Il senatore di Fratelli d’Italia Ignazio Zullo, barese di Cassano Murge, classe 1959, “medico per vocazione”, politico seguendo il verbo di Raffaele Fitto, è il primo firmatario di un disegno di legge che propone il Daspo di tre anni nei confronti delle persone che si macchiano del reato di aggredire il personale medico-sanitario nelle strutture ospedaliere. Per loro, in quel lasso di tempo, niente più cure a carico del Sistema Sanitario Nazionale. D’altronde, minacce, aggressioni, atti vandalici ai danni delle strutture pubbliche sanitarie rappresentano una vera e propria emergenza. L’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni sanitarie e socio-sanitarie (Onseps), nella relazione sull’anno 2023 inviata alle Camere lo scorso marzo, ha dichiarato che sono stati addirittura 16.000 gli episodi di violenza nelle strutture di cura italiane, quasi 44 al giorno, a fronte di ben 18.000 operatori coinvolti, 49 al giorno. Insomma: le ultime immagini provenienti dagli Ospedali riuniti di Foggia con una intera equipe medica costretta a barricarsi in una stanza per sfuggire alla violenza dei familiari di una ragazza morta in seguito a una operazione evidenziano solo l’ultimo episodio di una serie che, per essere interrotta, secondo Zullo, ha bisogno di un pugno duro. Oggi, 8 settembre 2024, il senatore ne ha parlato con Tag24.it.

Che cosa è il Daspo sanitario, chi lo vuole e perché

D Senatore Ignazio Zullo, andiamo subito al nodo del suo disegno di legge: il Daspo sanitario crede che possa essere giudicato costituzionale? La salute è sancita come un diritto di tutti i cittadini.

R “L’articolo 32 della nostra Carta dice che la Repubblica tutela la salute, ma non parla di gratuità”.

D Il Sistema Sanitario Nazionale è il fiore all’occhiello del nostro welfare invidiato nel mondo. Lo vuole smantellare?

R “Niente affatto. Ma prima della legge 833 del 1978, funzionava la Mutua e ora si paga il ticket: è previsto che il cittadino compartecipi alle spese per la salute. Per questo, proponendo che una persona che si macchia di atti violenti contro gli operatori o le strutture sanitarie, per un periodo, debba pagarsi qualsiasi tipo di cure mediche, non temo l’incostituzionalità”.

D Perché tre anni di Daspo?

R “Per innescare un fattore deterrente: prima di lanciarsi contro persone e cose in una struttura sanitaria, magari qualcuno ci penserà una volta di più…”

Come è arrivata l’idea del Daspo sanitario

D L’idea del Daspo sanitario le è venuta dopo le immagini dell’aggressione al personale medico e sanitario di Foggia?

R “No. La scintilla è scoccata dopo una partita di calcio: il Daspo già funziona per i violenti negli stadi”.

D Fatto sta che da tempo sindacati e operatori denunciano un clima invivibile all’interno delle strutture sanitarie.

R “Hanno ragione: la violenza è sempre da condannare. La sorella della ragazza morta a Foggia ha giustificato la sua dicendo che, secondo lei e la sua famiglia, c’era stata negligenza da parte del personale medico. Bene: denunci alle autorità proposte, ma non ci si può abbandonare alla violenza più selvaggia”.

Zullo: “Sono un medico e anch’io ho subito violenza”

D In Italia nessuno vuole fare più l’infermiere anche per questo?

R “Il mio disegno di legge vuole servire anche ad infondere coraggio”.

D Anche lei da medico ha subito violenza?

R “Solo verbale, fortunatamente. In particolare, una volta che arrivai tardi in ospedale per ragioni non certo legate alla mia volontà”.

D E comunque: In Lombardia, l’assessore regionale al welfare Guido Bertolaso ha denunciato che per ogni bando alla ricerca di 50 posti da infermiere, si presentano 30 candidati e, alla fine, solo la metà accetta il lavoro. Alla fine, ha preso il toro per le corna e ha deciso di rivolgersi al mercato degli infermieri in Sudamerica…

R “Il fatto è che la Lombardia è a nord della mia Bari, ma a sud della Svizzera…”

D Tanto è vero che alcuni nostri infermieri, a loro volta, sono attratti dai contratti che vengono presentati loro dai Paesi arabi, un pò come capita per i calciatori…

R “A tal proposito, ci sono sicuramente delle valutazioni da fare. Ma quello che intanto vorrei far passare come messaggio con il mio disegno di legge è che l’Italia è un Paese di diritti, ma anche di doveri”.

D Ci sarebbe il dovere di rispettare chi lavora per il benessere di tutti.

R “Oltre che l’intelligenza”.