Tutto al mondo ha a che fare col sesso, tranne il sesso. Il sesso ha a che fare con il potere. Sembra questa la frase perfetta per meglio inquadrare le cronache politiche italiane degli ultimi giorni. A pronunciarla era il machiavellico Frank Underwood interpretato da Kevin Spacey nella serie tv ‘House of Cards‘ (che cita a sua volta un aforisma di Oscar Wilde) che proprio di politica, dei suoi intrighi e delle sue rovine faceva il centro della sua narrazione. La spirale di sesso e potere politico è quella che coinvolge in queste ore il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, come ha messo in evidenza la senatrice di Forza Italia Licia Ronzulli parlando di ‘Fattore F’ (non è così difficile intuire per cosa stia la ‘F’…) come rovina di “grandi uomini politici.

E in effetti ha ragione, la capogruppo al Senato azzurra, poiché sono davvero molti i ‘maschi alfa’ della politica di ogni epoca della Storia ridotti in miseria a causa di femmes più o meno fatales. Anche se, forse per dimenticanza, più probabilmente per opportunità, la Ronzulli ne ha dimenticato uno, a lei particolarmente caro…

Sangiuliano rovinato dal ‘Fattore F’ per la Ronzulli

La senatrice di Forza Italia pronuncia la sua battuta a ‘L’Aria che tira’ su La7, descrivendo come grandi uomini politici o di potere si sono rovinati per le donne. Una deriva da ricondurre a quello che definisce il ‘Fattore F’, che ha riguardato personalità di spicco della politica italiana e internazionale. Ronzulli cita, a questo proposito, i nomi di Bill Clinton, di François Hollande e di François Mitterrand.

Tutti precursori, in un modo o nell’altro, della sorte toccata al ministro Sangiuliano, fino alla confessione in diretta tv, con tanto di lacrime, del tradimento con Maria Rosaria Boccia e la richiesta di scuse alla moglie e alla presidente del Consiglio.

Ma nella battuta sagace e centrata di Ronzulli mancano i nomi dei protagonisti di analoghe vicende italiane. Ne è consapevole lei stessa, che arriva a dichiarare che “potremmo aprire grandi capitoli” sugli intrecci tra sesso e politica nel Belpaese delle ‘pubbliche virtù’ ostentate per nascondere i ‘vizi privati’.

Una dimenticanza dovuta con molta probabilità all’opportunità politica e alla vicinanza affettiva. Difficile, infatti, parlare di sesso e potere in Italia senza citare Silvio Berlusconi, capace di far passare una sua presunta amante (Karima El Mahroug, soprannominata ‘Ruby Rubacuori’), per la nipote dell’allora presidente egiziano Mubarak. Per non parlare di ‘bunga bunga’, olgettine e lettoni di Putin.

Clinton e gli altri, il sesso come strumento di potere o causa di rovina

Come il più classico dei ‘segreti di Pulcinella’, i tradimenti del Cavaliere non vennero mai scoperti ufficialmente né tantomeno confessati dal diretto interessato che, però, con battute e allusioni non mancò mai di alimentare voci e pettegolezzi.

Silvio Berlusconi.

Un modo anche questo per rafforzare il proprio fascino e il proprio prestigio politico, tipico della storia politica italiana. Dalle molteplici amanti di Benito Mussolini all’edonismo di Bettino Craxi, infatti, il testosterone del leader politico è stato spesso usato come sinonimo per promuovere un’immagine vincente e conquistatrice della nazione.

Un connubio, quello tra potere e scandali sessuali, in fondo vecchio come la politica stessa. Il fascino o carisma è caratteristica imprescindibile, infatti, di qualsiasi esponente politico. Nella Storia, però, in molti hanno sfruttato questa dote per soddisfare i propri pruriginosi ‘capricci’ personali, pagandone spesso le conseguenze.

Basti pensare a Enrico VIII d’Inghilterra, così ossessionato dall’idea di avere un erede maschio da non esitare a sedurre ben sei mogli per raggiungere i propri scopi. Appetiti e desideri accompagnati da una spietatezza politica che lo portò a far precedere ogni nuovo sposalizio con l’esecuzione della sventurata consorte precedente.

Oppure, per restare ai tempi antichi, impossibile non citare la regina d’Egitto Cleopatra. Donna alfa, in questo caso, che usò le sue armi di seduzione per le proprie finalità politiche, seducendo i condottieri romani Giulio Cesare e Marco Antonio.

Il 20° secolo ha visto la Casa Bianca al centro di alcuni degli scandali più chiacchierati e morbosamente seguiti dall’opinione pubblica. Impossibile non citare, in questo senso, John Fitzgerald Kennedy e la sua liaison con Marilyn Monroe. Una relazione clandestina tra i due simboli più potenti dell’immaginario statunitense dell’epoca che, però, rovinò solo la celebre attrice, trovata morta per cause mai del tutto chiarite nel suo appartamento di Los Angeles il 4 agosto 1962. Il mito di JFK, invece, non venne intaccato dallo scandalo, con il 35° presidente degli Stati Uniti tutt’ora ricordato come uno dei più amati dal popolo americano e circondato da un’aura di leggenda.

Marilyn Monroe.

Il ‘sex gate’ per eccellenza è stato, però, quello tra Bill Clinton e Monica Lewinsky. La relazione sessuale con la sua giovane stagista vide Clinton diventare il secondo presidente nella storia americana sottoposto alla procedura di impeachment, iter istituito con il preciso scopo di rimuovere un presidente se riconosciuto colpevole di gravi reati.

Bill Clinton e Monica Lewinsky.

Nel caso in questione, l’inquilino della Casa Bianca era accusato di aver mentito agli americani, negando sotto giuramento la relazione con la Lewinsky. Accuse che costrinsero Clinton a umiliarsi in diretta televisiva ammettendo i rapporti con la stagista ventitreenne e implorando il perdono dei cittadini e di sua moglie Hillary. Insomma, uno spettacolo non molto diverso da quello che ha visto protagonista nei giorni scorsi il ministro Sangiuliano.