Ennesimo caso di femminicidio in Italia, questa volta avvenuto in provincia di Pesaro e Urbino: una donna di 38 anni, Ana Cristina Correia, è stata uccisa a coltellate dal marito nella notte fra il 6 ed il 7 settembre 2024. L’aggressione sarebbe avvenuta in casa, dove erano presenti anche i tre figli della coppia.

L’uomo è stato arrestato e si trova in stato di fermo in caserma. In passato sarebbe già stato segnalato alle autorità per maltrattamenti.

Femminicidio in provincia di Pesaro, chi è la donna uccisa a coltellate dal marito?

La cittadina di Colli al Metauro, in provincia di Pesaro e Urbino, si è svegliata stamattina con la tragica notizia di un caso di femminicidio, avvenuto nella frazione di Montemaggiore al Metauro.

Nella notte fra il 6 ed il 7 settembre 2024, una donna di 38 anni, Ana Cristina Correia, è stata uccisa a coltellate dal marito, un autista 54enne.

La donna, di origini brasiliane e madre di tre figli, sarebbe stata colpita nella propria abitazione dopo un furioso litigio, le cui urla sono state sentite dai vicini di casa che, preoccupati, hanno chiamato i Carabinieri.

Questi hanno trovato la 38enne in gravissime condizioni, tanto che è stato tentato il trasporto d’urgenza in elisoccorso all’ospedale Torrette di Ancona. Purtroppo non è stato possibile salvare la donna, morta a causa della gravità delle ferite. L’aggressione sarebbe avvenuta mentre i tre figli erano in casa; la 38enne ed il marito erano sposati dal 2010.

L’intervento delle Forze dell’Ordine e l’arresto del marito

I Carabinieri della compagnia di Fano sono intervenuti, come detto, sul luogo dell’aggressione a seguito della segnalazione dei vicini della casa della coppia. Dopo aver allertato il 118, che ha tentato invano di salvare la donna, le Forze dell’Ordine si sono occupate del marito.

L’uomo è stato trovato in un terreno vicino l’abitazione e non avrebbe opposto resistenza all’arresto: il 54enne è stato portato alla caserma di Fano, dove è rimasto in stato di fermo fino al trasferimento nel carcere pesarese di Villa Fastiggi.

Secondo le prime informazioni disponibili, l’uomo era stato segnalato alle autorità, in passato, per maltrattamenti nei confronti della moglie. Correia però aveva scelto di non denunciare il marito, anche se il contesto familiare nel quale viveva insieme ai figli non era più sereno e sicuro per lei.

Il 2 settembre il marito aveva contattato le autorità per segnalare l’abbandono del tetto coniugale da parte della moglie: una volta rintracciata, la 38enne avrebbe raccontato ai militari delle violenze subite e del suo bisogno di allontanarsi dalla loro abitazione.

Era stata anche attivata la procedura del “codice rosso”, ma Correia aveva fatto perdere le sue tracce per tornare nuovamente dal marito, fino al tragico epilogo avvenuto la notte scorsa.

Agli inizi di questo agosto aveva destato scalpore un altro caso di femminicidio avvenuto a Roma, quando Lucia Felici era stata uccisa con ogni probabilità dal marito.

Semenzato (Coraggio Italia), Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio: “Bisogna lavorare sulle denunce di violenza”

Il fatto che la segnalazione di violenze domestiche fosse stata ricevuta dalle Forze dell’Ordine, senza che però venissero attuate misure restrittive contro il marito di Correia ha messo in luce ancora una volta quanto lavoro sia necessario affinché le donne possano sentirsi al sicuro e fidarsi del corso della giustizia contro gli uomini violenti.

Ne è convinta Martina Semenzato, la Presidente della Commissione parlamentare di inchiesta sul femminicidio. La deputata di Coraggio Italia ricorda come denunciare sia per molte persone un passo estremamente complicato e difficile e che necessita di una collaborazione fattiva fra tutte le parti in causa affinché le denunce vadano a buon fine:

Denunciare la violenza domestica può contribuire a creare una cultura che non tollera la violenza. Quando le persone denunciano stanno dicendo che questo comportamento non è accettabile e che le vittime non devono sopportarlo in silenzio. La raccolta di questa denuncia e l’intervento tempestivo devono essere condicio sine qua non. Oggi più che mai è fondamentale un nuovo patto di corresponsabilità: famiglia, scuola e società civile.