L’appuntamento che, tradizionalmente, dà il ‘via’ alla stagione cinematografica giunge a conclusione. Cala il sipario sull’edizione 2024 della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, la numero 81 della sua storia, con i vincitori della Selezione Ufficiale e delle sezioni collaterali annunciati nella consueta cerimonia di premiazione.
Un’edizione che ha visto il ritorno in pompa magna del glamour hollywoodiano, dopo lo scorso anno in tono minore a causa dello sciopero che ha colpito l’industria del cinema statunitense. Tantissime le star di prima grandezza presenti al festival guidato da Alberto Barbera, ancora una volta capace di fornire uno spaccato dello stato della Settima Arte a 360 gradi con la sua selezione.
Venezia 81, ecco chi sono i favoriti per il Leone d’Oro
Forse si tratta della prima volta che un Festival di Venezia viene inaugurato e concluso con due diversi ministri della Cultura. Sta di fatto che, dopo la serata inaugurale con Gennaro Sangiuliano, oggi tocca ad Alessandro Giuli che l’ha sostituito alla guida del dicastero presenziare al red carpet della premiazione, intercettato da alcuni cronisti tra cui l’inviato di TAG24 Thomas Cardinali.
Venendo ai film, Hollywood è tornata alla grande al Lido, con la cerimonia d’apertura affidata a un maestro come Tim Burton e alla sua ultima opera, “Beetlejuice, Beetlejuice“, sequel della horror comedy che nel 1988 fece scoprire a tutto il mondo il suo talento visionario.
Al punto da rischiare quasi un ‘incidente diplomatico’ sul red carpet, dove si sono alternati, a poche ore di distanza l’uno dall’altra, Brad Pitt e Angelina Jolie, ex coppia d’oro del cinema a stelle e strisce, la cui relazione è terminata in modo a dir poco burrascoso nel 2016. Il primo, infatti, era a Venezia con il collega e amico George Clooney per presentare la commedia action “Wolfs – Lupi Solitari“, mentre la seconda ha affascinato il pubblico veneziano con la sua interpretazione di Maria Callas per il biopic firmato da Pablo Larrain.
Per quanto riguarda i premi, rispetto allo scorso anno si registra una differenza sostanziale. Mentre nel 2023 il Leone d’Oro a “Povere creature” di Yorgos Lanthimos era dato per scontato in sede di pronostici, quest’anno la battaglia sembra essere più agguerrita, se non altro per l’assenza di un favorito indiscusso.
Stando alle valutazioni della critica, infatti, sembrano essere almeno tre i film che potrebbero avere più chance di conquistare l’ambita statuetta. Si tratta di:
- “The room next door” di Pedro Almodóvar, che primeggia sia nelle valutazioni della stampa italiana sia in quelle della stampa internazionale;
- “Ainda estou aqui” del brasiliano Walter Salles;
- “Harvest” di Athina Rachel Tsangari.
Venezia 81, i premi del Concorso 2024, trionfa Pedro Almodovar con “The room next door”
La premiazione è preceduta dall’arrivo sul palco della giuria della Selezione Ufficiale. Ad accompagnare la presidente di giuria Isabelle Huppert ci sono, quindi, il regista e sceneggiatore americano James Gray; il regista e sceneggiatore britannico Andrew Haigh; la regista, sceneggiatrice e produttrice polacca Agnieszka Holland; il regista e sceneggiatore brasiliano Kleber Mendonça Filho; il regista, sceneggiatore e produttore mauritano Abderrahmane Sissako; il regista e sceneggiatore italiano Giuseppe Tornatore; la regista e sceneggiatrice tedesca Julia von Heinz e l’attrice cinese Zhang Ziyi.
Nel suo discorso introduttivo, Huppert rassicura i presenti con una battuta, dichiarando che “il cinema è in ottima forma“, prima dei ringraziamenti di rito ai colleghi giurati e al direttore Barbera.
Ad aggiudicarsi il Leone d’Oro per il Miglior Film è, confermando le previsioni dei pronostici, Pedro Almodovar con il suo “The room next door“.
Il regista spagnolo dedica la vittoria in primo luogo alla sua famiglia e alle sue due attrici, Julianne Moore e Tilda Swinton, protagoniste di una storia che ruota attorno a “una donna che soffre in un mondo agonizzante“.
Il difficile tema dell’eutanasia è al centro della pellicola e Almodovar sottolinea come sia diritto di ogni persona prendere la “decisione di finire la sua vita quando questa è solo dolore“. Si rivolge, quindi, ai governi affinché producano leggi adeguate in questo senso, e a coloro che credono in Dio “come unica fonte di vita“, ai quali dice: “L’essere umano deve essere libero di vivere e morire“.
