Nel giorno dell’udienza in cui si discute, al Riesame di Bologna, l’eventuale scarcerazione di Louis Dassilva, arrestato con l’accusa di aver ucciso con 29 coltellate la 78enne Pierina Paganelli nel garage di un condominio di via del Ciclamino, a Rimini, lo scorso ottobre, la Procura che si sta occupando del caso – secondo cui il 34enne avrebbe agito per “difendere” la relazione extraconiugale che aveva intrapreso con la nuora della vittima – ha presentato nuove e importanti prove a suo carico: ecco quali sono.

Louis Dassilva e le “nuove prove” della Procura al Riesame

Stando a quanto si apprende da fonti locali, gli inquirenti avrebbero tra le mani la t-shirt che Dassilva potrebbe aver indossato durante il delitto. Una maglia di colore grigio sequestrata, insieme a un paio di occhiali da lavoro con le lenti trasparenti, all’interno dell’armadietto della sua fabbrica e che, almeno all’apparenza, sembrerebbe corrispondere a quella che indossa l’uomo ripreso dalle telecamere di videosorveglianza di una farmacia di via del Ciclamino pochi minuti dopo l’omicidio.

Uomo che, secondo la Procura, sarebbe appunto Dassilva. Non è tutto. Tra le nuove prove presentate oggi in tribunale viene citata, infatti, anche una bottiglia di vino che il 34enne e l’amante Manuela Bianchi, nuora della vittima, avrebbero consumato nel corso di un loro incontro clandestino. Dassilva sarebbe stato intercettato mentre, lo scorso 7 luglio, la lascia in bella vista, sul pavimento del garage, salvo poi tornare a riprenderla.

Perché è importante? Dimostrerebbe che il loro rapporto avrebbe continuato ad essere “di vicinanza” anche dopo l’omicidio della 78enne, fino a una decina di giorni prima dell’arresto dell’uomo, in carcere dal 16 luglio.

La questione dei filmati delle telecamere

Manuela Bianchi lo ha sempre difeso, sostenendo che non sia lui l’uomo inquadrato dalle telecamere di videosorveglianza. A dirlo sono anche i suoi legali, gli avvocati Riario Fabbri e Andrea Guidi, secondo cui i fotogrammi non sarebbero abbastanza nitidi per identificare il soggetto ripreso.

Il loro obiettivo è che Dassilva venga scarcerato. Secondo loro, infatti, non sussisterebbero i pericoli di fuga e di inquinamento delle prove (che invece il gip gli ha contestato, facendo notare che ha rapporti stretti con il suo Paese d’origine, il Senegal, e un biglietto aereo ‘aperto’). Sarà il tribunale del Riesame a decidere.

I familiari di Pierina sono in ansia per un possibile attenuamento della misura che, anche nel caso degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, potrebbe riportare Dassilva nello stesso condominio e sullo stesso pianerottolo in cui abita anche Giuliano Saponi (figlio di Pierina e marito di Manuela, ndr),

hanno fatto sapere gli avvocati Marco e Monica Lunedei al Resto del Carlino. Il rischio è che, in caso di ok da parte del Riesame, Dassilva torni a vivere insieme alla moglie Valeria Bartolucci (a sua volta indagata per stalking) a pochi passi dall’uomo, “vittima, nel maggio scorso, di un incidente la cui dinamica non è mai stata chiarita con certezza” (sempre secondo i legali).

Negli scorsi giorni è emerso che la Procura avvierà degli accertamenti tecnici sui dispositivi di Dassilva per risalire – oltre che a eventuali messaggi cancellati – anche ai suoi spostamenti: l’obiettivo è capire, tra le altre cose, dove si trovasse il giorno in cui Saponi fu investito da un’auto pirata e lasciato agonizzante a bordo strada, senza essere soccorso, dopo essere uscito in bici per andare a lavorare.

Il sospetto è che possa entrarci qualcosa. Che i due eventi possano essere collegati. Per ora, però, sono, appunto, solo sospetti. Ne parlavamo in maniera più dettagliata in questo articolo: “Incidente Giuliano Saponi: riaperte le indagini?“.