È stata fissata per il prossimo 20 novembre l’udienza in cui i giudici della Corte d’Assise d’Appello di Genova si pronunceranno sul processo ad Annalucia Cecere, l’ex insegnante di 58 anni sospettata di aver ucciso la conoscente Nada Cella a Chiavari, nel Genovese.
Chi ha ucciso Nada Cella? La ricostruzione del delitto di via Marsala
I fatti risalgono al 6 maggio del 1996. La 24enne fu trovata in fin di vita, con il cranio fracassato, all’interno dello studio del commercialista Marco Soracco, per cui lavorava come segretaria in un edificio di via Marsala a Chiavari, nel Genovese.
Vi era arrivata di buon ora per sbrigare delle pratiche dopo aver accompagnato la mamma al lavoro ed essersi fermata in panetteria per acquistare il pranzo (salvo poi dimenticarlo alla cassa, perché andava di fretta). Si ipotizzò che fosse caduta sbattendo la testa; l’autopsia, dopo la sua morte, stabilì che invece era stata picchiata e colpita con un oggetto contundente, forse una pinzatrice.
Che era stata uccisa, insomma. Da chi, a distanza di tanti anni, non è stato ancora chiarito. Le indagini, infatti, partirono subito nel peggiore dei modi: all’arrivo dei carabinieri, la scena di quello che si sarebbe scoperto essere un crimine era stata contaminata.
Un po’ dai soccorritori, che, nel tentativo di salvare la giovane, non si erano preoccupati di adottare i dovuti accertamenti, arrivando anche a spostare degli oggetti; un po’ dalla madre di Soracco, Marisa Bacchioni, che viveva al piano superiore e che, come se niente fosse, aveva pulito il corridoio, l’ingresso dell’ufficio e le scale dal sangue (che poteva nascondere anche tracce del killer).
Il motivo? “Voleva evitare che la gente che si era soffermata sulle scale a curiosare vedesse una scena così cruenta”, avrebbe detto in seguito. I primi sospetti si concentrarono sul figlio, che tra l’altro aveva dato l’allarme. L’ipotesi era che volesse evitare che la ragazza – che poteva aver scoperto qualcosa di poco chiaro nella gestione dello studio – potesse proferirne parola.
Fissata l’udienza in cui si deciderà sul processo ad Annalucia Cecere
Nel corso delle nuove indagini aperte dalla Procura su impulso della criminologa Antonella Delfino Pesce, ingaggiata dall’avvocata Sabrina Franzone, che assiste i familiari della vittima, si è arrivati a sospettare di un’altra persona: Annalucia Cecere.
Secondo la pm Gabriella Dotto, la donna, ex insegnante di 58 anni residente nel Cuneese, potrebbe aver ucciso Nada “per gelosia“, essendosi infatuata di Soracco, che a sua volta pare mostrasse attenzioni alla 24enne. In più avrebbe voluto prenderne il posto in ufficio.
A incastrarla, in particolare, la testimonianza di una donna che aveva detto di averla vista nei pressi della scena del crimine su uno scooter, il giorno del delitto; ma anche il fatto che nella sua abitazione erano stati trovati dei bottoni simili a quello rinvenuto accanto al corpo della vittima.
Elementi che secondo la gip Angela Maria Nutini – che a marzo ha emesso nei suoi confronti una sentenza di non luogo a procedere, lasciando di stucco i familiari della vittima – sarebbero “insufficienti” per rinviarla a giudizio. Sta ai giudici della Corte d’Assise d’Appello ora decidere su un eventuale processo a suo carico.
L’udienza è stata fissata per il 20 novembre prossimo. Se venisse confermata la decisione di primo grado, il caso di Nada Cella potrebbe restare irrisolto. Un “cold case“, come si dice in gergo, come quello di Simonetta Cesaroni, che in molti, da sempre e per diversi motivi, gli accostano.