Gli altri premi del Concorso vedono il Premio Marcello Mastroianni al Miglior attore esordiente assegnato a Paul Kircher, protagonista di “Leurs Enfants après eux“ di Zoran Boukherma e Ludovic Boukherma.
Per quanto riguarda le due Coppe Volpi per le migliori interpretazioni vanno a Vincent Landon per il suo ruolo in “The quiet son” dei fratelli Coulin e a Nicole Kidman per “Babygirl“ di di Halina Reijn. Proprio quest’ultima ritira il premio al posto della Kidman, colpita dalla morte della madre e, per questo lutto, costretta all’assenza.
Il premio per la Miglior sceneggiatura viene consegnato da Giuseppe Tornatore a Murilo Hauser e Heitor Lorega, sceneggiatori di “Ainda estou aqui“ (“I’m Still Here“) diretto dal brasiliano Walter Salles.
Come ogni anno, la giuria assegna il suo Premio Speciale della giuria che, in questa edizione 2024 va al film “April“ di Dea Kulumbegashvili.
È poi il momento del Leone d’Argento per la Miglior regia che per Venezia 81 viene assegnato a Brady Corbet per il suo “The brutalist“.
Subito dopo viene assegnato il Leone d’Argento Gran Premio della Giuria a “Vermiglio“ di Maura Delpero.
Venezia 81, Leone d’Oro a “The room next door” di Almodovar: “Ogni individuo è padrone della sua vita”
Raggiunto dai giornalisti a margine della premiazione, tra cui l’inviato di TAG24 Thomas Cardinali, Pedro Almodovar è raggiante per il Leone d’Oro, che condivide con le sue due protagoniste “perché sono loro ad aver fatto tutto il lavoro“.
Il regista spagnolo fa i complimenti al direttore Barbera per aver dato vita a “un’edizione davvero importante del Festival di Venezia” per poi affrontare i temi della sua pellicola, l’eutanasia senza dubbio, ma anche “solidarietà ed empatia“.
Per Almodovar il problema con l’eutanasia è l’opposizione da parte del mondo religioso, che impedisce la diffusione di leggi che la regolino. Il regista ricorda che la Spagna ha una legge simile ma sottolinea che “è solo il quarto Paese in Europa ad averla” e conclude ribadendo la sua convinzione che “siamo padroni della nostra vita, non solo per come decidiamo di viverla ma specialmente quando la vita diventa qualcosa di impossibile da vivere a causa del dolore e della sofferenza“.
I premi della sezione Orizzonti 2024
Sale sul palco la giuria Orizzonti, la sezione che guarda alle nuove tendenze dell’audiovisivo, portate da nuovi talenti esordienti, presieduta dalla regista e sceneggiatrice Debra Granik.
Il Miglior film della sezione Orizzonti è “The New Year that Never Came“ diretto dal regista rumeno Bogdan Mureşanu.
Gli altri riconoscimenti assegnati dalla giuria vedono il premio per il Miglior cortometraggio assegnato allo short documentary “Who Loves the Sun“, diretto da Arshia Shakiba.
La Miglior sceneggiatura va al dramma palestinese “Happy Holidays” scritto e diretto da Scandar Copti.
L’Orizzonti Award for Best Actor va a Francesco Gheghi per il ruolo di Luigi Celeste nel film “Familia“ di Francesco Costabile. Interpretazione che gli è valsa anche la quarta edizione del Premio RB Casting.
Il premio per la Miglior interpretazione femminile viene, invece, attribuito a Kathleen Chalfant, protagonista di “Familiar touch“, diretto da Sarah Friedland.
È proprio la giovane regista a ricevere anche il premio per la Miglior regia della sezione Orizzonti.
Il Premio Speciale della Giuria Orizzonti va a “One of Those Days When Hemme Dies“ del turco Murat Fıratoglu.
Alle Giornate degli Autori vince “Manas” prodotto dai fratelli Dardenne
Prima della Selezione Ufficiale, sono le sezioni collaterali del festival ad assegnare i loro premi, con le Giornate degli Autori guidate da Giorgio Gosetti e Gaia Furrer che hanno conferito il GdA Director’s Award della ventunesima edizione a “Manas” di Marianna Brennand.
Un film che, in qualche modo, premia anche uno dei registi favoriti del Concorso, quel Walter Salles che di “Manas” è produttore insieme ai fratelli Dardenne.
Va, invece, a “Taxi Monamour” di Ciro De Caro il Premio del Pubblico mentre a guadagnarsi l’Europa Cinemas Venice Label è Alpha. dell’olandese Jan-Willem van Ewijk, un thriller d’autore destinato a conquistare anche il grande pubblico europeo.