La pensione anticipata non si basa solo sull’età, ma anche sui contributi e sul numero di figli. Sebbene il sistema previdenziale non stia cambiando, potrebbero essere inaspriti i requisiti per l’accesso alla pensione a partire dal prossimo anno. Tuttavia, ci sono donne con figli che possono anticipare l’uscita dal lavoro con almeno 41, 20, 30, 35 o 36 anni di contributi. Vediamo insieme quali sono le misure che consentono l’uscita anticipata ordinaria in condizioni agevolate.

Pensione anticipata: contributi e figli

Molte lavoratrici si trovano a conciliare lavoro e famiglia, spesso senza considerare le ripercussioni delle scelte personali sulla carriera. Fortunatamente, nel sistema previdenziale italiano, le madri possono accedere a forme di pensionamento anticipato o a “scivoli” con condizioni agevolate.

Per quanto riguarda la pensione anticipata ordinaria, il requisito principale resta comunque di 41 anni e 10 mesi di contributi. Secondo quanto riportato da PMI.it, chi ha iniziato a lavorare dopo il 1° gennaio 1996 può già richiedere la pensione con un assegno calcolato integralmente con il sistema contributivo.

Indipendentemente dall’anzianità contributiva di 20 anni, è possibile andare in pensione anticipata se l’assegno maturato è pari a 3 volte il trattamento minimo, che per il 2024 corrisponde a 1.603,23 euro. Le lavoratrici con un figlio devono aver maturato un assegno pari a 2,8 volte il trattamento minimo, mentre quelle con due o più figli devono avere un assegno pari a 2,6 volte l’assegno sociale, cioè 1.389,47 euro.

In questi casi, le lavoratrici possono richiedere la pensione anticipata contributiva se l’importo raggiunge una soglia pari a 5 volte il trattamento minimo, ovvero 2.993,05 euro, con una finestra mobile di 3 mesi e un trattamento che dura fino al raggiungimento dei requisiti per la pensione di vecchiaia ordinaria.

Quali contributi servono se non si raggiunge l’importo minimo?

Prima di pianificare l’uscita dal lavoro, è fondamentale capire se si soddisfano le condizioni richieste per l’accesso alla misura desiderata. È consigliabile utilizzare i servizi offerti dall’INPS per facilitare il calcolo della pensione.

I requisiti ordinari per la pensione di vecchiaia prevedono l’uscita a 67 anni con 20 anni di contributi. Se non si vuole aspettare il raggiungimento di questi requisiti, è possibile accedere alla pensione Opzione donna. La misura permette di uscire dal lavoro a 61 anni con 35 anni di contributi, se si soddisfano le condizioni normative previste. È inoltre necessario che i requisiti siano stati maturati entro il 31 dicembre 2023.

Requisiti per la pensione Opzione donna

L’INPS ha spiegato che, al momento della presentazione della domanda per l’accesso alla pensione Opzione donna, la lavoratrice deve rientrare in una delle seguenti condizioni:

  • assistenza da almeno sei mesi al coniuge o a un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità, o a un parente o affine di secondo grado convivente, se i genitori o il coniuge della persona con handicap abbiano compiuto 70 anni o siano anch’essi affetti da patologie invalidanti o deceduti;
  • riduzione della capacità lavorativa, accertata dalle competenti commissioni per il riconoscimento dell’invalidità civile, superiore o uguale al 74%;
  • essere stata licenziata o dipendente da un’azienda per la quale è attivo un tavolo di crisi presso la struttura per la gestione della crisi d’impresa.

La normativa prevede una riduzione del requisito anagrafico di 61 anni di un anno per ogni figlio, fino a un massimo di due anni.

Pensione anticipata a 63 anni e 5 mesi con 28 anni di contributi anziché 30

Le lavoratrici possono accedere allApe Sociale a 63 anni e 5 mesi con 30 o 36 anni di contributi, La misura è riservata a determinate categorie di lavoratori in difficoltà, come disoccupati, caregiver, invalidi e chi svolge mansioni usuranti. Le donne possono beneficiare di uno sconto aggiuntivo, ovvero una “riduzione per i figli”, che permette di anticipare l’uscita dal lavoro.

In particolare, per ogni figlio, il requisito contributivo viene ridotto di 12 mesi, fino a un massimo di 2 anni. Ciò significa che, con un figlio, le lavoratrici che hanno 30 anni di contributi possono uscire con 29 anni, mentre con due figli saranno sufficienti 28 anni di versamenti contributivi.