Israele si espande sempre più a est ed attacca il territorio siriano, nella notte tra ieri ed oggi 9 settembre 2024 ci sono stati diversi bombardamenti aerei nella zona di Masyaf. L’operazione è stata giustificata dalle Israeli Defense Forces come un attacco alle basi dei miliziani di Hezbollah che si rifugiavano a confine tra Libano e Siria.

Secondo quanto riferito dai media locali, le forze armate di Tel Aviv hanno colpito diverse località in un attacco diviso in tre fasi. L’Osservatorio siriano per i diritti umani ha detto che l’esercito siriano ha cercato di contrastare il bombardamento odierno. Il bilancio dell’attacco odierno è di almeno 18 morti. Domani si terranno in Giordania le elezioni legislative nonostante lo scoppio di una nuova fase del conflitto sul versante occidentale del Paese.

Guerra in Israele, le news di oggi 9 settembre 2024

I bombardamenti israeliani che hanno colpito alcuni siti militari di Hezbollah hanno provocato almeno 18 morti. Il numero delle vittime potrebbe salire nelle prossime ore. Tra i morti ci sono anche tre civili, tra cui un uomo e suo figlio che si trovavano in un veicolo e quattro soldati non ancora identificati. Nel blitz sono rimaste ferite una ventina di persone e sono state distrutte delle installazioni militari nella zona. Sono state registrate tredici violente esplosioni nell’area di Masyaf. Hezbollah ha inviato due droni dal Libano contro Nahariya, città israeliana sulla costa a una decina di kilometri dal confine, e un edificio residenziale è stato colpito. Non ci sono stati feriti nell’attacco.

L’ex membro del gabinetto di guerra Benny Gantz ha parlato oggi dell’impegno militare di Israele dicendo che Tel Aviv dovrebbe spostare la sua attenzione su Hezbollah e il confine libanese. Gantz è andato ieri a Washington dove ha parlato in un forum sul Medio Oriente dichiarando che l’Iran e i suoi delegati sono responsabili degli attacchi. Gantz ha dichiarato poi che Tel Aviv ha commesso un errore nell’evacuare il nord del Paese senza ragionare su un’operazione militare ben studiata contro Hezbollah.

L’assenza di un piano di guerra ha portato l’ex membro del gabinetto di Netanyahu a lasciare il governo. Tuttavia Gantz ha ammesso che le operazioni militari a Gaza stanno dando il loro frutto e che Israele si impegnerà nei prossimi mesi per sconfiggere Hamas.

Le proteste e la reazione dell’Iran al bombardamento in Siria

Teheran ha accusato Israele di aver compiuto un attacco “criminale” nella Siria centrale. Il portavoce del ministro degli Esteri Kanaani in una conferenza stampa ha invitato gli alleati del governo di Tel Aviv a non sostenere più le iniziative di Netanyahu. Negli scorsi mesi i rapporti tra Israele e Iran si sono inaspriti a causa della morte dell’ex presidente iraniano Raisi in un incidente in elicottero a maggio e dopo l’attacco di droni a Teheran che hanno portato alla morte dell’ex capo politico di Hamas Haniyeh.

Proseguono gli scontri tra cittadini ed istituzioni israeliani per la liberazione degli ostaggi. Oggi le forze dell’ordine hanno sgombrato il sit-in organizzato nella notte da un gruppo di manifestanti a Gerusalemme per chiedere un accordo per liberare i cittadini israeliani rimasti a Gaza.

L’accordo sembra essere ancora molto lontano dato che Netanyahu non è intenzionato a spostare le truppe dal corridoio di Filadelfia. Hamas nelle scorse ore ha negato di aver proposto condizioni nei colloqui per il cessate il fuoco e rilascio ostaggi a Gaza.

Dall’inizio della guerra a Gaza, almeno 40988 palestinesi hanno perso la vita e 94825 sono rimasti feriti. Lo ha riferito il ministero della Salute della Striscia, gestito da Hamas.

La Giordania al voto nonostante la guerra

Si voterà lo stesso per le elezioni legislative in Giordania, nonostante la guerra. I cittadini si recheranno alle urne domani 10 settembre. Sono almeno 11 milioni gli aventi diritto al voto in un Paese molto diviso sulle sorti del conflitto. Basti pensare che un recente sondaggio il 66% dei cittadini giordani ha approvato l’attacco del 7 ottobre 2023. Le proteste degli ultimi 11 mesi hanno permesso all’opposizione filoislamista di prendere sempre più voce in capitolo. Diversi partiti hanno chiesto una ripresa dei dialoghi con Hamas, proibiti dal 1999.

La nuova fase della guerra in Cisgiordania voluta da Netanyahu ha provocato tantissimo sdegno nella popolazione giordana che ora non vede di buon occhio Israele.