Si chiama Ezio Di Levrano, ha 53 anni ed è originario di Brindisi l’uomo che nella giornata di ieri, 7 settembre 2024, è stato arrestato dai carabinieri con l’accusa di aver ucciso la moglie Ana Cristina Duarte Correia davanti ai tre figli nel Pesarese.

Chi è Ezio Di Levrano, l’autista di Brindisi accusato dell’omicidio della moglie

Da poco più di un anno, insieme alla sua famiglia, si era stabilito a Monte Maggiore al Metauro. Per diverso tempo, però, avrebbe risieduto nella zona di Marotta. Ezio Di Levrano, 53 anni, con un precedente per fatti di droga, è stato arrestato nelle scorse ore con l’accusa di aver ucciso la moglie di origini brasiliane Ana Cristina Duarte Correia, con cui stava da 14 anni.

Sembra che fosse appena stato segnalato per maltrattamenti: la donna, lunedì scorso, si era presentata in caserma per parlare ai carabinieri delle violenze a cui da anni era sottoposta, sostenendo di voler andare via di casa. Aveva deciso di non denunciarlo, ma era stato comunque attivato – nei suoi confronti – il Codice rosso. Non si sa se fosse stata accolta in un centro protetto.

Si sa però che venerdì è tornata a casa. L’ipotesi è che volesse portare con sé i tre figli. Una volta raggiunta l’abitazione familiare, l‘ennesima lite con il marito, che poi l’ha accoltellata davanti ai minorenni. Stando a quanto riporta Il Corriere della Sera, il più grande, di 14 anni, avvertendo il pericolo, avrebbe guidato gli altri due verso casa dei vicini, che hanno dato l’allarme.

All’arrivo dei soccorsi Di Levrano non c’era: era fuggito. I carabinieri lo hanno trovato prima dell’alba nascosto nelle campagne vicine e lo hanno tratto in arresto.

Chi era la vittima Ana Cristina Duarte Correia e i precedenti

La 38enne, trovata in fin di vita, era morta, intanto, durante il trasporto verso l’ospedale. L’autopsia eseguita sul suo corpo dovrà chiarire quante coltellate abbia ricevuto e quali siano state quelle mortali. Sui social scriveva:

Sono forte, impulsiva, prepotente. Aggressiva. Ma poi dietro ciò che vedi ci sono io, che credo ci sia sempre del buono nelle persone, io che dopo tutte le delusioni continuo a fidarmi.

Ma anche:

Penso in che tutta la vita ne ho passate di cose, mi hanno urlato contro, fatto scandalo, buttato fango addosso, minacciata, usata, frantumate perfino le ossa. Però quello che non sanno è che io risorgo sempre dalle ceneri.

Ha sofferto, alla fine, anche nella morte, che ricorda, per modalità e motivazioni, quella di molte altre donne. Si pensi a Lucia Felici, la 75enne che appena un mese fa è stata trovata morta nella sua abitazione di Castelnuovo di Porto, fuori Roma.

Il marito Carmine Alfano l’ha strangolata: chi la conosceva ha riferito ai giornalisti che era già stato violento nei suoi confronti. Come Domenico Ossoli, il 73enne che sempre fuori Roma, a Fonte Nuova, ha ucciso l’ex moglie Annarita Morelli, di 72 anni, sparandole mentre si trovava alla guida della sua Fiat Panda rossa.

Sembra che non accettasse il fatto che la donna volesse separarsi. Ai figli aveva detto: “Piuttosto l’ammazzo”. La spiava e registrava, seguendola attraverso un gps che aveva installato sulla sua vettura. Ora è accusato di omicidio volontario aggravato dai futili motivi, dalla premeditazione e dalla minorata difesa.

Quando è stata colpita, infatti, Annarita era impegnata in una manovra. Non ha avuto il tempo di rendersi conto di ciò che stava succedendo e di difendersi. Martedì 10 settembre nella Parrocchia Gesù Maestro di Tor Lupara saranno celebrati i suoi funerali.