Elly Schlein non ci sta e dal palco della Festa dell’Unità di Reggio Emilia lancia il suo affondo a Emmanuel Macron per la nomina di Michel Barnier a premier francese. Un’esternazione decisa, che interviene nell’instabilità che ha caratterizzato la politica francese nelle ultime settimane, dopo l’esito delle elezioni legislative dello scorso 7 luglio.
Il comizio di chiusura della segretaria del Partito democratico rappresenta, poi, una nuova occasione per rilanciare il campo largo del centrosinistra, proprio sul modello del Nuovo fronte popolare francese, per costruire un’alternativa al governo Meloni, definito da Schlein il “più a destra della storia repubblicana“.
Schlein contro Macron per la nomina di Barnier, le sue parole dal comizio di chiusura della Festa dell’Unità di Reggio Emilia
Le tensioni francesi si ripercuotono, dunque, anche nella politica italiana. L’esito elettorale ha consegnato un parlamento francese diviso in tre componenti principali: il Nuovo Fronte Popolare della sinistra, risultato vincitore alle elezioni; il centro di Macron e la destra del Rassemblement National di Marine Le Pen e Jordan Bardella.
Tuttavia, Macron ha respinto i nomi proposti dalla coalizione uscita vincente dalle urne, assegnando a Michel Barnier l’incarico di formare il nuovo governo. Decisione che ha mandato su tutte le furie la sinistra francese, con manifestazioni di protesta che hanno coinvolto migliaia di persone.
Dalla loro parte si schiera apertamente Elly Schlein la quale, dal palco del suo comizio che chiude la Festa nazionale dell’Unità di Reggio Emilia, esprime tutta la sua rabbia per l’evolversi dello scenario politico d’Oltralpe, provocato dalle decisioni di Macron:
“Siamo allarmati dall’estromissione dal governo in Francia della sinistra che ha vinto le elezioni e siamo solidali con i socialisti”.
La segretaria Pd sul campo largo: nessun accenno a Renzi
Dopo il duro sfogo sulle vicende francesi, sono le questioni italiane a caratterizzare l’intervento di Schlein.
La segretaria lancia anzitutto la campagna per le Elezioni regionali alle porte, rivolgendosi a Michele De Pascale, candidato in Emilia Romagna che “saprà raccogliere il testimone di Stefano Bonaccini” e rivolgendo il suo augurio ad Andrea Orlando, candidato in Liguria dove, è sicura, “possiamo voltare pagina” dopo le dimissioni dell’ex governatore Giovanni Toti.
Ma, ovviamente, è il campo largo del centrosinistra a essere al centro dei pensieri della segretaria e della platea che la ascolta. Schlein evita accuratamente di citare Matteo Renzi, il cui rientro ‘dalla finestra’ nell’alveo del centrosinistra è mal digerito (per usare un eufemismo) da gran parte della base del suo partito. Tuttavia, la leader del Pd parla chiaramente di una “piattaforma per governare“ basata “sui ‘per’ molto più che sui ‘contro’ che pure ci sono“.
La linea sembra, quindi, continuare a essere quella “ostinatamente unitaria“, come lei stessa l’aveva definita, senza veti o preclusioni. Un’alternativa da creare, però, “nel Paese, più che nel palazzo“, rivolgendosi non tanto ai partiti e ai loro leader quanto alle persone e ai loro bisogni, per “chiudere la stagione del governo più a destra della storia repubblicana“.
Schlein, attacco a Meloni sulla sanità: “Lei la vuole a misura di portafoglio”
Schlein parla apertamente di “un progetto per un’Italia accogliente e antirazzista, della giustizia sociale, dei diritti di tutti e di tutte“.
Ecco, dunque, che la sua agenda prende forma, a partire da quello che è, da sempre, uno dei temi forti del Partito democratico: la sanità. Schlein vede la ‘minaccia’ incombere su di essa, sul welfare e sulle pensioni nella prossima manovra finanziaria del governo al quale dice chiaramente:
“Noi vi fermeremo e riporteremo al centro del dibattito i temi che riguardano la vita delle persone”.
Per la segretaria dem, lo smantellamento della sanità pubblica non è solo causato dall’incapacità del governo (anche se “c’è anche quella“, chiarisce) ma da una destra che, accusa, la vuole “a misura di portafoglio“. Contro questo disegno, Schlein dichiara che l’obiettivo deve essere una vera e propria riforma della sanità pubblica.
Battaglia annunciata anche sul fronte dei diritti civili e sociali. La segretaria non risparmia una battuta al governo che “parla tanto di famiglia tradizionale ma nessuno di loro ce l’ha“, per poi tornare a chiedere il riconoscimento delle famiglia omogenitoriali e del matrimonio egualitario perché, dice chiaramente, “le famiglie sono tante e meritano tutte di essere difese“.
Stessa posizione chiara e netta sulla questione della cittadinanza, a partire da un assunto di base: “Per noi chi nasce in Italia è italiano“. Niente questioni di sangue tipiche della destra, ma la consapevolezza dell’arricchimento che arriva dall’intreccio di culture diverse.
Su questo, Schlein sostiene che il Pd è disponibile al dialogo ma, ancora una volta, mettendo davanti le aspettative delle persone che, ribadisce, “non siamo disponibili a deludere“.