Un altro effetto collaterale del caso Sangiuliano-Boccia potrebbe essere la bocciatura di Raffaella Docimo a succedere ad Alessandro Giuli alla guida del Maxxi, il museo di arte moderna di Roma. In realtà, il nome di Raffaella Docimo è stato quello che oggi, 8 settembre 2024, tutti i giornali hanno dato per scontato per sostituire Giuli in quanto indica la consigliera anziana del cda della Fondazione dell’ente culturale romano. Ma l’esponente di Fratelli d’Italia, col passare delle ore, sta perdendo quota proprio per la vicinanza politica con l’ex ministro e le critiche al suo curriculum pervenutele (paradossalmente) dalla stessa Maria Rosaria Boccia. Così, sta meditando la rinuncia dell’incarico. Al suo posto, allora, prende consistenza la candidatura di Emanuela Bruni.

Emanuela Bruni, la giornalista alla guida del Maxxi al posto di Raffaella Docimo?

Ma chi è Emanuela Bruni, la donna che potrebbe essere prescelta con un cambio in corsa alla guida del Maxxi? Come tutti i protagonisti di questa storia, Gennaro Sangiuliano, Alessandro Giuli e Raffaella Docimo, è una giornalista, nel suo caso con specializzazione in comunicazione istituzionale. Bruni è stata la prima donna a ricoprire l’incarico di capo dell’Ufficio del Cerimoniale della Presidenza del Consiglio dei ministri. Nelle sue funzioni, ha realizzato numerose campagne di comunicazione tra cui quella sull’euro e le privatizzazioni e ha coordinato numerosi vertici internazionali. Prima dell’impegno nelle istituzioni, il suo curriculum si è sviluppato, tra l’altro, lavorando in Rai e con il Sole 24 Ore. In più, ha scritto numerosi libri sulla storia delle donne (tra gli altri: “Piccolo dizionario delle italiane, dalla A come aborto alla Z come zitella”) e sulla sua grande passione, la storia dell’arte, che ora potrebbe portarla alla guida del Maxxi.

Euro e aborto

Certo che se la nomina di Emanuela Bruni al Maxxi andasse in porto, si chiuderebbe davvero un cerchio per la destra italiana. Per anni, infatti, anche Fratelli d’Italia è stata una formazione politica euroscettica e solo l’esperienza di governo l’ha portata su posizioni più filo-Bruxelles. Inoltre, anche in questi mesi, hanno fatto discutere alcune scelte adottate dalla maggioranza a proposito di aborto. Per questo, vedere ora premiata l’autrice di “Una moneta di nome euro. Manuale per il cittadino europeo” e “Con l’euro in tasca” fa un certo effetto.