Fumata nera, il futuro della Fondazione Santa Lucia è ancora incerto. Pazienti, lavoratori, cittadini sono con il fiato sospeso in attesa di una risposta da parte della proprietà. Il tavolo convocato ieri, giovedì 5 settembre 2024, al Ministero del Made in Italy per discutere delle sorti della struttura sanitaria di via Ardeatina a Roma, privata ma accreditata con il servizio sanitario nazionale, non ha dato alcun esito. Il dibattito è ancora fermo e la Fondazione non ha sciolto le riserve su quali azioni adottare per salvare l’ospedale. Il Santa Lucia è il fiore all’occhiello della sanità nazionale, un’eccellenza della neuroriabilitazione e della ricerca nelle neuroscienze. Un patrimonio sanitario che non può essere ridimensionato o, addirittura, perso. All’incontro hanno preso parte il ministro del Mimit, Adolfo Urso, il presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca, la Prefettura di Roma, le sigle sindacali e i vertici della Fondazione Santa Lucia. La soluzione delle Istituzioni, più volte proposta dal governatore Rocca, è quella dell’amministrazione straordinaria: creare un soggetto pubblico/privato che subentri all’attuale proprietà per tutelare servizi di alta qualità e occupazione (quasi mille persone rischiano di perdere il lavoro). La Fondazione al momento non dà risposte e prende tempo. Nuovo tavolo, sempre al Mimit, martedì 10 settembre 2024. La sua intenzione, sembra, quella di vendere la struttura, “o peggio ancora di andare al fallimento e non possiamo permetterlo. Questa realtà così importante deve essere pubblica e mantenere l’alta qualità dei servizi e della ricerca”, dice a Tag24.it Gianluca Giuliano, segretario nazionale di Ugl Salute, presente all’incontro con le altre sigle sindacali.

Fondazione Santa Lucia, fumata nera al Mimit. Nuovo confronto il 10 settembre 2024. Si va verso l’amministrazione straordinaria?

Governo, Regione Lazio e sindacati sono tutti d’accordo: la via più giusta da seguire per salvare i lavoratori e le eccellenti prestazioni sanitarie è la nascita di un nuovo soggetto giuridico, formato da Regione Lazio e un privato no profit. Se da una parte le idee sono chiare, dall’altra, quella della proprietà, le volontà sono ancora misteriose. “Il clima è stato a tratti nervoso e teso – spiega Giuliano – ci attendevamo una risposta da parte dei vertici della Fondazione ma questa risposta che non è arrivata. I vertici non hanno sciolto le riserve. Per noi non è ammissibile. Stanno facendo degli approfondimenti con i loro legali e ieri si sono appartati con i tecnici del Ministero per analizzare le conseguenze dell’amministrazione straordinaria e dell’asta fallimentare”.

La Fondazione Santa Lucia ha accumulato negli anni oltre 300 milioni di euro di debiti, la situazione è disastrosa e la corsa contro il tempo si fa sempre più veloce. Per questo il prossimo incontro è fissato al 10 settembre, a distanza di pochi giorni dal confronto avvenuto ieri. La proprietà deve decidere, e deve farlo in fretta. Le sorti di lavoratori e dei servizi sanitari sono in bilico, bisogna intervenire subito: “Resta confermato lo sciopero del 12 settembre ma speriamo di revocarlo perché significherebbe aver ottenuto una buona notizia il 10 settembre – continua il segretario nazionale di Ugl Salute – Cioè che la Fondazione accetti l’amministrazione straordinaria. Ad oggi non abbiamo nessuna certezza e nessuna garanzia, le nostre richieste restano in stallo”.