È di 9 anni e 4 mesi di carcere la pena chiesta oggi, 9settembre 2024, a carico di Silvana Sfortuna, la 50enne che lo scorso 5 dicembre 2023 sfregiò con l’acido il marito a Palma di Montechiaro, nell’Agrigentino. Poi, simulò l’aggressione da parte di quest’ultimo per farlo arrestare. Si dovrà ancora attendere, però, per conoscere l’epilogo di questa vicenda costruita sulle bugie: ecco la ricostruzione del caso.

Sfregiò il marito con l’acido nell’Agrigentino: 9 anni per Silvana Sfortuna?

Secondo la pm di Agrigento, Maria Barbara Grazia Cifalinò, non ci sarebbe alcun dubbio: Saro Gioacchino Morgana sarebbe vittima di un piano architettato dalla moglie, Silvana Sfortuna, per farlo arrestare.

Ma perché? E, soprattutto, cosa è davvero accaduto lo scorso 5 dicembre 2024? Quella che sembrava una storia di maltrattamenti in famiglia contro una donna, sfociata, poi, nell’orribile epilogo di una brutale aggressione con l’acido, in realtà sarebbe falsa.

O meglio, in un tentativo di farla franca il vero aggressore avrebbe scambiato i ruoli, facendosi passare per vittima. Per questo motivo e a causa delle gravi lesioni permanenti, la pm agrigentina ha chiesto 9 anni e 4 mesi di reclusione per la 50enne.

Cosa è successo: dall’aggressione all’arresto dell’uomo

È la mattina del 5 dicembre 2023 scorso, quando nell’abitazione dei coniugi Sfortuna-Morgana la quiete sarebbe stata interrotta dalle urla della 50enne, che si sarebbe recata in via Tiepolo, a Palma di Montechiaro, nell’Agrigentino, per recuperare alcuni effetti personali.

La donna, infatti, avrebbe affermato di aver subito un’aggressione da parte del marito, già noto alle forze dell’ordine per reati precedenti. Secondo il terribile racconto, il 48enne l’avrebbe attesa in casa e le avrebbe gettato sul viso dell’acido, rimanendo, però, ferito anche lui nella colluttazione.

La famiglia, dalle prime informazioni, pare che versasse già in cattive acque, proprio a causa dei comportamenti violenti e dei maltrattamenti dell’uomo sulla donna e sulla figlia di lei, avuta da un precedente matrimonio. Per questo, madre e figlia sarebbero fuggite in una casa protetta.

Allarmati dal frastuono e dalle urla, i vicini sarebbero accorsi in aiuto di Sfortuna, chiamando i soccorritori del 118. La donna, quindi, sarebbe stata portata all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento e ricoverata. Ricoverato anche il marito, rimasto invischiato nell’agguato, e trasportato al Cannizzaro di Catania.

Una volta dimesso, Morgana sarebbe finito in manette e condotto in carcere per violenza domestica e lesioni personali.

Il colpo di scena: arrestata Silvana Sfortuna per l’aggressione al marito

Eppure, la storia non si sarebbe fermata all’arresto dell’uomo, che da subito si è sempre professato innocente. Secondo quanto raccontato dal 48enne, infatti, tutta la faccenda sarebbe stata solo una grossa messinscena della donna per disfarsi di lui.

Morgana avrebbe sempre dichiarato di non aver mai acquistato la borraccia, nella quale sarebbe stato immesso l’acido, né di aver organizzato l’agguato. Tuttavia, le indagini degli inquirenti hanno portato, lo scorso 28 dicembre 2024 a una svolta inaspettata.

Dagli accertamenti sulla borraccia e dalle analisi dei video di sorveglianza del negozio dove è stata acquistata, è emerso che a commettere l’attentato sia stata proprio la moglie, Silvana Sfortuna. Quest’ultima, quindi, secondo gli agenti, avrebbe simulato tutto.

Così, la gip del tribunale di Agrigento, Micaela Raimondo, ha ordinato la scarcerazione del 48enne e avrebbe, invece, emesso l’ordinanza d’arresto per la 50enne.

L’epilogo

Viste le prove a suo carico, la stessa Silvana Sfortuna, avrebbe, poi, confessato di essere la vera autrice dell’aggressione e che sarebbe rimasta lievemente ferita al viso per il tentativo di difesa del marito. Tuttavia, la donna avrebbe cercato di giustificare il terribile gesto annoverando i precedenti episodi violenti dell’uomo.

La Procura di Palermo, però, ha accusato la 50enne di lesioni aggravate con sfregio permanente e calunnia, per aver cercato di far arrestare il marito. Contestata anche la premeditazione.

Ora, il 48enne si è avvalso della consulenza dell’avvocato Calogero Sferrazza e si è costituito parte civile, al processo che ha avuto luogo questa mattina, 9 settembre 2024. Sebbene non abbia mai trascorso un giorno in cella, l’uomo è stato ricoverato per mesi al centro grandi ustioni dell’ospedale Cannizzaro di Catania per le estese ustioni a volto e spalle.

Dal canto suo, il legale della donna, Giuseppe Vinciguerra, ha chiesto al giudice Giuseppe Miceli il riconoscimento dell’attenuante della provocazione. Bisognerà attendere il prossimo 7 ottobre 2024 per la sentenza definitiva.