“Più pilu per tutti!” era la promessa elettorale con cui Cetto La Qualunque, corrotto imprenditore calabro, riusciva a diventare il sindaco della sua città, Marina di Sopra, in ‘Qualunquemente‘, pellicola del 2011 diretta da Giulio Manfredonia. Un personaggio che incarnava fino al parossismo i paradossi della politica italiana del tempo, tra ‘bunga bunga’ e presunte amanti fatte passare per nipoti di presidenti egiziani. E per Antonio Albanese che gli dava voce e corpo, forse Cetto servirebbe anche oggi per interpretare i recenti sviluppi del governo Meloni, soprattutto per quanto riguarda il caso del ministro della Cultura Sangiuliano.
Ne è convinto il celebre attore e comico, rispondendo dalla Mostra del Cinema di Venezia alle domande dei cronisti, tra cui l’inviato di TAG24 Thomas Cardinali.
Caso Sangiuliano-Boccia, per Antonio Albanese c’è materiale per un nuovo film di Cetto La Qualunque
Il tradimento, la confessione in diretta televisiva con tanto di lacrime. Di spunti per una satira del potere politico nel suo intreccio scabroso (ma decisamente non nuovo) con sesso e lussuria il caso del ministro Gennaro Sangiuliano ne offre decisamente molti.
Chissà, dunque, che tra qualche anno non vedremo questa vicenda raccontata in qualche narrazione tragicomica sul grande schermo.
Potrebbe pensarci proprio Antonio Albanese, abituato a prendere spunto dagli aspetti più surreali e assurdi della società italiana per i propri personaggi e le proprie storie. Dall’Italia del ‘berlusconismo’, con il suo misto di strafottenza, ignoranza e buffa cialtroneria, nasceva, infatti, Cetto La Qualunque, improbabile sindaco del comune di Marina di Sopra.
Ma potrebbe andar bene anche per i politici italiani di oggi?
Dalla 81ma edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, dove si trova per ricevere il premio Famiglia Cristiana per il suo ruolo nel film di Riccardo Milani “Un mondo a parte“, Albanese dice di sì, a patto di snaturare un po’ il personaggio. “Servirebbe un film più drammatico. Molto più drammatico“, replica infatti ai giornalisti, e la sua espressione lascia intuire che, forse, la satira non è sufficiente a interpretare i tempi attuali.
Per l’attore la situazione della sanità “può essere un grande tema per un film”
Il sodalizio con Riccardo Milani (i due hanno lavorato insieme ormai in cinque film) conferma la convinzione di entrambi che il cinema popolare e commerciale può essere una valida chiave di lettura per affrontare anche i temi più complessi della società contemporanea.
La difficile situazione del mondo dell’istruzione, soprattutto nei piccoli centri urbani dimenticati nei territori più periferici del Paese, era infatti al centro di “Un mondo a parte“. Dopo la scuola, per Albanese c’è un’altra questione fondamentale dell’Italia di oggi che meriterebbe di essere raccontata in una pellicola: la sanità.
L’attore racconta ai cronisti di aver visto la condizione in cui versano alcuni ospedali italiani e non esita a definirla “raccapricciante“. Cosa questo comporti in termini di rischi per la salute pubblica di un’intera nazione “può essere un grande tema” al centro di un film, spiega Albanese che conclude chiedendo di svilupparlo, “se un grande regista mi sente…“