Il sistema previdenziale italiano offre diverse soluzioni e opzioni, alcune poco altre discretamente convenienti: grazie a un particolare sistema, ci sono alcuni fortunati che possono beneficiare di uno sconto di 43 mesi sull’età.
Si tratta davvero di pochi fortunati appartenenti a determinate categorie che hanno la possibilità di andare in pensione un po’ prima.
Con il passare degli anni si sono succedute diverse regole di pensionamento. In questo modo, alcune persone di sono trovate improvvisamente escluse da un sistema che, fino a poco prima, gli avrebbe consentito di andare in pensione.
La pensione di cui andremo a parlare nel testo ha subito anch’essa qualche cambiamento: nel testo, vediamo chi può accedervi.
Chi sono i fortunati che possono andare in pensione con uno sconto di 43 mesi
Tra le diverse opzioni pensionistiche previste dal sistema previdenziale italiano, continua a suscitare un grande interesse l’Ape sociale. Al pari di altre formule, anch’essa ha subito qualche cambiamento, ma offre, l’opportunità di andare in pensione di anticipo di 43 mesi.
Si tratta di una possibilità molto circoscritta, alla quale possono accedere solo determinate categorie di persone.
L’Ape sociale è una formula introdotta sperimentalmente e, poi, confermato negli anni. Il suo obiettivo principale è quello di aiutare determinate categorie di lavoratori molto svantaggiati ad accedere alla pensione in anticipo.
I beneficiari sono i seguenti:
- Disoccupati, solo dopo aver completato il periodo di fruizione della Naspi e senza trovare una nuova occupazione;
- Caregiver, che da almeno sei mesi si occupano di un parente disabile convivente;
- Invalidi civili, con una percentuale di invalidità riconosciuta pari o superiore al 74%;
- Lavoratori con mansioni gravose, ovvero chi svolge attività considerate gravose e ha maturato almeno 36 anni di contributi, con almeno 6 degli ultimi 7 anni o 7 degli ultimi 10 impiegati in quelle attività.
Questa formula pensionistica offre il principale vantaggio di poter andare in pensione fino a 43 mesi prima, rispetto alla normale età fissata a 67 anni. Però, come si denota dall’elenco dei beneficiari, si tratta di una possibilità per pochi.
In pensione con l’Ape sociale
La pensione con l’Ape sociale permette di lasciare il lavoro a 63 anni e 5 mesi e con il versamento di almeno 30 anni di contributi. Non c’è, però, la possibilità di cumulo con altri redditi da lavoro.
Una volta raggiunta l’età per accedere alla pensione ordinaria, l’Ape sociale termina e viene automaticamente sostituita dalla pensione di vecchiaia.
L’importo massimo non può essere superiore a 1500 euro lordi al mese, a prescindere dal reddito effettivo che il lavoratore ha maturato.
Abbiamo anticipato che un po’ tutte le formule per andare in pensione, con il corso del tempo, hanno subito qualche cambiamento: l’Ape sociale non fa differenza.
Parlando direttamente dell’ultima modifica, nel 2024, è stata fortemente inasprita l’età minima richiesta per accedere al beneficio. Prima della modifica in questione, l’età era fissata a 63 anni, mentre adesso l’età richiesta, come abbiamo visto prima, è aumentata di ben 5 mesi.
A prima vista può sembrare una lieve modifica, ma che, in realtà, ha escluso chi, pur essendo vicino all’età pensionabile per accedervi, non riesce a raggiungere il requisito anagrafico entro la fine dell’anno.
Lo spettro di una riforma delle pensioni è nell’aria già da un po’ di tempo, ma mai effettivamente attuato. Cosa aspettarsi dal 2025? Il destino delle pensioni anticipate, almeno per ora, è incerto e quello dell’Ape sociale non è da meno.
La misura era nata in via sperimentale e, fino al 2024, è stata prorogata di anno in anno. Per ora non c’è nessuna conferma ufficiale, né di una sua possibile riconferma e neppure di una sua sospensione.