Aveva 18 anni ed era in attesa di processo. Ecco chi è Joussef Moktar Loka Baron, il detenuto morto carbonizzato in un incendio all’interno del carcere di San Vittore, a Milano. Il rogo è scoppiato nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2024 e sarebbe stato appiccato da lui stesso, insieme al compagno di cella.
Chi è Chi è Joussef Baron, il detenuto morto carbonizzato nel carcere di San Vittore?
Joussef Baron era di origini egiziane. Classe 2006, arrestato per una rapina lo scorso luglio, è purtroppo rimasto incastrato tra le fiamme. Secondo i primi accertamenti sull’accaduto, il ragazzo non si è suicidato.
Gli agenti della polizia penitenziaria sono riusciti a salvare il compagno di cella, rimasto lievemente intossicato.
L’incendio della notte di oggi sarebbe solo l’ultimo di roghi appiccati per protesta all’interno del carcere. Il San Vittore è, infatti, il più sovraffollato d’Italia. Una situazione, quella del sovraffollamento, per cui è stato anche presentato un esposto contro Nordio.
Non crediamo possa parlarsi di suicidio, ma è un’altra morte che si aggiunge ai 70 detenuti e ai 7 agenti che si sono tolti la vita dall’inizio dell’anno in quello che sempre più appare come un bollettino di guerra
ha dichiarato il segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria, Gennarino De Fazio.
Chiesto l’immediato intervento del governo
De Fazio ha voluto sottolineare la crisi “senza precedenti” del sistema penitenziario, affermando che è stato merito dell’immediato intervento degli agenti se le conseguenze dell’incendio non siano state ancora più gravi.
Nonostante ormai la polizia penitenziaria sia “depauperata negli organici, stremata nelle forze e mortificata nell’orgoglio”.
A San Vittore sono letteralmente stipati 1.100 detenuti, a fronte di 445 posti disponibili, con un sovraffollamento di oltre il 247%, sorvegliati da 580 appartenenti al Corpo di polizia penitenziaria, distribuiti su più turni e compresi gli addetti agli uffici e ai servizi vari, rispetto a un fabbisogno di almeno 700, con una scopertura del 17%.
Va immediatamente deflazionata la densità detentiva, sono 15mila i detenuti oltre la capienza, necessita potenziare il Corpo di polizia penitenziaria, mancante di oltre 18mila unità, va assicurata l’assistenza sanitaria e psichiatrica, vanno rese salubri e sicure le strutture
ha spiegato.
Intanto il pm di Milano, Carlo Scalas, ha aperto un’indagine sulla morte del 18enne.