto notare di essere stato l’unico dirigente a sollevare questo problema, Marattin, oggi, è tornato a sottolineare di non essere l’unico a intraprendere la strada che porta alla costituzione di un nuovo partito liberal-democratico che non si schiera nè col centrodestra nè col centrosinistra:
“Il bipolarismo non è invincibile”
ha ripetuto. Citando il primo dei suoi compagni di viaggio: un altro ex renziano doc, Andrea Marcucci. Il quale, non a caso, ha avuto un tempismo perfetto a schierare la sua associazione, LibDem, al suo fianco:
La polemica contro Renzi (e Calenda): “Leader con le primarie, non per diritto divino”
Sta di fatto che i toni frenati utilizzati fino a ieri da Luigi Marattin nei confronti di Matteo Renzi, oggi, una volta svestita la maglia di Italia Viva, sono andati nel dimenticatoio soprattutto quando ha avuto modo di sottolineare che la leadership del nuovo partito liberal-democratico sarà contendibile tramite le primarie:
“Il leader sarà scelto in questo modo, non per diritto divino”
Il chiaro riferimento è stato alla lotta contro i partiti personali, quali sono, per Marattin, sia Italia Viva con Matteo Renzi che Azione con Carlo Calenda. Ora un tassello fondamentale per voltare pagina.